Calabria 2025. La destra “maschia” e “virile” è diventata una barzelletta: dai nazisti dell’lllinois a Vannacci e Robertino

La giornata di oggi, martedì 30 settembre, viene annunciata come quella della grande festa del centrodestra calabrese. Si sono dati appuntamento a Lamezia dove attenderanno l’arrivo di Meloni, Salvini e Tajani a corso Numistrano mentre dall’altra parte della strada, a corso Nicotera, ci saranno gli antagonisti che diranno loro quello che sono ovvero un’accozzaglia anzi un “esercito” – come piace a loro… . di delinquenti contigui a clan mafiosifaccendieri, voltagabbana, vecchi arnesi e “nuovi” mestieranti della politica e bande fameliche di lecchini, nani e ballerine pronti a tutto per un assessorato, un incarico, una consulenza e una determina.

Persino il mito della destra “maschia” e “virile” è diventato una barzelletta in bocca a loro. Prendiamo per esempio la Lega, sì proprio la Lega che… ce l’ha duro. Alla fine della giostra della presentazione delle liste, neanche un mese fa, si contavano i trombati… 

Innanzitutto solidarietà politica e umano cordoglio vanno espressi al TENERO NINUCCIO SPIRLI’, il più morbidoso, pulcinoso aspirante consigliere, tirato su per un orecchio, all’intrasatta, e con ferocia soldatesca, ristretto in cella di rigore. L’annuncio della candidatura del tapino infatti, col suo essere gaiamente frufrù ma, pur timorato di Dio sedicente frocio, aveva fatto prendere un coccolone a VANNY Vannacci, il generalissimo in vestaglietta e unghie pittate, vicepresidente della Lega (per capirci sempre quelli che ce l’avrebbero duro), timorato di Dio anche lui – ed ha motivo ad esserlo -, ma forse ancor più timorato del suo orientamento sessuale… sul quale sta lavorando.

Basta leggere una delle sue perle per capirlo: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! La normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale che ha vietato termini che fino a pochi anni fa erano nei nostri dizionari: pederasta, invertito, frocio, ricchione, buliccio, femminiello, bardassa, checca, omofilo, uranista, culattone che sono ormai termini da tribunale”. Della serie; viva l’amore… 

Voi pensate che sia finita qui? Ma manco per niente. Leggete questa:  “L’omosessualità è stata o no classificata come malattia in Europa? Sì. È considerata malattia in altre parti del mondo? Sì. In alcuni è pure reato e si viene impiccati. Poi il politicamente corretto sistema tutto. Ma qualche scienziato prima del woke e del gender aveva messo nero su bianco trattarsi di malattia“. Queste frasi sull‘omosessualità sono state scritte sui social da Antonio Lamiranda, esponente di Fratelli d’Italia, assessore all’Urbanistica, Strade ed Infrastrutture e Ambiente di Sesto San Giovanni. Il quale poi è tornato a ribadire che “un Italia si veniva riformati (rectius congedati d’ufficio) alla leva militare per omosessualità”… Della serie: viva la leva!!!

Davanti a uno scenario del genere, uno pensa: chissà chi sarà il candidato governatore di questa banda di delinquenti “maschiacci” e invece hanno uno che ” frocio” se lo fa dire da altri, ovvero “Robertino ino ino” Occhiuto“Ricchione di merda”, per l’esattezza, glielo manda a dire Maria Gabriella Dodaro, magistrata della Corte dei Conti, attraverso un cazziatone intercettato fatto al marito Paolo Posteraro, di lui socio in cattivi affari, con cui giocano a muovere milioni, come i bambini muovono barchette di carta in un laghetto, nonché generosamente omaggiato con incarichi stipendiatissimi dall’amichetto Governatore. Ma ora sono andati allo spuntoLa dottoressa più lucida e scafata del marito, da moglie teme che il suo uomo, da questo rapporto con Robertino, ne esca “segnato” malamente; da magistrato teme che Robertino stia intrappolando il marito cazzone in grossi guai giudiziari assieme, come dice lei sempre nelle intercettazioni, assieme “a tutti i mafiosi di cui si circondano”.

Insomma, a destra – e non scopriamo certo l’acqua calda – i gay, nonostante qualche tiepida giustificazione di facciata, non vengono visti di buon occhio, anche se ce n’à qualcuno dichiarato come il tenero Nino Spirlì (di cui sopra), per quanto anche lui ultimamente abbia “rivisto” alcune sue posizioni giudicate eccessive dai suoi “capi”. Ma di Roberto Occhiuto non siamo a conoscenza di nessun tipo di outing. Epperò adesso c’è qualcuno che lo accusa apertamente. Saranno certamente fatti suoi ma se la moglie del suo socio lo dice e per giunta viene anche intercettata e gli atti ormai si trovano anche dal fruttivendolo, non possiamo non prenderne atto e a nostro modesto avviso anche questa è una “notizia”. 

Nell’immaginario comune la destra, soprattutto quella conservatrice e nazionalista, è spesso vista come ostile ai diritti LGBTQ+ perché tradizionalmente difende modelli familiari eteronormativi, religiosi o tradizionali. Questo porta molti a pensare che essere gay e di destra sia una contraddizione e quasi un paradosso.

Avete presente il celeberrimo film “The Blues Brothers” di John Landis, del quale proprio lo scorso anno si è celebrato il 40° anniversario? Beh, John Belushi e Dan Akroyd vengono inseguiti da un sacco di “nemici” prima del grande concerto al Palace Hotel e tra questi ci sono i nazisti dell’Illinois (clamorosamente buttati in un fiume da Jake e Elwood), che sono particolarmente bellicosi e desiderosi di “vendetta” e sono vestiti di tutto punto, in tenuta di guerra e con tanto di svastica in vista. A un certo punto, nel corso dell’inseguimento in macchina i Blues Brothers evitano il precipizio con una audace manovra e i nazisti non riescono ad evitare la caduta nel vuoto. Ecco, nel momento in cui capiscono che ormai è finita, sorpresi ma anche consapevoli di quello che sta succedendo, uno dei due nazisti si rivolge all’altro e gli confessa: “Ti ho sempre amato”.

Chi è omosessuale e si colloca culturalmente a destra, di solito lo fa perché dà priorità comunque a valori non legati all’orientamento sessuale come sovranità nazionale, sicurezza, economia liberista, meritocrazia. Qualcuno poi può sentirsi vicino a valori tradizionali o cattolici pur essendo omosessuale o bisessuale. Ma potrebbe farlo anche come reazione contro l’attivismo LGBTQ+ mainstream: alcuni rifiutano ciò che percepiscono come un “pensiero unico” progressista e rivendicano la libertà di essere gay senza sentirsi obbligati a sposare tutte le battaglie del movimento gay.

Essere gay e di destra può portare a una doppia marginalità. La parte della comunità LGBTQ+ che talvolta guarda con sospetto o accusa di tradimento. E la destra tradizionale che può non accettare pienamente la presenza omosessuale al suo interno. Alcuni pensano e decidono quindi di nascondere una delle due identità mentre altri rivendicano con forza la possibilità di coniugarle.

In Europa ma anche in Italia esistono associazioni e gruppi di gay di destra che cercano di difendere i diritti individuali senza rompere con l’impianto culturale della destra. Ci sono figure pubbliche e anche politici apertamente omosessuali che testimoniano come questa combinazione non sia impossibile anche se minoritaria. La questione tocca dunque il tema più ampio del rapporto tra identità personale e appartenenza politica e oggi entra di prepotenza anche nel dibattito sulle Regionali in Calabria. I media di regime nazionali e locali hanno deciso di accantonare questo aspetto ma ormai di questo argomento, che lo vogliano o meno i media che contano, se ne parla in tutta la Calabria. E speriamo che si ritorni a parlare anche dei contorni di un’inchiesta che Occhiuto vorrebbe seppellire ma che invece ogni volta riesce a ricacciare la testa fuori. Qualche motivo ci sarà. Al di là del teatrino di oggi a Lamezia che sa tanto di barzelletta a tutti i livelli. Povera Calabria nostra!