Calabria 2025. La domanda delle cento pistole: ma quanti sono davvero gli astensionisti?

Le urne sono chiuse e tutto si è svolto come da copione. Roberto Occhiuto fa il bis: è il primo della storia della Regione. Non c’è mai stata partita, l’accozzaglia del campo largo ha giocato, sin dall’inizio, a perdere. Che finiva così lo avevano capito anche i cani randagi che vagano nel rione di zia Maria. Occhiuto vince con il 57,26% delle preferenze, che equivalgono a 453.926 voti. Nel 2021 Occhiuto vinse con il 54,46%, pari a 431.675 voti. Il numero dei voti è quasi uguale: ’na stampa e ’na figura, direbbe l’ispettore Fazio.

La percentuale dei votanti di questa tornata è stata del 43,14%, pari a 814.857; la volta scorsa erano 838.691, il 44,36%. Anche qui, il numero dei votanti è ’na stampa e ’na figura. E per pochi decimali non si è fatto poker: per quattro elezioni regionali consecutive la percentuale si attesta sul 44% (44 gatti in fila…). Un dato che ormai sembra scientifico, matematico. E che è unico al mondo. Come si fa a centrare sempre gli stessi numeri a ogni elezione? Numeri che confermano, matematicamente, un blocco che chissà per quale magia si muove compatto. Il ripetersi di questi numeri non può essere una coincidenza: non esiste un’elezione uguale all’altra così precisa nei numeri. Confermano, piuttosto, il controllo chirurgico del voto. Un fenomeno che andrebbe studiato nelle università.

Tra le tante analisi del dopo-voto, quella sull’astensionismo è tra le più gettonate. Ma quanti sono realmente gli astenuti al voto a queste regionali? Partiamo dal dato ufficiale degli aventi diritto al voto in Calabria: 1.888.368 elettori (nel 2021 erano 1.890.732). Se a questa tornata hanno votato 814.857, la conclusione, stando ai numeri, non può che essere questa: un milione di calabresi non ha votato. Ma c’è chi contesta questo dato. La tesi è questa: dal totale degli aventi diritto (1.888.368) vanno tolti 500.000 fuori sede e 392.000 iscritti all’AIRE; perciò i veri aventi diritto diventano 996.368, e, sottraendo i 814.857 votanti, si arriverebbe a 181.511 astenuti, e non a un milione. Chi ha ragione? Questa è la domanda delle cento pistole. 

L’argomento è ostico e presenta diverse incognite. Ma un ragionamento di massima si può fare. Chi sostiene la tesi che dagli aventi diritto vadano tolti i fuori sede e gli iscritti all’AIRE cita come fonte il Libro Bianco “Per la partecipazione dei cittadini: come ridurre l’astensionismo e agevolare il voto”, pubblicato nel 2022. Si tratta di un’elaborazione sperimentale, un documento di analisi e proposta redatto da una commissione di esperti coordinata da Franco Bassanini e pubblicato dal Dipartimento per le Riforme Istituzionali. Il suo obiettivo è studiare le cause dell’astensionismo in Italia e proporre soluzioni pratiche — come il voto per corrispondenza interno, il voto digitale e il diritto di voto per i fuorisede — per rendere più accessibile la partecipazione elettorale. Non è, però, uno studio demografico volto a calcolare quanti siano i fuorisede per fini elettorali, ma un’analisi generale dei fattori che ostacolano il voto, basata su dati ISTAT del 2018.

C’è da dire che non esiste un registro ufficiale dei fuorisede, ed è per questo che nessuno può affermare il numero esatto. Un numero attendibile si può ottenere solo incrociando i dati di Istat, Ministeri, Inps, Università, Fondazioni, Enti economici e civici, insomma una mole di fonti da lavoro universitario. Perciò il nostro è e resta un ragionamento che usa come strumento di analisi i conti della massaia. Ma che risulta molto verosimile e vicino al dato reale.

L’unico riferimento numerico nel Libro Bianco per quanto riguarda i “fuorisede” in Calabria si trova a pagina 71, Tabella 13 (“L’astensionismo e le sue cause: una ricostruzione empirica del fenomeno”), elaborata dall’Istat nel 2018. Il primo valore è 1.515.699, che rappresenta la popolazione calabrese con più di 18 anni al 31 dicembre 2018, definita nel Libro Bianco come “corpo elettorale nazionale”. In realtà, non si tratta del numero degli elettori effettivi, ma di un dato demografico, non giuridico: indica i residenti maggiorenni secondo le rilevazioni Istat, cioè la base potenziale del diritto di voto, e non gli iscritti reali alle liste elettorali comunali. Infatti, sempre l’Istat rileva che nel 2023 i maggiorenni in Calabria sono 1.731.691. Un dato diverso.

Il secondo valore è 579.776, che dovrebbero essere secondo i negazionisti dell’astensionismo il valore reale dei fuorisede calabresi, invece indica il totale dei cosiddetti LUS: acronimo che riunisce lavoratori, universitari e studenti che operano in una provincia diversa da quella di residenza. Si tratta di cittadini che danno “segnali amministrativi di mobilità”: un contratto di lavoro, un’iscrizione universitaria, un tirocinio o un rapporto formativo fuori provincia. Per capirci: in questo dato rientra anche chi si sposta per lavoro da Cosenza a Catanzaro, Trebisacce ecc. È una stima statistica, non un censimento reale: fotografa la mobilità interna, non la fuga dei calabresi.

La riga della tabella prosegue poi suddividendo questi 579.776 casi in base al tempo medio di percorrenza per raggiungere il luogo di lavoro o di studio, espresso in minuti di viaggio complessivi andata e ritorno (A/R). Lo studio, che ricordiamolo è sperimentale, evidenzia che di questi quasi 70.000 varcano, analizzando i tempi di percorrenza, i confini della regione. Gli altri rientrano nei tempi di percorrenza tipici dei pendolari interni. Per l’Istat, che pubblica questi dati nel Libro Bianco, la platea di chi potrebbe incontrare ostacoli logistici al voto, dovuti alla distanza, è di 70.000 persone.  A questi 70.000 va aggiunto il numero degli studenti fuori sede calabresi, che il Ministero stima in quasi 40.000. Fanno 110.000 persone che, secondo il Libro Bianco, potrebbero astenersi per ragioni di distanza dal voto. Proprio perché si tratta di uno studio sulle cause dell’astensionismo e non di un censimento sui fuorisede.

Non c’è uno studio, una ricerca, che dica scientificamente quanti siano i fuorisede calabresi. Stando a questi dati — che sono gli stessi utilizzati da chi sostiene che in Calabria non c’è astensionismo, se non quello fisiologico — dal totale degli aventi diritto (1.888.368) vanno considerati potenziali astensionisti solo 110.000 fuori sede, che portano a 1.778.368 aventi diritto effettivi. Perciò, questi 500.000 fuori sede da sottrarre al totale degli aventi diritto, e che non votano, da dove spuntano? E soprattutto: come sono stati calcolati?

L’altro punto riguarda gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Nel Libro Bianco questo fenomeno viene definito “astensionismo apparente”, perché la loro presenza nelle liste elettorali comunali altera solo in parte le percentuali di affluenza. In pratica, sono cittadini italiani che vivono stabilmente fuori dal Paese per più di 12 mesi — per lavoro, studio o motivi familiari — e che hanno trasferito la loro residenza legale all’estero. L’iscrizione all’AIRE è obbligatoria per legge (Legge n. 470 del 1988) e viene gestita dai Comuni italiani in collaborazione con i consolati. Sono iscritti al voto nella Circoscrizione Estero e votano per le elezioni politiche nazionali (Camera e Senato), eleggendo i parlamentari di quella circoscrizione. Votano anche ai referendum abrogativi o costituzionali nazionali, sempre per corrispondenza. Possono votare per le comunali e le regionali solo se si recano fisicamente alle urne: non è previsto il voto per corrispondenza. È proprio questa una delle proposte del Libro Bianco: permettere il voto per corrispondenza anche ai calabresi all’estero per le elezioni locali e regionali.

I calabresi iscritti all’AIRE sono circa 390.000, il numero che secondo chi sostiene che in Calabria non ci sia astensionismo andrebbe sottratto dal totale degli aventi diritto, in quanto “drogato” da questi elettori.

E lo spiegano con questo paragone: alle elezioni politiche dell 2022 gli aventi diritto al voto in Calabria erano 1.496.834, mentre alle regionali diventano 1.888.368. Se si fa la sottrazione, il numero che ne viene fuori — 391.543 — effettivamente somiglia molto agli iscritti all’AIRE. E questa, per loro, sarebbe la prova scientifica che conferma la tesi. Ma c’è un motivo che forse non è stato preso in considerazione. Questa discrepanza non ha nulla a che vedere con gli iscritti all’AIRE, o almeno non totalmente.

La spiegazione è tecnica e politica, e sta nella riforma costituzionale del 2020, che ha ridotto il numero dei parlamentari e ridisegnato la ripartizione dei seggi tra le regioni. Con la nuova legge, la circoscrizione Calabria elegge oggi soltanto 13 deputati (contro i 20 della legislatura precedente). Questo comporta che, ai fini del calcolo del corpo elettorale “valido” per la Camera, il Viminale consideri solo la quota di popolazione necessaria a coprire quei 13 seggi, lasciando fuori una parte di elettori che continuano però a votare regolarmente nelle elezioni locali e regionali.

In altre parole, quei 392.000 voti “mancanti” non spariscono: restano iscritti nelle liste comunali e partecipano al voto, ma non incidono più sulla distribuzione dei seggi attribuiti alla Calabria. Il loro peso confluisce invece nel calcolo proporzionale nazionale, cioè nel conteggio complessivo dei voti validi che serve a determinare la percentuale di ciascun partito su scala italiana. È una differenza contabile, non reale: i cittadini esistono, votano e vengono conteggiati nelle consultazioni regionali o comunali, ma i loro voti, nel caso delle politiche, vengono “assorbiti” dal meccanismo proporzionale nazionale senza produrre ulteriori seggi calabresi.

In questi 392.000 nessuno può escludere che ci siano appartenenti alla categoria AIRE. Del resto, è lo stesso Libro Bianco a riconoscere che i Comuni italiani hanno anagrafi sovrastimate, perché continuano a mantenere nelle liste persone emigrate o decedute mai cancellate. Ma chi può dire quanti sono? E quanti sono i Comuni che non aggiornano le liste elettorali? Perché chi è iscritto all’AIRE non può essere contemporaneamente iscritto nelle liste comunali: vota nella Circoscrizione Estero. Per cui anche qui non c’è nessun “392.000” da togliere. Ci sarà sicuramente una percentuale di “iscritti fittizzi”, ma chi è in grado di calcolarla? Detto questo, il dato 1.778.368, che deriva dalla sottrazione dal totale ufficiale degli aventi diritto in Calabria (1.888.368) dei 110.000 fuori sede, resta ancora il più attendibile. E conferma — usando la stessa fonte di chi sostiene il contrario — che (verosimilmente, e fino a prova scientifica contraria esibita) quasi un milione di calabresi non si reca alle urne, visto che a votare sono stati 814.857 elettori.

Se poi vogliamo anche metterci dentro quella che, per chi sostiene che non c’è astensionismo, risulta un’anomalia che non si spiega — ovvero il fatto che gli iscritti all’anagrafe coincidono con gli aventi diritto — i numeri parlano chiaro: la popolazione residente totale in Calabria al 31 dicembre 2023 è di 1.838.568 persone (fonte ISTAT 2023), mentre gli aventi diritto al voto sono 1.888.368. Quasi identici. E giustamente qualcuno osserva: ma i minorenni votano pure? Visto che gli iscritti all’anagrafe e gli aventi diritto sono uguali? Anche qui una spiegazione c’è. Nella suddivisione per età 2023 (fonte UrbiStat / classi di età per regione), la fascia 0-17 anni — cioè i minori — è indicata come 106.877 persone, pari al 5,81% della popolazione calabrese totale. Dunque, se dai 1.838.568 residenti togliamo 106.877 minori, restano 1.731.691 maggiorenni, un dato che somiglia molto a quello che abbiamo ricavato con questo ragionamento sommario: 1.778.368. Dunque il numero ritorna. In Calabria, quasi un milione di persone non vota. Fino a prova scientifica contraria.