Calabria 2021. Il j’accuse di Ugo Vetere: “Destra e sinistra hanno un solo obiettivo: lo sfascio della sanità per controllare soldi e voti”

In questi giorni si sono tenuti molti incontri tra i candidati consiglieri alle elezioni regionali. Soliti dibattiti sui fondi europei, pandemia, investimenti, opere, turismo. Progetti, analisi, massimi sistemi. Parole uguali, stanche e vuote che evitano di scendere sulle cause precise, nel particolare, sulle responsabilità. È là che bisogna intervenire. Si capirà allora la sorpresa quando in sei minuti il candidato Ugo Vetere, della coalizione civica che sostiene De Magistris, risponde ad Antonio De Caprio (elemento dell’armata di impresentabili del centromafia, pardon centrodestra) sul perché la sanità è ridotta male.

Il suo non è un comizio, ma un’esposizione di date e fatti come potrebbe (e dovrebbe) fare qualsiasi giornalista di fronte a chi ha governato e si ripresenta ancora e ancora. Fatti e situazioni di cui scriviamo da tempo per cui è sufficiente riproporlo. I nomi non li fa, ma descrive bene chi sono e non è difficile arrivarci.

“Dobbiamo partire da dietro. Da quello che è stato. Ci sono i padroni della sanità calabrese che sono ben collocati e posizionati in alcune liste che si presentano. Ci sono titolari di cliniche che sono stati assessori e consiglieri regionali e allor quando non si possono candidare candidano le proprie mogli (riferimenti lampanti alla figlia di Claudio Parente per Catanzaro e alla moglie di Luca Morrone per Cosenza, ndr).

Ci sono ex sindaci che fanno campagna elettorale per tutelare la propria clinica sull’Alto Tirreno Cosentio e nessuno dice nulla (riferimento chiarissimo a Vincenzo Cascini, ex sindaco di Belvedere, ndr).

Vorrei ricordare che quando sono stati chiusi diciotto ospedali il presidente si chiamava Scopelliti e c’era un consigliere che si chiama Occhiuto, attuale candidato presidente della Regione Calabria.

Vorrei dire che i dirigenti nominati in Calabria e non dal commissario sono nominati dalla politica e in particolare da alcune famiglie di centrodestra e di centrosinistra. E non da oggi.

Possiamo dire che questi signori utilizzano la dirigenza della Calabria per continuare a dare consenso ad alcuni soggetti ben conosciuti che oggi non si possono presentare e candidano i figli. Erano candidati e hanno avuto ruoli in città importanti. E si candidano non per lo stipendio da consigliere, ma per continuare a controllare quello che c’è dietro la sanità.

Ci sono medici che lavorano giorno e notte e vengono buttati via. Nel 2009 mio padre non trovò un posto in terapia intensiva, quindi ben prima della pandemia.

Parliamo del mancato rispetto delle decisioni delle autorità giudiziarie che prevedevano determinati ruoli.

Parliamo della lotta politica tra i tre ospedali di Praia, Cetraro e Paola non per i servizi, ma per accaparrarsi il potere politico che ne deriva.

La sanità è allo sfascio anche per il commissariamento, ma soprattutto perché la politica di destra e sinistra ha un solo obiettivo: mantenere la sanità in questo stato per controllare soldi e voti.

Questi sono i temi veri sui quali si dovrebbe dibattere. Praticità e immediatezza. E come sulla sanità si dovrebbe parlare in questi termini di opere pubbliche, terme, fondi, precariato ecc.

Si può aggiungere solo una domanda: i candidati in altre liste possono permettersi di parlare altrettanto chiaramente di questi temi? E in questo caso, perché non lo fanno? Forse perché giocano tutti con la stessa squadra – tranne uno?