Calabria 2025. Giorgia a Lamezia, la sera dei “miracoli”

Ormai Giorgia Meloni si è definitivamente calata nella parte della molto presunta statista, che pensa davvero di decidere le sorti del mondo e che l’Italia in tre anni è diventata improvvisamente credibile a autorevole. Con tutte le proporzioni del caso, in fondo, è la stessa favoletta che ci racconta Occhiuto per la Calabria. E così a Lamezia è andata in scena la deprimente convention di un centrodestra destinato a vincere quasi per inerzia grazie all’inconsistenza del molto presunto avversario.

Ma qui in Calabria abbiamo il paradosso dei paradossi. Oggi Giorgia Meloni viene a chiedere voti per Occhiuto dopo avere pacchianamente pilotato quell’inchiesta per corruzione che pende ancora sulla testa del candidato e ha determinato mille problemi nelle file del suo stesso partito rispetto all’opportunità di ripresentarlo. Con tanto di candidatura “commissariale” della sottosegretaria Wanda Ferro per prepararsi a scenari prevedibili e scontati ma che evidentemente non si sono potuti anticipare.

Giorglia Meloni non nomina mai la magistratura per la Calabria. A differenza di tante altre occasioni nelle quali era stata molto pesante con i magistrati, con tanto di citazioni specifiche, per la procura di Catanzaro non c’è stata nessuna menzione. Solo un generico riferimento, giusto a mo’ di allusione, ma niente di più.

«Grazie a Roberto Occhiuto per averci voluto qui oggi – ha detto Meloni–. In realtà ci ha chiamato un po’ prima del tempo, ma la sua scelta delle dimissioni la comprendo e la condivido. Racconta chi siamo: per noi sono sempre i cittadini a dover dire se si fidano, sono loro a metterci in sella e gli unici a poterci mandare a casa. Questa è la nostra idea di democrazia e finché abbiamo questo, tutto il resto si affronta a testa alta».

Sarebbe davvero il caso di stendere un velo pietoso sul concetto di democrazia della Nostra, ma qui siamo davvero al delirio perché si arriva alla contraddizione e addirittura al doppio gioco dell’inchiesta prima invocata e poi criticata sia pure a mezza bocca. Della serie tutto e il contrario di tutto. Una battuta, tuttavia, le è riuscita. Quella sul reddito di regionalanza per irridere l’avversario. Ma non ci voleva uno scienziato, per fare il verso alla premier.

Se dovessimo sintetizzare il comizio della Meloni non potremmo che andare a parare sul miracolo. Non neghiamo di aver avuto un istintivo moto di ilarità quando Giorgia ci ha rivelato che sulla stampa estera si scrive di “miracolo italiano” e non stiamo qui a confutare tutte le baggianate che gli avrà scritto qualche economista prezzolato. Un “miracolo” che si accoppia mirabilmente a quello… della Calabria di Occhiuto, che come tutti sanno esiste solo nella sua mente poliedrica e variegata. L’annuncio dell’avvio dell’iter per la conclusione della gestione commissariale della sanità in Calabria voleva essere il colpo a sorpresa ma era così scontato che la gente nemmeno se n’è accorta, al contrario dei giornalisti a libro paga che già sapevano come avrebbero dovuto titolare. Eh sì, anche questo fa parte del pacchetto dei miracoli.