Calabria 2025. Occhiu’, sei ritornato “zombie”: “Non arriva a Natale!”, hanno già scelto Wanda Ferro al posto tuo

Le acque nel centrodestra calabrese sono più mosse di quanto possa sembrare all’apparenza. Diciamo pure che nessuno aveva dubbi sul fatto che il centrodestra vincesse le elezioni regionali, considerata l’assoluta inconsistenza del molto presunto avversario. Ma sono in tanti ad affermare che Occhiuto non arriverà a… Natale. E a movimentare le acque è persino Forza Italia, il partito di provenienza del governatore uscente e vincente, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catanzaro, che si è auto-ricandidato, con l’appoggio dei leader di partito. Più che malumori sono frizioni interne agli ambienti regionali: alcuni azzurri criticano il suo approccio gestionale, ritenendolo «accentratore». «Le decisioni vengono prese in autonomia e gli altri le subiscono», riferiscono. Ma c’è di più, perché sussistono le incertezze legate all’evoluzione delle indagini e ai possibili sviluppi giuridici che riguardano Occhiuto da vicino e che pongono un’ombra sul suo percorso. Sebbene il governatore si sia dichiarato più volte sicuro della propria innocenza, il nervosismo sembra serpeggiare, alimentato dai dubbi che potrebbero emergere dalle indagini in corso. Ma un piano B c’è già ed è rappresentato plasticamente dalla “clamorosa” candidatura di Wanda Ferro (non è stata neanche eletta!) e a maggior ragione è funzionale in ogni caso al commissariamento o meglio all’eliminazione – sicura, si tratta solo di vedere quando avverrà – di Occhiuto. 

Il piano B, la tentazione Wanda Ferro

Il piano B, dunque, si chiama Wanda Ferro, sottosegretario agli Interni. «È senza dubbio una delle figure più spendibili», affermano fonti, sottolineando «la solidità» del suo profilo istituzionale «uno dei più consolidati in Calabria». Ferro, che aveva già corso per le elezioni regionali nel 2014, fermandosi al 23,59% dei voti contro il 61,41% dell’ex presidente Mario Oliverio, potrebbe entrare in scena qualora le indagini su Occhiuto dovessero prendere una piega imprevista, come nel caso per esempio dell’arrivo di una “provvidenziale” chiusura delle indagini con richiesta di processo e diffusione imbarazzante degli atti dell’inchiesta. Il provvedimento sarebbe sempre dietro l’angolo e ormai dilagano le indiscrezioni sui contenuti dell’inchiesta e persino sui dossier che circolano copiosi rispetto a quanto la Dda ha “trovato” attraverso le cimici e persino le telecamere piazzate dentro la control room di Occhiuto. Roba da terremoto politico prima ancora che giudiziario.

Ed ecco così che Occhiuto, nonostante la prosopopea e l’arroganza, è ritornato, come diceva lui stesso, “zombie” ovvero morto che cammina. Era l’espressione – beninteso – che aveva usato per giustificare le sue tragicomiche dimissioni con annessa… ricandidatura. Occhiuto ha raccontato che, prima di dimettersi, aveva convocato i direttori generali della Regione e della sanità: “Ho detto loro che il lavoro non si deve fermare. Ma in Regione nessuno firmava più nulla: mi consideravano un presidente zombie…”. Beh, nonostante le dimissioni, la ricandidatura e persino la vittoria, a quanto pare sempre “zombie” è rimasto. E tutti ma proprio tutti dicono che in ogni caso non arriva a… Natale.