Per chi oggi si è svegliato dopo l’importante giornata di martedì tra il corteo di Cosenza e il no di Salvini a Occhiuto, comunque la pensasse, può essere sicuro di una cosa: Matteo Salvini ha scaricato il cazzaro, candidato di Forza Italia nella corsa solitaria alla Presidenza della Regione. E invece no!!!
Ma andiamo con ordine. Mario Occhiuto da 8 anni è sindaco con una coalizione di centrodestra della Città di Cosenza, ma i suoi traffici e le sue trame si sono sempre intrecciate, già quando la ministra forzista all’Ambiente Prestigiacomo, lo introduceva nelle stanze del potere romano. Da li a Mario avrebbe poi costruito i rapporti con Clini, suo compagno di sventura in indagini antimafia della procura romana, e poco dopo con i suoi lavori in Cina.
All’epoca Mario Occhiuto vantava la tessera di Forza Italia, era il 1994 quando il cazzaro credette da subito nelle parole del Cavaliere e offri le sue società e i rapporti calabresi agli uomini di Pubblitalia. Si narra che abbia ancora nel cassetto la tessera politica del Partito di Berlusconi n.1 del tesseramento calabrese. Mario Occhiuto ha sempre avuto un intuito particolare per gli affari e si è fatto testimone del migliore opportunismo per legare con Pino Galati (quello del parrucchino, il lametino….) quando era sottosegretario e viceministro, o con Casini (il voltagabbana per eccellenza della politica italiana) quando traslocarono nel partito di centro Udc. Qualche rapporto lo cercò anche col Renzi rottamatore e non è detto che non ritorni a cercarlo… Un uomo per tutte le stagioni.
Ma soprattutto Mario Occhiuto, da grande politico ormai navigato, è l’arroganza umana fattasi carne che non vuole rinunciare alla propria auto-affermazione come individuo e sopratutto come essere umano. Così, quando qualcuno si permette di fargli notare che esagera, che rischia tutto, che potrebbe fallire ogni tentativo e spingere nel baratro intere generazioni di collaboratori, lui subito accusa di “schifoso conformismo sociale” imposto dal sistema e tira dritto per la sua strada.
L’opera riadattata sullo schermo “Un uomo per tutte le stagioni”, scremata dal senso nobile, sembra scritta sul personaggio di Mario Occhiuto. In questi anni da politico impegnato, di sindaco di Forza italia ha sempre mantenuto la “giubba” da uomo delle professioni (anche se fallito con decine di società), da uomo del civismo, anche se da sempre tesserato con Silvio Berlusconi.Mario Occhiuto se solo guardasse il film del regista Fred Zinnemann, guardandosi allo specchio si sputerebbe in faccia poiché risulterebbe sicuramente corrotto dentro, pronto a svendere le proprie idee pur di appagare il proprio interesse particolare. Basterebbe citare la dichiarazione fatta il giorno dopo le elezioni politiche del 2018, che videro un plebiscito del Movimento 5 stelle in Calabria nel sud Italia, quando arrivò persino ad affermare di essere “pronto a candidarmi con liste civiche anche senza Forza Italia…”.
Era il primo terremoto politico che segnava la discesa inesorabile del partito berlusconiano. Oggi la storia si ripete e alla luce delle inesorabili parole più volte ripetute da Matteo Salvini, che sostanzialmente gli sbatte la porta in faccia, con un triplo salto mortale Mario Occhiuto tenta l’impossibile. Salvini dice che è meglio un candidato indipendente? Mario è indipendente. Matteo afferma: meglio guardare avanti e non al vecchio e no a candidati “imposti da partiti della coalizione, con problemi extra-politici (leggasi inchieste giudiziarie)?”. E il cazzaro tiene la tessera nel cassetto e fa finta di niente sulle richieste di rinvio a giudizio che si discuteranno tra qualche settimana. Lui si spinge a dire, anzi lo fa dire a Jole Santelli ovvero il niente mischiato col nulla, che “l’identikit risponde alla mia persona (!!!)” e lo fa seguendo la propria insondabile coscienza. Oggi per chi si è alzato e abbaia vissuto la giornata di martedì a Cosenza, comunque la pensi, c’è una certezza: il cazzaro è pronto perché l’uomo per tutte le stagioni e lui! Peccato che presto l’effetto degli psicofarmaci svanirà e si ritroverà inesorabilmente con il cerino in mano… E stavolta senza alternative…