Non è un mistero: Roberto Occhiuto si è autocandidato di nuovo a presidente della Regione Calabria nella migliore delle ipotesi senza chiedere il permesso a nessuno, perché in realtà girano con abbondanza voci secondo le quali Giorgia Meloni gli aveva detto addirittura “no” e da qui sarebbe nata la “pazza idea” delle dimissioni con annessa autoricandidatura.
Dire che Roberto Occhiuto sta sui coglioni a tre quarti di Fratelli d’Italia e Lega e anche a mezza Forza Italia è quasi un eufemismo: lo sanno tutti. Così come tutti sanno che l’ordine di azzopparlo alla procura di Catanzaro è partito proprio da destra, dall’ormai celeberrimo “fuoco amico”. E la circostanza deve avere dato molto fastidio a Occhiuto, che infatti in questi primi scampoli di campagna elettorale la sta facendo pagare a tutti. In pratica, sta facendo una campagna elettorale in solitaria. Insieme a lui, a spasso per i comuni calabresi, solo gente comune. Sconosciuti. Nessuno, diciamo nessuno, (almeno per il momento) della sua ex giunta regionale o del suo cerchio magico. Come mai? Li ha posati? Ha paura di perdere qualche migliaio di voti? Da quello che emerge l’ex presidente per vincere punta tutto sulla sua persona e sulle cose che avrebbe fatto. Scelta intelligente. Non vuole essere confuso o associato ad altri potentati della politica regionale del suo schieramento che non sembra navigare in buone acque. La scena è tutta per lui. Se vince, questo è il messaggio, il merito è solo suo…
Tutto giusto, per carità, e tutto documentato fedelmente dagli imbarazzanti video che pubblica a cadenza quasi giornaliera, incurante della sua pessima ars oratoria, della sua sconsolante consecutio temporum, della sua dizione da tamarro arricchisciuto e del suo parassitismo dilagante, esaltato dalla circostanza che – adesso – non ha più neanche l’alibi della “vigna” e di professione fa solo il politico parassita che succhia dalle mammelle pubbliche tutto il possibile e anche… di più!
Ma allora i suoi molto presunti alleati perché non si ribellano? Tutti dicono che ormai non ci sono più i tempi, che la scadenza per la presentazione delle liste è troppo vicina e che nella “partita” con il centrosinistra per le Regionali 2025 comunque è importante mettere una bandierina azzurra sulla Calabria. I conti si faranno dopo… Ovvero la procura di Catanzaro metterà ordine dopo la sua elezione e lo azzopperà definitivamente.
Di conseguenza, al momento, i suoi – sempre molto presunti – alleati hanno aperto la sfida per chi sarà il suo vice perché, nonostante il piglio dittatoriale del parassita, qualcuno dovrà anche fare il suo vice e quando qualcuno lo disarcionerà sarà proprio il vice a prendere in mano le redini della regione, così com’era avvenuto dopo la dipartita di Jole Santelli.
Non sappiamo se Occhiuto è superstizioso, ma c’è da scommettere che spera che Nino Spirlì non prenda troppi voti e si proponga ancora una volta per fare… il secondo e non stiamo qui a spiegarvi il motivo. In ogni caso, la Lega punta forte proprio su di lui per il ruolo.
Quanto a Fratelli d’Italia, si vocifera che Giorgia Meloni abbia “ordinato” agli eletti in Calabria di candidarsi tutti alla Regione e così i vari Orsomarso, Ferro, Nesci, Rapani e Antoniozzi dovrebbero sacrificarsi per portare ossigeno non tanto al parassita quanto al loro stesso partito, che deve vincere la sfida per il secondo posto con la Lega e quindi esprimere il vice, che a questo punto potrebbe essere addirittura l’odiato… Orsomarso. A questo ormai siamo ridotti in Calabria: a fare la “battaglia” per chi farà il vice di Occhiuto in attesa che la procura – armata dai suoi stessi “amici” – lo faccia fuori. E la sinistra? Beh, quella come al solito non tocca palla, fa solo finta. Come al solito. Povera Calabria nostra!