CHI È CHE STA INQUINANDO LA CALABRIA COME, ANCHE, IL MERCATO DEL PREZZO DELL’OLIO?
di Santo Gioffrè
Ma l’assessore regionale calabrese all’agricoltura, Gallo, che ha rastrellato 30 mila voti, tra sagre, mostre itineranti, sementi e amministratori di tutti i colori, unti di vergogna per il trasversalismo, lo sa quello che sta accadendo in Calabria ai produttori di olio che hanno visto precipitare il prezzo dell’extra-vergine a 250- 300 euro al quintale? Lo sa chè è stata denunciata l’emersione di dinamiche opache che stanno alterando il mercato dell’olio extravergine d’oliva, in Calabria, da parte dell’associazione che di più lo ha sostenuto e sponsorizzato?
Ci sono – insiste Coldiretti – abusi che per la loro pervasività, stanno inquinando il mercato e ne minano il corretto meccanismo di funzionamento- Come pensa d’intevenire il Potente Assessorato? Ci sono 7150 commercianti d’olio in Calabria, quando in Puglia, che produce quasi il doppio di olio rispetto a noi e vende a prezzi confacenti, sono appena 1580 che commerciano olio.
L’assessorato sottopone a controlli severi la filiera, perché, come dice Coldiretti, il sospetto è che questi commercianti fanno cartello, speculano e si arricchiscono causando, però, il crollo del prezzo, anche con l”importazione e miscelatura di olio estero che, poi, viene immesso sul mercato, alterandol? Lo sa o non lo sa? È Coldiretti che parla.
Ci sono state denunce per inquinamento del mercato? Perché ciò che sta accadendo rischia di mettere in ginocchio il comparto. Se si costringono i produttori calabresi a vendere sottocosto l’olio, gli uliveti si possono solo tagliare per fare legna e arrostire frittole a Natale. Il Governatore, da così grande fortuna elettorale baciato, lo sa? E l’opposizione consiliare, che subito ha dato spettacolo indecoroso, desolante, non solo perchè ha inciuciato con gli avversari votando assieme e arrivando, persino, ad accapigliardi sulle miserie, si è accorta di ciò che sta accadendo nella filiera del mercato olivicolo? Hanno elevato interrogazioni toste o, come sarebbe ancor più giusto dopo aver indagato sul caso, presentato denunce alle Procure per inquinamento del mercato dell’olio extra-vergine calabrese? Possibile che solo per la Calabria non vale nessuna legge che punisca lo stupro continuo a cui è sottoposta?
1) Si stravolgono le dinamiche elettorali per salvaguardare gli egoismi e i destini politici di un singolo satropo bizantino.
2) Si tiene, tenacemente, la Regione,dopo 16 anni, dentro il Piano di Rientro dal debito sanitario, al fine di trasformare il diritto alla salute dei Calabresi in un bene di consumo. Il tutto sol perché non si normalizzano i conti economici e finanziari dove ogni ladro può, ancora, dopo 16 anni, saccheggiare tranquillamente. I Calabresi, tra le altre cose, per pagare i cosiddetti debiti sanitari, cioè i ladri e le altre Regioni, hanno contratto debiti, con mutui- capestro, da qui al 2034 oltre ad essere vessati dalle obbligatorie concessioni regionali tra le più alte d’Europa.
3) Si dà il via, da parte del Governatore della Calabria, super-commissario al Piano di Rientro, super-visore all’edilizia ospedaliera, con un accordo infame col suo omologo Emiliano, all’Autonomia Differenziata, dopo averla ideata e votata assieme ai nemici di questa Terra. Accordo in cui, in soldoni, si riconosce lo status di totale crollo del Sistema Sanitario Calabrese e il diritto alla discriminazione su basi sanitarie che loro chiamano regolamentazione dei flussi, vizio dei razzisti verso i ritenuti inferiori. La devastazione psicologica causata dell’apprendimento dello stato di malattia, non può essere regolamentata dal calcolo mercantile o dal giudizio altrui, perché distrugge la psiche prima del corpo.
4) Mentre si imbastisce una mastodontica operazione di speculazione affaristica, tra multinazionali del cemento, Confindustrie e gruppi politici, di nessuna utilità per i Calabresi, come la supposta costruzione del Ponte sullo Stretto, la Calabria viene tagliata fuori, fino al 2050, da qualsiasi finanziamento europeo per l’alta velocità ferroviaria, che è opera strategica per ogni territorio totalmente sottosviluppato e minacciato di spopolamento come questa politica regionale ha ridotto la Calabria
5) La mancanza di prospettive economiche, di piani strategici di sviluppo, di balcanizzazione delle dinamiche di regolamentazione e protezione dei settori strategici agricoli autoctoni di questa Terra, come nel caso del prezzo dell’olio e degli agrumi, spinge la gente ad abbandonare questa Terra. Chi governa la Calabria, con politiche clientelari, bada, solo, al controllo ed esercizio del potere pro domo suo. D’altronde, il continuo dimensionamento della rete scolastica Calabrese, soprattutto nei Paesi dell’interno,( nei prossimi anni decine di Istituti scolastici saranno dimensionati), porterà ad un’analfabetismo capillare e diffuso e all’incapacità ad ostacolare i processi di disgregazione sociale, manovrando e condizionando la formazione delle opinioni servili, non della capacità autonoma dell’elaborazione pensiero libero. Insomma, sian tutti morti.









