Calabria 2025. L’astensione consapevole di Cosenza e provincia è la base per combattere ancora la feccia di Occhiuto

di Saverio Di Giorno 

Impressioni di ottobre. Inutile commentare le percentuali: il fortino-feccia di Occhiuto è stata la provincia di Reggio Calabria dove sono state toccate percentuali bulgare. E Scopelliti non ha nemmeno contato più di tanto, visto che il suo candidato non è stato eletto. In provincia di Cosenza invece la distanza è stata molto più corta.

Queste riflessioni però serviranno soprattutto alle guerre di coltelli interne e al peso delle varie preferenze. Roba di politichese su cui ci sarà tempo per analizzare. Occorre fissare però un punto fermo.

C’è un “ma” gigante quanto una casa. L’affluenza e soprattutto l’affluenza rispetto al 2021. La provincia di Cosenza è l’unica con segno negativo. E con un segno negativo grosso. Tutte le altre province fanno registrare incrementi dell’affluenza alle urne dall’1% (Catanzaro e Vibo) al 5% (Reggio e Crotone).

È la stessa provincia e a ben vedere gli stessi comuni in cui nel 2021 la coalizione guidata da De Magistris sfiorava il 30%. È anche la provincia più giovane e cioè con meno studenti fuorisede (relativamente). Quella più a sinistra, più progressista.

È la provincia che più è scesa in piazza e si è mobilitata per Gaza in queste settimana. Non, quindi, totalmente indifferente o inattiva, anzi. Gli astenuti non sono apatici o indifferenti.

Soprattutto: Cosenza è la provincia in cui i due candidati vicino alla sanità privata hanno il core business. Quindi alcune riflessioni a caldo (forse da rivedere): il Pd non tocca palla ed è ai minimi storici da anni ormai, sul territorio. Chi ha votato De Magistris non è stato convinto da Tridico. E l’astensione mai come questa volta è stata usata come arma politica. Basti pensare che non è stata eletta Enza Bruno Bossio!

Quindi prima di prendervela con la gente e dire astensione uguale disinteresse, questa volta è al contrario: astensione uguale consapevolezza, rabbia, rifiuto. Mettetela come volete, ma non è apatia. È evidente.

Certo: non che, se questi avessero votato – visto l’enorme divario – la situazione sarebbe cambiata. Ora ci sarà da riunire queste forze (che pesano) e costruire qualcosa senza tavoli di mediazione e candidati e sia veramente popolare e dal basso.