Favori e consulenze. I guai del cerchio magico del presidente Occhiuto
di Enrica Riera
Fonte: Domani
Corruzione, turbativa d’asta, peculato, turbata libertà degli incanti. Sono i reati che i magistrati di Catanzaro elencano nel decreto di perquisizione e sequestro ricevuto da Antonio “Tonino” Daffinà, fedelissimo del governatore forzista Roberto Occhiuto e oggi sub commissario nazionale alla depurazione. Reati che l’ex commissario dell’Aterp, l’ente regionale che si occupa di edilizia pubblica e residenziale, avrebbe compiuto da solo o in concorso con ulteriori persone, anche loro indagate nel nuovo filone d’indagine della procura guidata da Salvatore Curcio.
Un filone che, insieme a quello principale in cui lo stesso Occhiuto è indagato per corruzione insieme a Paolo Posteraro e a Ernesto Ferraro, sta facendo emergere tutte le ombre della Cittadella di Germaneto, sede del governo regionale.
Le intercettazioni
Daffinà, che ha anche una storia da esponente di Forza Italia in Calabria, si sarebbe interessato a che «un’azienda sanitaria revocasse un provvedimento relativo all’impiego di una dipendente», che sarebbe stata amica di Salvatore Pasquale Cannatelli, il dirigente amministrativo di Aterp coinvolto nell’inchiesta.
E come corrispettivo di questo “interessamento”, Daffinà avrebbe ricevuto «l’impegno del pubblico ufficiale circa l’affidamento dei lavori di efficientamento energetico presso alloggi dell’Aterp Calabria ad alcune società». Un fatto, quest’ultimo, che non si sarebbe poi verificato e che potrebbe integrare, secondo i magistrati, l’ipotesi di corruzione.
Ma non c’è solo la corruzione. Tra le altre accuse, compare anche il reato di turbativa d’asta: il braccio destro del presidente della Calabria, in base ad «analisi tributarie» avrebbe emesso a favore di un’importante società fatture pari all’importo di circa 160mila euro. Fatture emesse, più in particolare, dal 2021 al 2025 attraverso una srl di cui Daffinà risulterebbe amministratore.
Diverse intercettazioni – tra il referente della società destinataria delle fatture, Daffinà e il dg della regione Calabria Tommaso Calabrò (perquisito nei giorni scorsi dai finanzieri del Gico) – farebbe ipotizzare ai magistrati che il sub commissario nazionale alla depurazione si stesse «adoperando per turbare una gara per l’affidamento del servizio di formazione professionale».
«Se si sbrigano gli possiamo dare l’incarico sulla transizione», dirà, registrato dagli inquirenti Calabrò, nella veste di dirigente generale del dipartimento Transizione Digitale ed Attività Strategiche della regione.
Le nomine
Poi, c’è la conversazione dell’8 marzo scorso, che implicherebbe, ancora una volta, un sistema di corruttela. «Daffinà prometteva – è scritto in uno dei decreti di perquisizione notificati – ad Alfonsino Grillo (altro indagato dell’inchiesta, ndr) di intercedere presso il presidente della Giunta regionale affinché gli venisse garantita l’ulteriore proroga dell’incarico (di commissario del parco delle Serre, ndr)».
Così quale «corrispettivo», ecco «l’esplicito impegno di Grillo di stipulare, quale presidente del parco delle Serre, un contratto di collaborazione a favore di terza persona».
Nell’inchiesta c’è, dunque, il cerchio magico del governatore calabrese sotto la lente dei pm. Tra gli indagati oltre al professore dell’Unical Giulio Nardo e a un giornalista vibonese, c’è anche Veronica Rigoni, segretaria particolare di Roberto Occhiuto.
L’ipotesi accusatoria è quella di peculato e ruota attorno agli incarichi di consulenza nella struttura catanzarese del sub commissario nazionale alla Depurazione Daffinà.
Secondo gli inquirenti Rigoni, come gli altri “colleghi” indagati, non avrebbe svolto alcuna consulenza o curato i rapporti con la stampa, pur essendo retribuita con cifre consistenti. Dai contratti stipulati con Eutalia srl, la società del Mef, avrebbe percepito quasi 70mila euro tra il 2024 e il 2025. In tal modo Daffinà avrebbe avuto nella sua disponibilità denaro pubblico di cui si sarebbe adoperato «per farlo consegnare, sotto forma di compensi non dovuti, ai predetti consulenti».
Roberto Occhiuto ne era a conoscenza? Intanto il presidente festeggia: secondo le classifiche, risulta tra i primi cinque governatori più apprezzati d’Italia.