Caffè Aiello, la tradizione che fidelizza

Caffè Aiello, la tradizione che fidelizza
Nonostante l’aumento dei costi di trasporto degli ultimi anni, la Pmi di Rende, nel cosentino, ha mantenuto inalterate le sue miscele, che continuano ad essere apprezzate sia dal canale Horeca che da quello retail. Grande attenzione viene posta sulla formazione attraverso l’Aiello Lab, che nel 2021 è arrivato ad avere più di 150 allievi. Con Gaetano Aiello, retail ed export manager dell’azienda, ripercorriamo le principali tappe e i prossimi progetti

 

Con l’obiettivo di non derogare mai dal continuare ad offrire alla propria clientela la massima qualità, Caffè Aiello – sei milioni di euro di fatturato nel 2024 e 30 dipendenti – sta vivendo un periodo non certo facile in termini gestionali, considerati per esempio i costi levitati a dismisura delle importazioni di quei chicchi di caffè che da 1967 hanno fatto la fortuna dell’azienda con quartier generale a Rende, in provincia di Cosenza. Una traiettoria imprenditoriale che, per gran parte del suo corso, ha seguito un iter piuttosto lineare con la costruzione del primo stabilimento, il successivo sbocco commerciale verso alimentari e altri punti vendita, per arrivare nel 2004-5 all’introduzione nel ciclo produttivo delle cialde e poi alla pianificazione del progetto legato all’export. Percorso che ha però cominciato a subire varie complicazioni a partire dall’inizio della pandemia e poco dopo che i vertici aziendali della realtà calabrese avevano investito nella costruzione di un nuovo e tecnologicamente avanzato stabilimento.

“Dal Covid-19 in avanti abbiamo dovuto fronteggiare più d’una problematica, tra cui gli alti costi per fare arrivare in Italia la materia prima, il peso dell’investimento fatto per fare sì che la sede produttiva fosse all’avanguardia, i tassi d’interesse bancario alle stelle e non solo – spiega Gaetano Aiello (nella foto in alto), retail ed export manager di Caffè Aiello –. Le guerre hanno poi fatto schizzare i prezzi dei trasporti con i container: se in precedenza pagavamo 40mila euro per portare i chicchi di caffè in Calabria, non più tardi di pochi anni fa ce ne sono cominciati a volere 140mila, visto che le navi, non potendo più passare per lo stretto di Suez e dovendo di fatto circumnavigare l’Africa, non ci mettono gli abituali 25-30 giorni ma 90. Per provare a resistere abbiamo necessariamente dovuto adeguare i prezzi dei nostri prodotti e piano piano ci stiamo riprendendo da questo tsunami imprenditoriale, anche se confesso che la tentazione di modificare le ricette è stata forte nel periodo di massima difficoltà. Ma poi, sentiti pure gli altri componenti della famiglia, ho deciso di tenere duro mantenendole intatte per non tradire la fiducia dei clienti”.

Ma da dove arrivano i pregiati chicchi di caffè capaci negli anni di fidelizzare un buon numero di persone non solo nel territorio cosentino. “Principalmente il caffè, che in un secondo tempo viene lavorato qui, arriva dal Brasile e ci aiuta a dare gusto e il giusto aroma al 40% delle ricette usate da Caffè Aiello. Il resto lo prendiamo in India, Uganda, Etiopia, Honduras e Guatemala, in quantità variabili secondo la disponibilità che c’è in quel determinato periodo dell’anno”.

I vari caffè messi sul mercato dalla Pmi di casa a Rende vengono resi fruibili al cliente finale dal canale Horeca e da quello retail. Quest’ultimo riesce a portare nelle case, in uffici come anche in altri contesti lavorativi macchine per cialde in comodato d’uso. “Inoltre, per soddisfare pure chi apprezza i prodotti di Caffè Aiello ma magari vive lontano dalla nostra sede, è attivo il punto vendita online, un’idea che sta andando discretamente bene e che ci permette di essere visibili sul web anche in altri modi”.

“Per quanto riguarda invece l’export, da dove arriva circa in 6-7% del fatturato, dopo essere a suo tempo sbarcati in Canada, ora siamo presenti in Austria, negli Stati Uniti, Cile e Australia, mentre da poco abbiamo pure portato il marchio Caffè Aiello in Inghilterra”, chiarisce il retail and export manager dell’impresa calabrese.

INTERNO DELLO STABILIMENTO AZIENDALE

Nel frattempo, l’azienda guidata dalla famiglia Aiello prosegue a far crescere la qualità complessiva della presenza sul mercato impegnandosi pure in altri ambiti con lo scopo di non lasciare nulla al caso. Tra questi uno dei più curati è quello relativo alla formazione dei baristi che quotidianamente si trovano a dover fare un buon caffè a chi entra nel loro esercizio commerciale. “Aiello Lab nasce per soddisfare un nostro sano egoismo. Perché meglio li formiamo, migliore sarà il caffè servito al bar. Non tutti i mesi abbiamo persone a cui trasmettere know how all’interno della sede di Caffè Aiello, ma nei primi tempi e soprattutto nel 2021 ci è capitato di avere su base annua anche 150-160 baristi a seguire i corsi”.

In chiave futura, infine, la Pmi di casa a Rende si prepara a lanciare alcune novità nell’ottica di far capire alla clientela, se ce ne fosse ancora bisogno, l’assoluta qualità dei prodotti che escono giornalmente dallo stabilimento calabrese. “Mentre ci stiamo dedicando alla distribuzione di soft pack, pacchettini per le macchine espresso di casa capaci di far uscire il profumo del caffè quando stretti nelle mani, siamo pure pronti a portare nei punti vendita nuovi prodotti in grani da 200-250 grammi. In questo modo i chicchi per moka ed altre macchine ce li si può macinare da soli e a piacimento, tornando di fatto piacevolmente indietro nel tempo. Il tutto per mettere i consumatori nella condizione di comprendere appieno il valore di ciò che facciamo”, conclude Gaetano Aiello.