Non è bastata la squallida figura rimediata dopo l’abbandono (scontato) della candidata Ventura ai capibastone del Pd, insistono e rilanciano: il casting per la scelta di un nuovo/a candidato/a alle regionali d’autunno in Calabria, è di nuovo aperto. Venghino signori e signore. Lo spettacolo è assicurato. La giostra riparte. Non si sono posti neanche per un solo secondo il problema, prima di aprire il casting, di spiegare ai calabresi il perché di questa sciagurata scelta: la grave situazione giudiziaria in cui versa l’azienda Ventura era a conoscenza di tutti, e non serviva certo uno scienziato per capire che sarebbe “scoppiata” prima o poi, con grave danno all’immagine stessa del Pd, così come è stato. Ma i capoccia romani se ne sono altamente infischiati, il bene degli amici degli amici viene prima di quello del partito e dei suoi elettori.
Già, perché la Ventura era stata scelta dalla paranza massomafiosa calabrese come garante del patto trasversale tra i partiti di destra e sinistra e gli amici degli amici, e non si poteva fare altrimenti. L’unica voce che il Pd ascolta è quella dei capi paranza. E quando la paranza dà un ordine, va eseguito, costi quel che costi. Del resto era stato lo stesso Boccia a garantire per la Ventura, e a minimizzare i tanti guai giudiziari dell’azienda di famiglia, rassicurando Letta e Conte sulla “tenuta” della sua candidatura, e che nessuno avrebbe osato tirare fuori i fantasmi dall’armadio di casa Ventura. E così è stato. Solo la nostra testata, all’indomani della diffusione della nota ufficiale del Pd che annunciava la candidatura della signora Ventura, ha pubblicato tutti i casini e i contatti con la mafia dell’azienda Ventura. E nonostante ciò Boccia ha continuato ad insistere su questa candidatura, come a dire: di quello che dite, scrivete o pensate voi e i calabresi, non me ne frega niente, la candidatura della Ventura non si tocca. Il patto stipulato con i massomafiosi per far vincere Occhiuto e scongiurare il pericolo di vittoria di De Magistris, non si può rompere. Questo diceva Boccia.
Conte, Letta, Boccia, Graziano e Melicchio hanno difeso a spada tratta la candidatura della signora Ventura, ed ora che l’avventura della signora Ventura è arrivata allo scontato epilogo, non hanno nulla da dire. Sono tutti chiusi in un vergognoso silenzio. Non una parole di scuse ai calabresi, alla propria base per questa scelta che si è rivelata l’ennesima truffa che i marpioni ammatassati con la massomafia del Pd, volevano rifilare ai calabresi. Se non fosse stato per l’ennesima interdittiva antimafia emessa dalla procura di Lecce nei confronti dell’azienda della famiglia Ventura, nessuno di loro avrebbe mai fatto un passo indietro o di lato, e la signora Ventura avrebbe continuato a fare da prestanome agli amici degli amici. Conte, Letta, Boccia, Graziano e Melicchio sono stati costretti dagli eventi esterni a mollare la Ventura, che aveva accettato convinta, dalle chiacchiere di Boccia, che avrebbe goduto di tutte le coperture del caso. Ma così non è stato, le ombre che aleggiano sulla condotta dell’azienda Ventura, per nostra fortuna sono diventate di dominio pubblico, e la truffa è stata sgamata.
Ora restiamo in attesa di sapere chi parteciperà al nuovo casting del Pd per capire quale “soggettame” si farà avanti per prendere il posto da prestanome lasciato dalla signora Ventura. Perché per il Pd il patto con la massomafia resta valido, e la sola cosa che cambia è l’identità della persona, e loro sono sicuri di trovare qualcuno altro disposto a recitare la parte del candidato. Tanto l’agenda del Pd di loschi personaggi invischiati in storie di malaffare disposti a scendere in campo in cambio di denaro e benefici, è piena. Vedremo fino a che punto arriva la loro faccia tosta. E la saga continua.