Calabria 2021. La pagliacciata di Vibo costa cara a Robertino il cazzarino

Dicono che Roberto Occhiuto, fratello minore di Mario il cazzaro e perciò detto “Robertino” ma anche “il cazzarino” in queste ore sia sull’orlo di una crisi di nervi e di isteria. La pagliacciata di sabato a Vibo Valentia con la quale avrebbe voluto convincere anzitutto se stesso e poi tutta la Calabria che è stato incoronato candidato del centrodestra alla presidenza della Regione si è risolta in una clamorosa disfatta o se preferite in un clamoroso autogol o in un “suicidio perfetto”.

Nei fatti, è stata un’ufficializzazione… informalecome si diceva. E a domanda specifica, lo stesso Mangialavori, il senatore che rappresenta i clan del Vibonese e che era stato individuato da Occhiuto junior per l’annuncio “ufficiale”, non ha potuto che ammetterlo.

Le tragicomiche cronache e i penosi retroscena del sabato vibonese riferiscono che sia Occhiuto che Mangialavori erano asserragliati nel quartier generale del senatore affiliato al clan Anello di Filadelfia, attendendo notizie dalla Capitale. Ma la riunione tra i massimi rappresentanti nazionali dei partiti di centrodestra è saltata e il minore dei fratelli Occhiuto ha avuto una crisi isterica: urlava come un dannato… Secondo alcune indiscrezioni, la riunione sarebbe saltata perché sul piatto sono stati messi i candidati di altre competizioni elettorali e la Calabria sarebbe stato l’ultimo dei pensieri dei big del centrodestra: l’ultimo buttuni da vrachetta diremmo a Cosenza. Secondo altre indiscrezioni, invece, pare che Robertino il cazzarino si sia impuntato contro Mago Spirlì, urlando ai suoi sodali che non lo vuole nella funzione di vicepresidente. Ma questa tesi è sembrata molto “pilotata” dagli stessi ascari del fratello furbo del cazzaro.

Nonostante gli intoppi, tuttavia, Occhiuto e Mangialavori hanno dato il via ugualmente alla pagliacciata vibonese sulla fatidica scalinata della Cerasarella soprattutto per la frenesia dell’aspirante “presidente” ma dopo poche ore tutti – ma proprio tutti – si sono resi conto del guaio che avevano combinato e così è andato in scena il grottesco dietrofront della serata con un comunicato firmato dal capo del clan Anello di Filadelfia: «L’incontro di oggi a Vibo Valentia era finalizzato all’avvio di un dialogo con i cittadini e le forze produttive e sociali calabresi; non aveva, dunque, lo scopo di anticipare un annuncio che, come da prassi nel centrodestra, spetta esclusivamente ai segretari nazionali dei partiti che compongono la coalizione, così come già avvenuto per le candidature di Roma e Torino e come avverrà per tutte le altre città al voto».

Tutto il centrodestra, dunque, a partire dalla stessa Forza Italia, per continuare con Fratelli d’Italia e per finire soprattutto con la Lega, non solo si è infastidito per l’assurda pagliacciata vibonese ma ha mandato a dire a Occhiuto e Mangialavori che la storia del candidato ufficiale non solo è rinviata ma è praticamente chiusa. Con una figura barbina destinata a rimanere agli annali, più o meno come quella di Mario il cazzaro quando fu clamorosamente trombato a favore della povera Jole Santelli.

Oggi, a circa 48 ore dalla pagliacciata, i contorni della disfatta sono ancora più chiari. L’annuncio ufficiale non solo non arriva ma viene continuamente rinviato e circolano già i nomi dei candidati pronti a “uccellare” Robertino il cazzarino, sui quali vi informeremo a stretto giro di posta. E gli addetti ai lavori hanno già sdoganato le prime metafore per prendere per il culo gli Occhiuto risfoderando i famosi corsi e ricorsi storici delle loro tragicomiche mancate candidature alla Regione. Dal crociato che non tornò più a casa alla gatta presciarola e c’è da giurare che da qui a qualche ora l’elenco si allungherà. Povero Robertino!