Il marito di Maria Antonietta Ventura, candidata – appena ritiratasi – dal Pd alla presidenza della Regione Calabria è Cosimo De Tommaso, attuale sindaco di San Lucido, piccolo centro del Tirreno cosentino. De Tommaso è cosentino e ha fatto politica sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. Dal Patto Segni di Tonino Perrelli è approdato nelle truppe cammellate dei Cinghiali di Cosenza, al secolo Pino e Tonino Gentile, con le referenze della “banda” degli industriali cosentini, dalle quali poi è uscito dopo essere stato umiliato e mortificato nelle sue ambizioni. Per buttarsi infine nel centrosinistra ed essere eletto sindaco a San Lucido. Di professione, De Tommaso produce scarpe ma tutti sanno che il suo vero “tesoretto” stava e sta nel matrimonio con la Ventura, figlia del potentissimo Francesco, deus ex machina di un’azienda di costruzioni ferroviarie famosa in tutta Italia e soprattutto al Sud.
Ma la Ventura non è stata certo scelta perché è bella o brava o perché è la moglie di De Tommaso. Abbiamo appreso da “Domani”, il quotidiano di De Benedetti, che Maria Antonietta Ventura è stata scelta con la benedizione del dem Francesco Boccia, che conosce bene la Ventura, nata e cresciuta a Bisceglie, Puglia.
Già, la Puglia. Visto e considerato che la signora Ventura e il signor De Tommaso non potevano certo “smontare” le notizie riguardanti l’inchiesta Passepartout della Dda di Catanzaro per la quale il fratello della signora, Pietro, è sotto processo con le accuse di associazione per delinquere e corruzione per far parte di una “cupola” insieme a soggetti del calibro di Nicola Adamo, Giuseppe Lo Feudo, Luigi Zinno, Rocco Borgia e dello stesso Mario Oliverio, hanno provato a difendersi con i casini dell’azienda Ventura in Puglia.
La Dda di Lecce ha indagato a lungo su un sedicente Consorzio armatori ferroviari del quale faceva parte anche l’azienda Ventura e così abbiamo scoperto che è stata disposta una interdittiva antimafia per le aziende di questo Consorzio e in particolare le indagini sulla Ventura hanno rivelato corruzione aggravata, violazione delle norme sul finanziamento dei partiti politici e turbativa d’asta. Ma c’è di più: per il reato di corruzione aggravata l’azienda Ventura ha patteggiato un anno di pena, con il quale probabilmente ha cercato di attutire le conseguenze dell’interdittiva antimafia.
Ed è a questo punto che, forse memore del suo passato di portiere della Torre Alta, gloriosa squadra di quartiere cosentina degli anni Sessanta e Settanta, scende in campo il prode De Tommaso. Che ci manda una mail con il seguente testo.

In merito alle notizie apparse su Iacchite’ in data 18.06 u.s. si precisa che l’azienda presieduta dalla candidata della coalizione di centrosinistra non è stata attinta da alcuna interdittiva antimafia. Le sorelle Ventura, indicate nell’articolo sono solo omonime della candidata e senza alcun rapporto di parentela con la stessa.
Dunque, nonostante la signora Ventura sia notoriamente nata e anche cresciuta in Puglia – altrimenti col cacchio che Boccia la proponeva a Conte… – il suo consorte prova disperatamente a minimizzare il suo coinvolgimento e persino a negare la verità che è sotto gli occhi di tutti. Perché le signore col suo stesso cognome magari non saranno davvero sue parenti (ma ci crediamo davvero pochissimo) ma non si può negare che in questa inchiesta della Dda di Lecce l’azienda “Francesco Ventura costruzioni ferroviarie Srl” ci sia impelagata fino alle… orecchie.
E allora abbiamo risposto per le rime via mail al signor Ventura, pardon De Tommaso, che ovviamente conosciamo personalmente e da molto tempo, al punto tale che lo abbiamo anche “aiutato” a battere la concorrenza di Luigi Novello per le elezioni di San Lucido. E questo è il ringraziamento… Ma torniamo alla risposta.
Caro De Tommaso, in questo articolo non si parla specificatamente delle sorelle Ventura ma dell’azienda Ventura, che risulta aver patteggiato una pena di un anno nell’ambito di un procedimento per interdittiva antimafia. In altri termini, le signore possono anche non essere parenti di tua moglie, ma l’azienda c’è ed è coinvolta fino al collo…
In particolare, Fersalento risulta socia del consorzio Armatori ferroviari, società leccese con sede in via Giammatteo, già raggiunta da un diniego della stessa Prefettura di iscrizione alla cosiddetta white list delle aziende. Del Consorzio Armatori fanno parte anche Globalfer e Francesco Ventura costruzioni ferroviarie…
… Nei confronti delle altre società, facenti parte del Consorzio Armatori, sulla “Francesco Ventura costruzioni ferroviarie” sono state svolte indagini per corruzione aggravata (per cui è stato patteggiato un anno di pena), violazione delle norme sul finanziamento dei partiti politici e turbativa d’asta.,.. Mi pare che si parli proprio dell’azienda Francesco Ventura o anche questa è omonima?
Tanto ti dovevo, spero vivamente che vogliate recedere da questo assurdo tentativo di consegnare la regione alla destra e finanche ai tuoi “nemici” Cinghiali.
Siamo veramente felici che abbiate finalmente capito che non era più il caso di continuare questa farsa.