Calabria 2021, il “signor” Gallo e l’affare (elettorale) dei Consorzi

di Saverio Di Giorno

Che gli assessorati siano dei bancomat non è un mistero: avere possibilità di aprire e chiudere i rubinetti di soldi e nomine è come avere la valvola del gas che tiene in vita un malato. E a queste bombole sono legati decine e decine di dipendenti … e quindi elettori. Continuiamo la saga riguardante Gallo.

L’assessore all’Agricoltura appena riconfermato dal presidente parassita ovvero Gianluca Gallo è probabilmente il politico calabrese più votato della storia, molto più di Gentile nel suo periodo aureo, tanto per intenderci. Iacchite’ sta passando ai raggi X i mille tentacoli di mister preferenza e tra le segnalazioni arrivate una ricorda una vecchia storia di cui avevamo già scritto. Un piccolo tassello in più che contribuisce a spiegare la straordinaria performance. Oltre a Calabria Verde, short list, Arcea ci sono anche i consorzi.

La segnalazione arrivata riguarda proprio Arcea e racconta “di assunzioni pilotate fatte dai politici della precedente giunta e pare sapessero molte cose di una certa Grosso Ciponte, imposta dall’ex presidente Oliverio… “ (l’articolo completo https://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-arcea-ecco-perche-lassessore-gallo-rinnovera-i-contratti-dei-clienti-di-palla-palla/ ). Questo cognome non è nuovo ed è legato ad un’altra vicenda sempre riguardante il mondo dell’agricoltura.

Qualche mese fa alcuni soci del Consorzio del cedro di Calabria facevano pervenire una lettera in cui denunciavano alcune irregolarità nella gestione del consorzio. http://www.iacchite.blog/consorzio-del-cedro-una-storia-avvolta-dai-misteri-e-da-flussi-poco-chiari-di-centinaia-di-migliaia-di-euro/. Il presidente aveva risposto addirittura con dei manifesti affissi per le strade dell’Alto Tirreno. Cosa si denunciava? Sostanzialmente una gestione fallimentare, mancato riconoscimento del prodotto, scorte nei magazzini fatte marcire, il tutto a dispetto di finanziamenti milionari, uno su tutti ammontava a “poco meno di un milione e mezzo nell’anno 2016/2017 con il PSR 2014/2020″. Nello stesso periodo però, avevamo verificato, il fatturato del consorzio si è ridotto del 46%. Un consorzio del genere che non funziona significa agricoltori non pagati, ditte in difficoltà ecc. Insomma dove sono finiti questi fondi erogati dalla regione? E perché la Regione continua a finanziare un’attività fallimentare?

La lettera era indirizzata a Spirlì, all’assessore Gallo e al direttore di struttura Giacomo Giovinazzo e tirava in mezzo come corresponsabile, oltre al presidente del consorzio (Adduci), anche la direttrice “la dott.ssa Grosso Ciponte Rachele (anche quest’ultima percepiva un lauto stipendio)”. Ecco di nuovo che torna il cognome! La nuova segnalazione arrivata forse risponde a quella domanda, ma ne apre di più inquietanti. Se è vero che Gallo l’abbia “presa a cuore” allora forse si spiega perché nessuno è mai intervenuto sulla situazione del consorzio. Una risposta poco consolatrice.

Ma quello di questo consorzio è un caso. Si spera isolato. Perché altrimenti quante altre realtà ci sono sparse in giro per la Calabria? Quanti altri milioni dati in giro senza nessun aiuto al territorio? Poi c’è da fare un ragionamento: soldi, amicizia, mancati controlli. Non si fa tutto questo a vuoto, a meno che si è incapaci e il signor Gallo di certo non lo è. Bisognerebbe sovrapporre la dislocazione geografica delle preferenze del signor Gallo e vedere se corrispondono ai luoghi di queste situazioni.

O Gianluca Gallo chiarisce queste situazioni che stanno emergendo, provvede ai controlli, alle verifiche e alle dovute spiegazioni o il sospetto che si sia creato un tornaconto elettorale peserà sempre di più. E la sua performance non sarà poi tanto straordinaria, anzi … la solita vecchia storia.