Calabria 2025. La carica dei vibonesi: pronti al via ronzini, brocchi e somari. Chi offre di più?

Calabria 2025. Pronti al via ronzini, brocchi ma anche somari

di Rocco Tripodi 

Le scuderie della benemerita “San Vincenzo”, dove trovano cristiana accoglienza ronzini e brocchi ormai scartati dalla società civile, sono pronte a liberarli a briglia sciolta in un impietoso, squalificante agone politico che appassiona ormai solo i loro familiari, i loro creditori, e i loro compari e confratelli.
Sono sempre personaggi talmente estremi nella loro gretta e sputtanante mediocrità che ad ogni loro comparsa, fanno la felicità di qualunque commentatore politico.
Tra i tanti, oggi parlerò in particolare di quelli le cui (ancora probabili) candidature, mi hanno rallegrato o meglio mi hanno fatto ridere.

Il primo è l’avvocatissimo, con studi aperti in Calabria, Vicenza e Milano, MARIO DI FEDE. A lui mi lega un ricordo personale. Durante le campagne elettorali, lui appena laureato, mi procacciava mazzetti di santini dei diversi candidati che io raccoglievo in veri e propri album, che completati diventavano sfogliandoli strumenti straordinari di sarcasmo e derisione. Questo 30 anni fa.
Oggi sui giornali, me lo trovo candidato con il più stitico dei partiti italiani l’ UDC, dopo una lunga militanza tra sfollati democristiani; qualche presenza muta e riservata come consigliere comunale; qualche birichinata non gradita da qualche magistrato, nel carrozzone regionale “Calabria Verde”; qualche presidenza, in rassicurante compagnia massonica nel Rotary, ma soprattutto come calzascarpe di due colonne di questa stessa compagnia, TONINO DAFFINÀ E SALVATORE BULZOMI’, fino a diventare oggi una ormai vecchia ciabatta ai piedi di STEFANINO “QUATTROSTAGIONI” LUCIANO di cui ci sarà modo di parlare.

Dei primi due: su TONINO SETTEBELLEZZE (Daffinà) ho già detto, il resto pare lo diranno presto i magistrati; Su TURI MANODAVANTIALLABOCCA, mi limito a dire che, tra i tanti brocchi e ronzini che partecipano alla competizione, ci sarà anche lui, ma nella categoria “somari”; sui suoi rapporti con i Mancuso invece, giuro che terrò la bocca chiusa.

Tornando al TENERO MARIO (Di Fede), l’avvocaticchio che un tempo sbeffeggiava i cafoni, arricchiti, spericolati navigatori della politica locale, la cosa che mi ha letteralmente sbarellato è stato l’aver trovato una foto da lui postata dove si mostra dritto a braccia e gambe aperte fiero e gagliardo (manco fosse l’avvocato Gianni Agnelli) alla guida di un veliero, dietro un timone così grande da sembrare “l’Uomo Vetruviano” di Leonardo. Quanta strada! Se penso che quando le nostre strade si sono divise aveva l’ appeal comunicativo di un caco non maturo!

Trovo poi sorprendente la candidatura (pare) della ex sindaca MARIA LIMARDO ancor più in quanto in quota (parlando con creanza) Lega. E qui io metto in evidenza il suo cinico accanimento nei confronti dei cittadini già duramente provati dalla sua ultima consiliatura. Qui si rischia, per dare un aiutino ad un familiare o ad un parente, di subire un nuovo maxicantiere per l’Urbanizzazione e il Recupero dei cantieri stessi, che preveda appunto la riapertura dei canteri già chiusi e la stabilizzazione ad aeternum di quelli ancora aperti.

Il nome poi più pirotecnico è quello di NINO SPIRLI’, ex Governatore ed Eccellenza regionale degna di essere gelosamente preservata ed esportata, in tutta la sua immacolata fattispecie, nel mondo. Lui, se qualcuno l’avesse dimenticato, si autodefiniva FROCIO, mentre magnificava il FASCISMO. Esattamente con la stessa coerenza e lucidità politica con cui un ISRAELIANO oggi magnifica la DEPORTAZIONE e il GENOCIDIO.

Quella che vivo con profondo sconforto è invece la presenza in lista del veterano capocenturia di FdI in consiglio comunale, ANTONIO SCHIAVELLO, tanto che, confesso, gli gufero’ contro perché senza di lui le sedute consiliari rischierebbero di sembrare un momento politico serio e verrebbe meno l’allegro esclusivo godimento a me che assisto. Chi si priva di questo spettacolo non saprà mai a quale performance esilarante unica e irripetibile rinunci. L’esuberante SCHIAVELLO nell’emiciclo sembra una gallina nell’aia, non perché la gallina “non è un animale intelligente”, no!, anzi pensate che alcuni compagni di scuola dell’intrepido falangista raccontano che era tanto intelligente che, ogni giovedì, lui riceveva a colloquio i genitori dei suoi insegnanti.

Gallina perché, come una gallina, va razzolando per l’aula ininterrottamente come se cercasse chicchi o vermi da togliere dal becco degli altri polli finché non scatena una finta rissa, ma poi sazi tutti, insieme si accomodano sui trespoli della stia e dormono o covano. Per la prima volta anche il suo primo grande amico elettore, CICCIO COLELLI, non lo voterà, perché gli potrebbe venire a mancare l’indispensabile collaudata spalla nelle recite in aula comunale.

E poi eccolo là tra i “Compassati, Squadrati, Timorati (dell”Occhio) di Dio con spada e grembiulino, il COMODINO di noce (di cocco) in stile arte povera, con sicarro in bocca di traca, SER-VITO PITARO. Di lui si sono dette le peggio cose. Ma lui tira dritto. E finché si limiteranno a contestargli frequentazioni FREQUENTI con brutta (in tutti i sensi) gente, intrallazzatori, mafiosi e massoni, sempre dritto tirerà. Gli si va dato atto, che così tante ne ha fatte e così tante ne sono state raccontate, che è riuscito a creare una sorta di rassegnata acquiescenza da parte di tutti, che ci porta ad accettarlo comunque, ovunque e a prescindere. Questa volta pare, almeno fino a quando scrivo… si presenti in quota NOI MODERATI o a destra, o al centro, o a sinistra, poi si vedrà.

Nota è la sua condivisione domenicale di faticose prove sportive con il consigliere regionale ANTONIO LOSCHIAVO e con L’Arturo Brachetti GIOVANNI RUSSO. Addobbati da improbabili sportivi, inondano le strade delle periferie cittadine con grande spreco di sudore e scarsa dignità. Quest’ultimo, quando era ancora capogruppo Pd, ed io accusavo i diversi consiglieri di trasformismo, mi ha rimproverato di “fare di tutti i fasci un’erba” (o qualcosa di simile). Da allora è rimasto immutato il mio giudizio sui fasci e sull’erba, mentre lui si è progressivamente trasformato da farfalla in larva, passando per crisalide.

C’è da dire che nonostante tutto, da tutti ricevono consensi e soddisfazioni, il loro metabolismo al contrario è più esigente e si vede. Il notaio consigliere si circonda, nel suo ruolo pubblico e privatamente, di personaggi senza alcun peso politico, ma che al contrario pesano per le casse della regione. Parlo della sua fida gregaria, cognata della exsindaca; angiologa destinata (coerentemente) all’Assessorato all’urbanistica; che lavora nel laboratorio del senatore di Forza Italia, PEPPE MANGIALAVORI; e inserita alla Regione nella Commissione pari opportunità. Di una coppinata di sodali assunti come co.co.co. nel Gruppo Misto. Dell’ultimo ripescato in Comune, ANTONIO SCUTICCHIO (già portaborse di ALFONSINO GRILLO), promosso responsabile amministrativo della sua struttura.

Gli va comunque riconosciuta la sempre viva sensibilità nei confronti dei fragili, che lo porta ad assumere come autista assegnato e pagato dalla Regione il 74enne Salvatore Minniti già sindaco di Fabrizia. Sfogliando analoghi movimenti durante il mandato di altri consiglieri, troveremmo, sia bene inteso, le stesse manfrine ed anche di peggio.

Ma c’è un elemento disturbante oltre che discriminante che non è assolutamente tollerabile: Il consigliere LO SCHIAVO si candida con la lista più radicale a sinistra dello schieramento, SINISTRA ITALIANA. E la dirigenza nazionale (CREDO) non dovrebbe consentire o tollerare questi acconzamenti e combine che non appartengono all’ UNICA vera Sinistra, quella di chi fatica a conservare la sua identità, e in queste squallide manfrine non intende riconoscersi. Questi soggetti, sia chiaro, stanno a sinistra come e quanto io sto al Regno dei Cieli.