“La ‘ndrangheta è così forte perché, da oltre 50 anni, non è stata contrastata da istituzioni particolarmente forti, che non erano in grado di reagire e, qualche volta, anzi erano colluse. In un clima così, anche le persone che non ne condividevano le logiche e che avrebbero voluto denunciare sono state costrette a subire in silenzio. Da qualche anno, però, la situazione sta cambiando e il contrasto è forte a tutti i livelli: ogni anno solo nella provincia di Reggio Calabria sequestriamo oltre 1 miliardo e mezzo di beni e più 2 tonnellate di cocaina. Inoltre, lo Stato adesso spende molto per proteggere i collaboratori e i testimoni di giustizia. Stiamo lavorando per fare passare che non è il testimone che deve essere spostato ma sono i mafiosi ‘ndranghetisti che devono essere portati via dal territorio”.
Così il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, alla proiezione del film ‘Lea’ di Marco Tullio Giordana, al cinema Barberini.
“Esistono ancora oggi realtà drammatiche in cui le donne sono costrette a piegarsi e a rinunciare alla propria libertà – ha sottolineato De Raho di fronte alle scolaresche venute da varie parti d’Italia a vedere in anteprima la proiezione del film -. Perché la ‘ndrangheta è soprattutto privazione di libertà e di cultura e negazione di diritti. Quella di Lea è una storia molto triste, ma non è l’unica. La particolarità di questa donna è che nell’ambito della sua stessa famiglia ha avuto il coraggio di scrollarsi di dosso il giogo della schiavitù e di parlare. Questo film – ha aggiunto il procuratore di Reggio Calabria – ci insegna che il coraggio è fondamentale”.