Calabria 2021. Amalia Bruni, da scienziata a prestanome della paranza

La dottoressa Bruni non poteva definire meglio la sua “avventura” in politica: una missione impossibile. Vincere queste elezioni regionali per lei è davvero impossibile. E basta poco ad una scienziata come lei per capirlo. La matematica, si sa, non è un’opinione. E i numeri parlano chiaro: da un lato il centrodestra con un candidato, dall’altro un “centrosinistra” con almeno, allo stato, tre candidati. Al netto di una presa di coscienza corale degli oltre 500.000 calabresi che da lustri non si recano alle urne, il risultato, in favore di Occhiuto, è scontato, grazie al voto sempre uguale e compatto dell’apparato massomafioso che lo sostiene. Queste cose in Calabria le sanno anche i bambini. Il voto politico/clientelare, in Calabria, non si può sconfiggere. Per farlo serve una vera rivoluzione e i personaggi che sostengono la Bruni, sono parte integrante del sistema massomafioso che da anni si muove in maniera trasversale per garantire agli amici degli amici lo status quo.

A sostenere la Bruni la paranza malavitosa che fa capo a Nicola Adamo, Iacucci, Graziano, Madame Fifì, Bevacqua, Boccia. A loro si è aggiunto il deputato grillino Riccardo Tucci, quello che gridava all’onestà e che oggi è stato rinviato a giudizio per truffa ed evasione fiscale per milioni di euro. Una scelta obbligata quella di Tucci, e non poteva essere altrimenti, tra ladroni si capiscono meglio. E per finire a questa bella compagnia si è aggiunto anche Carlo Tansi, il creatore del PUT (partito unico della torta) che porta come dote alla Bruni tutto il disprezzo che i suoi oramai ex sostenitori hanno manifestato nei suoi riguardi per questa ennesima assurda, quanto incomprensibile scelta, e non solo. Un personaggio che nell’immaginario collettivo è diventato il simbolo del politico banderuola. La rappresentazione plastica del politico imbroglione che predica bene e razzola male. Anche per Tansi non poteva essere altrimenti, dopo aver scritto per anni contro il Pd di Nicola Adamo, Guccione, Madame Fifì e compagnia bella, accusandoli di essere tra i promotori del disastro economico e sociale calabrese, alla fine si è alleato proprio con loro, e il motivo è vecchio come il mondo: fame e sete di potere e denaro, “qualità” che condivide con Nicola Adamo. Le affinità politiche tra Tansi e il Pd di Madame Fifì sono finalmente venute a galla. Sono della stessa pasta. Perciò si è alleato con loro: dopo tante giravolte i suoi sostenitori lo hanno abbandonato, e il suo potenziale elettorale si è ridotto al lumicino. Oggi Tansi elettoralmente vale quanto il grillino che gridava all’onestà Riccardo Tucci: niente. Diciamolo: non è un bell’acquisto per la Bruni, oramai assimilata dall’opinione pubblica alla stregua di questi cialtroni politici di cui si è posta a capo.

Nella coalizione che sostiene la Bruni non c’è un volto pulito. Sono tutti personaggi legati a doppio filo al saccheggio della sanità. Gli stessi che negarono alla scienziata Bruni i finanziamenti per le sue ricerche. Gli stessi che hanno distrutto la sanità pubblica per favorire quella privata riconducibile a loro, e agli amici degli amici. Ed è proprio su questo che si basa l’accordo trasversale tra Boccia e Occhiuto: la continuazione del saccheggio della già scarse risorse della sanità pubblica, e per continuare a fare questo bisogna fermare De Magistris. E a questa ennesima annunciata razzia la Bruni si è prestata, in cambio di qualche finanziamento e con la promessa di entrare nello staff del ministro Speranza. Insomma la Bruni non è Marie Curie. Non è la scienziata che lavora per l’umanità senza nulla a pretendere, altrimenti avrebbe rifiutato l’offerta proveniente da settori opachi della politica calabrese. I suoi interessi economici e di carriera, valgono di più di una scoperta scientifica a favore dell’umanità. Un vero scienziato non abbandona la propria ricerca per aderire ad una campagna elettorale non solo già perdente in partenza, ma soprattutto al fianco dei propri aguzzini. Una scelta, quella della Bruni che nessun scienziato al mondo riuscirebbe a spiegare.

Del resto basterebbe poco alla Bruni per meglio capire con chi ha a che fare, anche se lo sa benissimo: basta mettere su di un vetrino i volti dei personaggi che la sostengono e guardarli al microscopio, la loro virulenza sarebbe presto dimostrata. Ma la Bruni fa finta di niente, parla come se tutto questo non esistesse, parla di alleanze, ma in realtà è sola, e può contare solo sul pacchetto di voti messo a disposizione dell’apparato massomafioso mobilitato da Nicola Adamo e compari. Non esiste nessuna coalizione a suo sostegno. I calabresi sanno bene che votare lei significa votare il peggio della politica calabrese, e non si lasceranno abbindolare dalla “fama” della Bruni che in questo caso potrebbe tradursi tranquillamente in “fame di gloria”, anzi vanagloria.

La scienziata che promuove chi la ricerca e la sanità ha distrutto, continua a dire che lei ci ha messo la faccia e che è sicura di riuscire in questa missione impossibile. Ma non è Tom Cruise. La Bruni sa bene di essere una semplice prestanome della paranza di Capu i Liuni. E che le sue possibilità di vincere sono pari a zero. Ma nonostante ciò finge entusiasmo e determinazione. Segno evidente che si è già calata nel personaggio che deve interpretare per rendere credibile al sua partecipazione (fittizia) alle prossime elezioni regionali. E allora più che la faccia viene da dire che la Bruni in tutto questo c’ha messo tanto stomaco. Che è quello che serve per stare nella stessa stanza con personaggi con cui la gente onesta non prenderebbe neanche un caffè. E non serve certo uno scienziato per capirlo.