Calabria 2019/20, il Cinghiale si allea con Toti per mettere all’angolo Occhiuto

Oltre 300 calabresi, per lo più amministratori e politici di rango di Forza Italia, capeggiati dai Cinghiali, hanno partecipato alla convention al Brancaccio a Roma organizzata da Toti. Per i tanti delusi di Forza Italia, quella di Toti si presenta come una perfetta via d’uscita dal pantano elettorale e politico in cui è finito il partito berlusconiano in tutta Italia, e in particolare in Calabria. Soprattutto per il Cinghiale, al secolo Tonino Gentile, da tempo alla ricerca di un nuovo approdo politico, lontano dagli Occhiuto/Santelli, i principali responsabili del declino etico, morale e politico di Forza Italia in Calabria. La gestione privatistica e clientelare del partito da parte della Santelli e dei fratelli Occhiuto, appoggiati da Tallini, ha creato, nel corso del tempo, molti mal di pancia, e tanto scontento tra le fila dei berlusconiani calabresi.

In tanti, inoltre, non hanno gradito la fuga in avanti e l’autocandidatura di Mario Occhiuto alla presidenza della Regione Calabria. Insomma la stragrande maggioranza di Forza Italia in Calabria non ne può più delle angherie della Santelli e dei fratelli Occhiuto, e pur di liberarsene, visto che Berlusconi non lo vuol fare, sono pronti armi e bagagli a saltare sul carro di Toti.
Anche se ancora Toti non lo dice apertamente, per darsi il tono di chi lavora per l’unità e non per la divisione, la scissione da Forza Italia è oramai dietro l’angolo. E non sarà certo il tavolo convocato per domani da Berlusconi, per riscrivere le “nuove regole”, a risolvere il problema. Infatti le richieste di Toti difficilmente troveranno accoglimento, a cominciare da quella più importante: azzerare tutta la classe dirigente di Forza Italia. Una richiesta irricevibile per Berlusconi che non può mica suicidarsi. Che è quello che Toti gli sta chiedendo: licenziare tutti i suoi leccapiedi sparsi per l’Italia a cominciare dagli amici della Carfagna, Occhiuto/Santelli, mettersi da parte e lasciare le guida del partito a lui.

Ma non si limitano qui le richieste di Toti: vuole anche le primarie del centrodestra, in poche parole Toti aspira a costruire un “partito aperto” senza Berlusconi, o quantomeno con un cavaliere ridimensionato, e non di poco. Anche questa, però, è una richiesta che mai Berlusconi accetterà: non può mica promuovere una iniziativa per farsi eliminare.
Ecco, questo fa pensare che di fatto la scissione si è già consumata, salvo miracoli dell’ultima ora del tipo: Berlusconi rinuncia alla leadership di Forza Italia, indice le primarie e licenzia tutti i gli attuali dirigenti del partito. Oppure qualcosa sottobanco che accontenti Toti, non certo sulle questioni e i problemi politici posti dallo stesso.

Dunque è quasi sicuro che “l’Italia che cresce” sarà il nuovo contenitore politico dei “moderati di destra” che i sondaggi danno già al 7%. Il luogo ideale per compà Pinuzzu e il fratello Cinghiale per ripartire alla grande alle prossime regionali. L’occasione giusta che stavano aspettando da anni per mettere definitivamente all’angolo Occhiuto e chiudere con lui tutti i vecchi conti.
Già, perché se è così che finirà, e così sarà, per Occhiuto le cose si mettono male, la sua candidatura avverrà in solitaria, perché il suo nome all’interno del tavolo del centrodestra con il nuovo soggetto politico a guida Cinghiali, come candidato unitario, non passerà mai. Che è quello che tutto il centrodestra vuole: un candidato che non sia Occhiuto.