Calabria 2021, Bisignano. E la Lega presenta anche la figlia di Umilicchio Laqualunque

Umilicchio alias Cetto Laqualunque, al secolo Umile Bisignano, leggendario ex sindaco di Bisignano, condannato per concussione, ha tirato il coniglio fuori dal cilindro. E così nella lista della Lega Circoscrizione Nord per le prossime Regionali troviamo il nome di sua figlia Stefania. Una candidatura che va dritta nella direzione indicata dai “boss” del centromafia: se siete incandidabili o impresentabili, candidate i vostri figli. E così alla figlia di Claudio Parente e alla figlia di Pino Gentile adesso si aggiunge anche la figlia di Umilicchio. E in questo caso non è la prima volta che Cetto si aggrappa alla figlia.

Il codardo ed ipocrita anziché ammettere le proprie colpe per l’inefficienza della macchina amministrativa, e la scellerata gestione delle risorse pubbliche, nel 2017 aveva messo a punto un piano per rimanere attaccato alla poltrona. La candidatura a sindaco di sua figlia, la dottoressa Stefania Bisignano (povera lei, è giovane ed incensurata), mentre lui si sarebbe accontentato di un ”umile” ruolo da consigliere, per scongiurare come andava dicendo per comizi, in caso di conferma della sua condanna (poi puntualmente arrivata), lo scioglimento del consiglio comunale e la successiva nomina del commissario prefettizio.

Sempre nei comizi con lui sul palco a farla da padrone, c’era anche la povera figlia – impacciata – a leggere qualche foglio del programma della lista civica “Solidarietà e partecipazione”, e sembrava di stare di nuovo sui banchi di scuola.

Veniva fatto un interminabile elenco delle opere (eterne incompiute) con lavori iniziati nel 2006 e in alcuni casi eredità delle vecchie amministrazioni, per un decennio in stato d’abbandono ed ultimati in fretta e furia a tempo di record nel mese di maggio per prendere in giro la cittadinanza con un susseguirsi di tagli di nastri.

Umilicchio La Qualunque elogiava il suo capolavoro. Il PSC (Piano strutturale comunale), già redatto, altro non è che un “piano irregolatore” fatto su misura per gli amici degli amici, piccoli e grandi proprietari terrieri che vedrebbero cambiare la destinazione d’uso dei terreni oggi agricoli, in edificabili.

In particolare, emergeva che ad essere coinvolta nella speculazione sarebbe stata – come in effetti è stata – una nota imprenditrice del settore agroalimentare titolare di un’industria alimentare in un comune confinante che dà lavoro per la quasi totalità delle sue maestranze a cittadini residenti a Bisignano.

Considerando – quindi – che terreni con valore di mercato di 2 euro al mq verranno rivalutati a 25 euro al mq, si capisce che l’affare è andato in porto e una fetta di torta non manca per nessuno. Sui palchi continuava a dichiararsi “povero ed umile”, ma dietro le quinte in barba a tutti i progetti faceva e fa affari milionari tradendo la cittadinanza che già per due consiliature gli aveva dato fiducia.

Nei comizi nel 2017 usava un tono pacato che lo faceva sembrare quasi noioso, mentre le sue famose incazzature alla Cetto mancavano a tutti; “onestà” era diventato il suo motto, essendo già certo della vittoria pur perdendo le elezioni, che erano state vinte dai compari del Pd che hanno fatto il suo gioco anche grazie al lavoro del signor Roberto Prezioso, suo cognato nonché factotum da decenni al servizio della famosa azienda dell’hinterland di Bisignano. Per non parlare dell’altra azienda famosa, quella che sparge veleni su tutto il territorio, che continua a fare i suoi porci comodi sversando ara mmucciuna (per modo di dire) tutti suoi rifiuti tossici.

Ora, dopo 4 anni, si torna a votare anche a Bisignano e – sputa che ci indovini – Stefaniuccia bella di papà Umilicchio Laqualunque è di nuovo in campo anche con il sostegno di quel che rimane dei “giovani/vecchi” e del Pd-P2 che da queste parti risponde agli ordini di Nicola Adamo e stavolta anche con maggiori possibilità di successo, visto che gli avversari si chiamano Veronique Capalbo e il solito Francesco Fucile. E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine.