Tra baci in piazza (ma senza lingua), video patinati e alleanze in bilico, Crotone paga spopolamento, mancanza d’acqua e sanità da terzo mondo
Fonte: U’Ruccularu
La scena è plastica, ben illuminata, pensata per lo smartphone: strette di mano, baci sul palco, abbracci in piazza.
È questo lo spettacolo che continua a prevalere nella cronaca politica calabrese: il gesto come contenuto, l’immagine come programma.
Lo dimostrano i video che i protagonisti condividono sui profili social — dal governatore che si riprende in azione ai sindaci che trasformano comizi in clip virali — fino a trasformare la cittadinanza in spettatrice passiva. Ma mentre si eleggono inquadrature, la vita concreta dei cittadini rimane segnata da problemi che non si risolvono con un montaggio.
SANITÀ: PROMESSE, ATTESE E MACCHINE CHE NON BASTANO
La sanità calabrese resta il banco di prova più implacabile.
I malati oncologici e chi ha bisogno di esami specialistici come la PET (tomografia ad emissione di positroni) si scontrano con tempi d’attesa lunghi, macchinari spesso obsoleti o in manutenzione e procedure di prenotazione non sempre snelle: di fatto, ciò che dovrebbe essere cura si trasforma in una “lotteria” temporale per i pazienti.
L’implementazione resta lenta e insufficiente rispetto al fabbisogno reale, e il problema delle liste d’attesa non si scioglie con un comunicato.
CROTONE: SENZA ACQUA, CON PROMESSE E POCA PROGRAMMAZIONE
Crotone ha vissuto nelle ultime estati e anche in questi giorni momenti di emergenza idrica: interruzioni nella distribuzione, turnazioni e, per alcune fasce di popolazione, difficoltà nell’approvvigionamento di acqua potabile.
Le istituzioni locali e i gestori fanno sapere quando l’emergenza è superata; ma la ripetizione del problema indica una carenza di investimenti strutturali e di una pianificazione organica.
Ed è curioso — e per molti inaccettabile — che intorno a problemi strutturali così concreti si continui a conversare più su eventi e immagine politica (concerti, inaugurazioni, clip social) che su infrastrutture idriche e reti di distribuzione.
È il cortocircuito tra performare e governare.
Ambiente e industria: il rischio degli inceneritori
A questo si aggiungono tensioni ambientali di grande peso: sul territorio di Crotone si è discusso di investimenti di grandi operatori energetici, tra cui progetti di termovalorizzatori e ampliamenti di impianti, che hanno suscitato preoccupazioni e ricorsi.
L’arrivo di impianti come quello promosso da A2A e le contestazioni locali mostrano come il tema rifiuti-energia si intrecci con timori per salute, lavoro e controllo del territorio.
Se la regione si trasforma in terreno di “assalto” da parte di grandi gruppi e contemporaneamente non risolve i problemi delle bonifiche e della salute pubblica, il prezzo lo pagano i cittadini.
IL CENTRODESTRA CROTONE-CALABRESE: ALLEANZE IN BILICO E GIOCHI D’IMMAGINE
La scena politica crotonese è infiammabile: l’accordo tra figure locali — come il sindaco Vincenzo Voce — e partiti nazionali è spesso più fragile di quanto appaia in un reel.
Ci sono segnali di distacco, ritiri di appoggio e voci di malumore dentro gli schieramenti, con Forza Italia che in alcuni momenti pare aver preso le distanze dall’appoggio a certi profili locali.
A livello comunicativo, intanto, i protagonisti non si fanno mancare la regia social: endorsement, interruzioni e “colpi di scena” veicolati come contenuti da condividere.
Ne esce un quadro dove la politica diventa autoreferenziale: i leader si giudicano a vicenda davanti alle telecamere, le alleanze si pesano sul consenso visivo, mentre i nodi veri — sanità, acqua, bonifiche, lavoro — restano sullo sfondo.
E i giornalisti muti, domande di rito e di compiacimento.
DA DOVE RIPARTIRE
La critica non è alla comunicazione in sé — anche il racconto di ciò che accade è necessario — ma al fatto che, oggi, la comunicazione sembra aver sostituito la politica.
I reel e i sorrisini da ebeti sono efficaci per la visibilità, ma non curano una sanità che ancora ha liste d’attesa troppo lunghe, non tappano i rubinetti a secco di intere città d’estate, non azzerano i rischi ambientali di progetti contestati da comitati e amministratori locali.
E allora la domanda è inevitabile: di cosa parlano Ferrari, Voce e Occhiuto nei loro reel?
Di loro stessi, non dei cittadini. Sono la faccia di una politica autoreferenziale, autocelebrativa, incapace di risolvere i problemi reali.
Ferrari, che non ha portato nemmeno la luce sulle strade provinciali, oggi chiede un posto in Regione.
Voce, che non riesce a dare un futuro politico a Crotone, si aggrappa a un partito che non lo vuole.
E Occhiuto, che non ha migliorato la sanità né risolto le emergenze strutturali, dovrebbe prima farsi giudicare dai giudici e non dal popolo elettore.
E mentre la Calabria si svuota ogni anno di migliaia di giovani e famiglie, Occhiuto prova a vendere come soluzione lo slogan dei 100 mila euro a chi sceglie di trasferirsi nei borghi: un’idea che stride con la realtà di una regione senza sanità efficiente, senza acqua, con strade buie e avvelenata dalle bonifiche mancate.
Perché prima di pagare qualcuno per restare, bisognerebbe creare le condizioni minime per vivere.









