Calabria 2021. Il castello d’argilla di Amalia e Letta sta crollando, si salvi chi può. La storia amara di Antonio Candela

Le nuvole incombono sul Largo del Nazzareno e nessuno si dice tranquillo. Non è tranquillo lo chansonnier di Parigi, il segretario Enrico Letta, impegnato nella campagna elettorale per il seggio di Montecitorio nel collegio rovente di Siena – e comunque ligio al “dovere” tanto da annunciare il suo arrivo in Calabria – e non sono tranquilli i notabili che già stanno alimentando le braci per cuocerlo dopo Ferragosto ormai passato. Il quadro generale è in evidente decomposizione, vuoi per il rapporto altalenante con quello che resta del Movimento 5 Stelle, vuoi per la “grana” del Monte dei Paschi, tanto che è già iniziato il toto-segretario da cambiare in corsa, prima della fine della legislatura, ma soprattutto prima delle votazioni per il successore al Quirinale.

E’ appena passata la stagione degli incendi ma i piromani politici sono ancora al lavoro. La puzza di bruciato – e non solo – è quella si avverte anche nella Calabria dove oltre ai boschi brucia pure la marmitta della candidata alla presidenza delle Regione Calabria, Amalia Bruni, per tutti conosciuta come Lady truffa. Ha bisogno di conforto e di solidarietà – specie dopo la scesa in campo di quel beone di Palla Palla -, quella solidarietà che non possono garantirle i “proconsoli” del Nazzareno già preoccupati a salvare lo sgabello e nemmeno i coniugi diabolici Adamo e Bruno Bossio: anche loro avranno problemi di riciclo nel mondo della spazzatura cosentina. Amalia allora rischia di restare sola con il suo fido scudiero Rubens Curia alias il “competente”, perché l’altro giullare Carlo Tansi – randellato a dovere dalla magara di Grimaldi o se preferite Madame Fifì – è prossimo all’ennesima “piroetta”, un minuto dopo la sua detronizzazione su un trono traballante e non ancora celebrato.

Fine della storia potremmo dire, ma le variabili sono tante e certamente nessuna è a favore della truffatrice della nicastrina, che qualora riuscisse a salvare il suo regno balneare deve sempre fare i conti con la questione morale, quella dei suoi compagni di merende, ma soprattutto la sua, quella collegata alla holding di famiglia ed ai tanti intrallazzi nella sanità regionale. E’ a caccia continua di solidarietà scritte, di manifesti che celebrino il suo molto presunto sapere, di veline stampa di infiltrati/e nei 5 Stelle e Boccia(te) a prescindere, ma soprattutto ha bisogno di una forte benedizione apostolica di quelle curie calabresi le cui frequentazioni oscillano fra vangelo e compasso, fra ostia e massomafia con l’intercessione del Richelieu di Calabria, Antonio Viscomi.

Il gioco della mantide della nicastrina è ormai scoperto, la gente legge e si interroga, riuscendo a farsi quattro conti in modo elementare tanto da comprendere il valore economico della truffa messa in piedi e che la credibilità si coniuga con moralità. L’ormai famosa ed irrisolta questione morale di Amalia Bruni, candidata del centrosinistra mafioso cosentino, dove l’ultima parola non è certamente della Regina del mondo di mezzo, ma dei calabresi che ormai hanno capito tutto di questa storia. La sua “gallina” dalle uova d’oro, Casa Alzal, sappiamo bene che non ha gradito che le toccassimo il business, ma era necessario non tanto per dimostrare (ché a Catanzaro e dintorni lo sanno tutti da anni), bensì per sottolineare come si possa lucrare sulla malattia e sulla disperazione delle famiglie e poi parlare di cura delle demenze e dell’Alzheimer vestendo i panni della scienziata e dimenticando l’indole e l’agire prettamente truffaldine.

Grande è la confusione sotto il cielo di Casa Alzal o forse è meglio dire che sono forti e anche criminali le protezioni ancora garantite dall’Asp di Catanzaro, dalla Regione Calabria e, perché no, anche dal Comune di Lamezia Terme, che oggi sono anche loro in bilico, perché si avverte il tintinnio delle manette. Casa Alzal non è un Centro Diurno per Demenze e non è nemmeno un Centro di aggregazione per anziani, non è niente se non una truffa enorme, anche perché parliamo di una struttura totalmente abusiva e realmente sconosciuta alla dimensione della legalità del settore socio-assistenziale. Cosa sia realmente non si capisce, perché se opera con anziani autosufficienti allora non può fare attività terapeutiche di nessun tipo; se invece opera con anziani non autosufficienti affetti da demenza ha bisogno di profili professionali identificati, quelli che non possono essere lasciati all’autogestione di volontari e familiari.

Vero è che anche Casa Alzal è una narrazione aggiuntiva della truffa di Amalia Bruni, la candidata “impresentabile” che ha coperto fino ad oggi i suoi loschi traffici sulla malattia con le complicità collaudate e con quelle ancora nascoste, quelle che magari il dottore Nicola Gratteri dovrebbe indagare, se ancora vale l’inciso che: chi ruba e lucra sulla malattia e gli anziani non può restare impunito! La cosa più importante in medicina? Non è tanto la malattia di cui il paziente è affetto, quanto la persona che soffre di quella malattia. (Ippocrate).

Alzate le mani al cielo, cantate il Magnificat della truffa, riunitevi in preghiera, è arrivata la “mistica” della nicastrina, la sua parola è verbo, il suo tocco è salvifico, la sua scienza è miracolo. E’ lei, Amalia Bruni, la beatitudine della demenza e dell’Alzheimer, è fede, speranza e carità, scelta da Dio padre per imposizione delle mani con il dono delle stimmate…

La Mamma Ebe della demenza ha costruito su queste paraculate il suo alone di santità a cominciare dalla cooperativa della nicastrina, i cui soci non sono esclusivi, passando per il carrozzone circense del CRN (Centro Regionale di Neurogenetica, fino ad arrivare alla holding di famiglia, l’ARN Onlus e Casa Alzal dove la politica losca ed inquinata lametina ha garantito appoggi e mazzette lautamente corrisposte dalle pompe funebri. Però Amalia Bruni, la Lady truffa della sanità calabrese, continua a parlare di questione morale, dimenticando volutamente la sua e si nasconde dietro l’ostensione delle sue stimmate sanitarie, fatte di miracoli e cure miracolose. Questo è il nuovo dizionario della medicina e della neurogenetica ed un altro capitolo del Romanzo della nicastrina.

Circa due anni addietro, nel settembre 2019 usciva un articolo su Amalia Bruni e sulla sua ricerca su una testata online “La Riviera” che titolava: Amalia Bruni, la scienziata calabrese a un passo dalla cura dell’Alzheimer”.  Resoconto giornalistico stranamente sparito dalla piattaforma web, perché si metteva in relazione il percorso di ricerca della scienziata della truffa e la possibilità di avere, quasi, scoperto una cura, definita miracolosa, forse è questo il motivo per cui è stato oscurato (?). Quien sabe…

Comunque in quanto veniva raccontato, ovviamente magnificando il lavoro della ricerca del CRN, che al momento si lamentava fermo per mancanza di fondi, si poneva l’accento sulla capacità ormai consolidata dal team della nicastrina, di identificare forme di Alzheimer precoci, ovvero quella che è stata la scoperta fatta da Amalia Bruni su Teresa, la casalinga calabrese di 44 anni, affetta da Alzheimer con una evidenza di ereditarietà dopo la ricostruzione dell’albero genealogico.

Mentre la ricerca sull’Alzheimer cammina nelle università e nei laboratori distribuiti sul pianeta ed anche a Catanzaro nell’Università Magna Graecia, nel tendone della truffa, ovvero il Centro Regionale di Neurogenetica di Amalia Bruni, si continua a menare il torrone sulla mancanza di fondi e su una ricerca che si è fermata. Quella ricerca fantasma inchiodata da decenni per l’inesistenza di laboratori abilitati spacciando per tali carcasse fantasma e dietro la quale si sono consumate le migliori nefandezze sui pazienti e sulle famiglie, vittime del gioco al massacro firmato da Lady truffa, da sempre assetata di denaro e di fama, l’unica vestale riconosciuta della scienza in Calabria. Era sempre lei, ci sembra giusto ricordarlo nuovamente, che nel convivio mangereccio dell’ARN onlus, che approvava i bilanci della holding di famiglia Sonni-Bruni, tracciando gli aspetti salienti del lavoro del CRN, diceva: «Fa quindi una panoramica su tutti i temi più spiccatamente scientifici seguiti nel Centro Regionale. Ed in particolare illustra le potenzialità del cosiddetto “vaccino” somministrabile ai soggetti a rischio di malattia d’Alzheimer». Rimandando tutti al prossimo appuntamento dell’Azheimer Fest 2018 in Trentino.

Non manca mai l’appuntamento per mettersi in vetrina e per esporre il suo pentolame Amalia Bruni, la mistica della nicastrina ed Alzheimer Fest è il palcoscenico preferito. Si accompagna in queste sue escursioni con la sua equipe circense del Centro Regionale di Neurogenetica, con la dirigenza della holding della truffa, l’ARN onlus, e narra delle sue prodigiose scoperte – immobili sulla lapide della nicastrina –, mette in mostra le sue “stimmate” consacrate alla medicina e porta in dono come i Re Magi il suo “miracolo”, quell’unto della “Signora della truffa”, al netto un povero Cristo, da esporre sul palcoscenico per celebrare la sua grandezza di scienziata e di mistica riconosciuta.

La sua storia ed il suo incontro con la “megera” della nicastrina la racconta meglio di noi il diretto interessato, il signor Antonio Candela di Cosenza, sulle sue pagine Facebook e sul suo blog personale, alle quali vi rimandiamo.

https://antoniocandelavirgilio.wordpress.com/2020/02/05/la-vera-storia-di-una-chiusura-di-un-centro-di-eccellenza-gia-prevista/?fbclid=IwAR11hujcJngny2Oct3hcadsCNcwYJykMuWOq80_JrsNL7WGy5csrTnkNJ-s

Noi questa “storia” l’abbiamo scoperta quasi per caso, ascoltando e leggendo le tante confessioni – perché è giusto chiamarle così – che abbiamo ricevuto non appena ci siamo avvicinati allo sconosciuto mondo di Amalia Bruni, comprendendo che tutto quello che si nasconde dietro è solo una truffa e che i malati, come Antonio Candela, sono vittime ed al tempo stesso moltiplicatore economico della banda di Lamezia, la cui ragnatela sta venendo ormai fuori.

La sua storia, come scrive Antonio Candela, ha inizio nel 2015 quando entra in contatto con Lady truffa ed il suo team. Gli viene diagnosticato «in base ai sintomi e agli esami strumentali Alzheimer Precoce variante Posteriore, il tutto certificato con diagnosi e ripetuto negli anni a venire, con ingresso in piano terapeutico per avere a disposizione i farmaci RIVASTIGMINA e MEMANTINA, unici per il trattamento delle DEMENZE. Peggioravo sempre di più, poi con l’intervento di un ricercatore rimasto sempre nell’ombra perché restio a pubblicità integrai altri farmaci, i cosiddetti DOPAMINICI e da lì iniziò la mia lenta risalita».

Facciamo noi un inciso sulla base di quanto ci è stato narrato. Le diagnosi definiamole pure “creative” non sono nuove nel Centro Regionale di Neurogenetica e la vicenda di Antonio Candela è la conferma di quanto in tanti ci hanno raccontato. Nello specifico, oltre alla diagnosi di Alzheimer precoce variante posteriore, la neurologa che firmò proprio nel 2015, la dottoressa Chiara Cupidi, un altro medico contrattualizzato dall’ARN onlus, si sbizzarrì evidenziando patologie che francamente poco si giustificano con la vita del paziente, un soggetto capace di interloquire, di sostenere anche una intervista televisiva e di scrivere un libro, oltre che molto presente sui social come si può verificare.

Certamente noi non possiamo essere precisi nello spiegare il dubbio, lo stesso che ha avuto il signor Antonio Candela, perché non tecnici della materia, ma tutto non si può liquidare con “l’esame obiettivo neurologico” che per quanto abbiamo avuto modo di valutare ci dovrebbe presentare un soggetto totalmente incapace di parlare, capire e scrivere e non è così. Lo stesso dubbio quando si parla di Alzheimer con variante posteriore, quello che tecnicamente si chiama sindrome di Benson, le cui complicazioni cliniche non sono assolutamente compatibili con il soggetto di cui stiamo parlando. La domanda, che poi è la stessa che molti familiari si sono fatti, è una sola: chi imponeva la stesura di diagnosi false? C’era l’esigenza di rappresentare una clinica ed uno studio di ricerca per giustificare, con un falso documentale, i soldi che si truffavano? Oppure il medico che aveva fatto la diagnosi creativa, magari su imposizione, sta alla medicina come il cavolo a merenda? La verità per come emerge può essere una sola: che molte delle cartelle cliniche su cui si fonda il prestigio del CRN e della ricerca di Amalia Bruni è fatto di documenti falsi! Un altro capitolo grottesco del Romanzo della nicastrina.

Dobbiamo avere il diritto di fare degli errori. La medicina è così imperfetta che è impossibile sapere per certo, prima di trattare un paziente, quale sarà il risultato. Ogni terapia è sperimentale e ogni medico sollecito deve correre dei rischi, se vuole aiutare i suoi pazienti. L’incompetenza è un’altra questione: se un medico è incompetente non dovrebbe praticare la medicina e basta. (Patch Adams)

Ma Antonio Candela era funzionale in quel momento alla “truffa della nicastrina”, così veniva esibito come un oracolo, portato in processione per magnificare il valore terapeutico e miracoloso della cura di Lady truffa. Ma il giocattolo si rompe molto in fretta, lo dice sempre Antonio Candela nei suoi scritti: «C’era una sinergia tra noi, si era formato un gruppo coeso, si parlava di noi, di me, dell’uscita del mio primo libro, caso raro che un ammalato di Alzheimer poteva accingersi a scrivere un libro! Io diventavo sempre più ingombrante, i giornali parlavano di me, in tv si parlava di me, i giornali scientifici parlavano di me, stavo diventando ingestibile, così dapprima scherzando poi lentamente assumendo i caratteri più ufficiali mi fu comunicato di smorzare i miei impegni, potevo restare nelle Fondazioni come socio, ma principalmente come ammalato di Demenza, niente più clamore, stavo suscitando troppa curiosità, il mondo scientifico si domandava come era possibile il tutto».

Il mondo scientifico si domandava: com’era possibile? Suona il campanello d’allarme e bisogna ritirare le truppe, si ritorna sotto traccia. Come spiegare al mondo scientifico che è una truffa? Costruita su cartelle cliniche false, su diagnosi creative e poco indagate? Che la celebrazione di Madonna Amalia è blasfemia pura e forse pure un reato?

E così, come continua a raccontare Antonio Candela «Lentamente la mia storia uscì dalle mura dal centro, spargendosi in giro dapprima in Calabria, in Italia e poi in Europa e nel mondo. Forse fu proprio questa risonanza mediatica imprevista  la causa del mio forzato allontanamento dal centro dopo vari anni, su invito tramite email a cambiare centro».

Non serve aggiungere altro a quello che in parte abbiamo estrapolato dagli scritti di Antonio Candela e che tutti possono andare a leggere in modo integrale, ma un fatto resta ed ha un valore di gravità ancora più grande di qualsiasi scoperta possa aver mai fatto Amalia Bruni. Il Centro Regionale di Neurogenetica è di fatto il suo regno e lei, la Regina della truffa, lucra sul dolore delle famiglie e decide chi può entrare e chi diventa non gradito. Dimentica però la candidata alla presidenza della Regione Calabria, sostenuta dai suoi complici di delinquenza, che la struttura che dice di gestire viene pagata con i soldi dei contribuenti e mai nessuno può decidere se trattare clinicamente un malato o buttarlo fuori a calci in culo, perché fa discutere: questo si chiama interruzione di continuità assistenziale, un reato se dovesse essere sfuggito e tutto questo lascia ancora più aperta la “questione morale” della Lady truffa.

La storia è andata avanti e per quanto sappiamo Antonio Candela è ancora vivo, emarginato dalle cure in Calabria per una scelta di corporativismo criminale di tutti i soggetti che ballano intorno e con Lady truffa e non è nemmeno riuscito ad avere una risposta o se volete una forma di giustizia, per essere stato usato e truffato. Già, perché tutti gli avvocati da Cosenza a scendere, toccando ovviamente anche Catanzaro, la città della massomafia, hanno ritenuto utile non dare seguito a nessuna rivendicazione, perché la “divina” della nicastrina è intoccabile per le sue protezioni che traballano fra medicina e massomafia.

“Diamoci del tu”… E la storia continua… Per arrivare a settembre mancano ancora due lunghissime settimane.