Calabria 2025. Il Fatto analizza le macerie di Occhiu’: niente lavoro e strade, sanità a pezzi e scandali a tavoletta

di Lucio Musolino

Fonte: Il Fatto Quotidiano

“Faremo una campagna elettorale sui fatti, di ciò che è stato realizzato, come è giusto che faccia chi si ricandida e chiede ai calabresi fiducia”. Guai giudiziari, sanità, lavoro, infrastrutture: sono proprio i fatti a mettere in croce Roberto Occhiuto,il presidente della Regione che si è dimesso costringendo la Calabria a tornare alle urne il 5 e il 6 ottobre, con un anno e mezzo di anticipo. Un bilancio non così entusiasmante se si esce dai re e l del vicepresidente di Forza Italia. “In 4 anni più che in 40” è il suo slogan. La realtà, però, è diversa. E questo al netto delle grane con la giustizia.

INCHIESTE. Il presidente ricandidato è sotto inchiesta per corruzione: i pm di Catanzaro stanno indagando sul suo cerchio magico dove bazzicava, fino a poco tempo fa, Paolo Posteraro, recordman di incarichi e nomine. Occhiuto e Posteraro erano soci in almeno cinque Srl, di cui la “Tenuta del Castello” nel 2022 ha ricevuto dall’Unione europea “un finanziamento di 58 mila euro”. Importo che, per le Fiamme Gialle, “sembrerebbe fosse stato distratto, in poco più di un mese”. Tra i beneficiari lo stesso Occhiuto e per i magistrati “emerge il fumus di una malversazione di erogazioni pubbliche nonché, qualora fosse accertata la carenza dei presupposti per l’ammissione al finanziamento, di truffa aggravata”.

Sulla scrivania del procuratore Salvatore Curcio c’è poi il secondo filone dell ’inchiesta: quello sulla sanità regionale dove è indagato Tonino Daffinà, fedelissimo del governatore: pur non lavorando alla Regione era solito interessarsi a favore di imprese operanti nel settore sanitario “per agevolarle nell’ottenimento di provvedimenti da parte del commissario ad acta Occhiuto”.

E così Daffinà e le sue società di consulenza – annotano gli investigatori – “hanno visto crescere esponenzialmente il proprio fatturato apartire dalla fine del 2021, quando Occhiuto è stato eletto presidente”.

SANITÀ. La sfida di abbassare sensibilmente i conti per assicurare ai calabresi le cure fuori regione è persa. Come ha fatto notare Santo Gioffré, ex commissario dell’Asp di Reggio Calabria e autore del libro Tutto pagato sul saccheggio della sanità calabrese, “con Occhiuto dal 2021 il costo per l’emigrazione sanitaria è cresciuto di ben 63 milioni di euro”. I dati del Fondo sanitario nazionale e di quello regionale raccontano che, solo tra il 2023 e il 2024, la cifra che l’Ente ha pagato per le cure dei calabresi fuori Regione è passata da 252 a 304milioni. Anche l’uscita della Calabria dal commissariamento è rimasta solo sul programma del centrodestra. Una promessa mantenuta col trucco, invece, quella dell’approvazione dei bilanci dell ’Asp di Reggio Calabria. Non avveniva da anni perché l’Azienda non aveva la contabilità per riconoscere i debiti.
Sotto la guida di Occhiuto, miracolosamente, di bilanci ne vengono approvati ben nove (dal 2013 al 2021), ma senza pezze giustificative.

Drammatico, inoltre, è il report dell’Agenas su cosa la Regione avrebbe dovuto realizzare entro il 30 giugno 2026 coni fondi del Pnrr: delle 63case di comunità, 61 non esistono. E dei 20 ospedali di comunità previsti? Ad oggi non ce n’è nessuno. Il risultato è zero posti letto per i calabresi.
Pure sul fronte del personale, la sanità è al collasso. I medici cubani hanno la data di scadenza stampata in fronte. Al concorso del 2024, per 145posti sono stati assunti solo 90 medici.
Al momento è aperto un bando che certifica i numeri dell’emergenza: servono ancora 705 medici. Numeri impietosi come quelli delle liste d’attesa snocciolati dal segretario del Pd Nicola Irto: “I tempi sono doppi rispetto ai limiti di legge: 190 giorni per una colonscopia e fino a un anno per una mammografia. Questo mentre l’89% delle risorse assegnate alla Regione per abbattere le liste è rimasto inutilizzato. Parliamo di oltre 38 milioni di euro su 43”.

LAVORO E STRADE. Per l’Eurostat, la Calabria ha un tasso di occupazione del48,5%, il più basso d’Europa dove la media è del 75,8%.
E le infrastrutture? Si pensa al Pontesullo Stretto, ma a queste latitudini mancano strade, scuole, ospedali e ferrovie.L’Alta velocità rimane un miraggio. Perfarla Occhiuto confida “che il governo nazionale trovi il miliardo che serve per arrivare a Praia a Mare”, cioè sull’Alto cosentino. In realtà, l’Alta velocità dovrebbearrivare a Reggio Calabria e di miliardi neservono 17. Ma di questo, in campagna elettorale, non se n’è parlato…