La notizia ci era arrivata qualche tempo dopo la pubblicazione dei dettagli salienti del giro di consulenze nella depurazione che aveva premiato una trentina di elementi del centrodestra dopo l’avvento del mitico Daffinà a subcommissario nazionale. L’infornata di consulenti è finita nell’inchiesta della procura di Catanzaro che ha ridotto in mutande la Regione Calabria. Daffinà aveva fatto passare di tutto tra le società in house legate al Ministero dell’Ambiente e dell’Economia, di nome Sogesid ed Eutalia Srl e la parte del leone l’aveva fatta la fidanzata dell’assessore Varì ma tra i privilegiati era finita persino la segretaria di Occhiuto, Veronica Rigoni. Oltre a un giornalista e a un docente vibonese, un autista cognato di Daffinà, faccendieri di svariata natura e il portaborse storico dell’assessore Gallo cedrone. Così, giusto per citare quelli più “famosi”.
Sì, ma il bello deve ancora venire e così arriviamo alla notizia di qualche giorno fa. “Ti risulta che su via Popilia a Cosenza, all’altezza dell’Eurospin, nella parte iniziale, c’è un ufficio regionale? Tipo sulla depurazione?”. No, francamente non ci risultava, eppure questo ufficio c’è, eccome se c’è. Il palazzo qualcuno lo chiama Arsac perché tra le altre stanze c’è anche il centro meccanografico dell’Arsac, agenzia in house della regione. Una volta c’era anche il garage e uno spaccio aziendale allora Esac, ma adesso le cose si sono evolute, però. In via Popilia a Cosenza c’è anche un ufficio distaccato del subcommissario della depurazione Daffinà, In sostanza, è un posto dove girano persone che ricevono incarichi politici e devono “timbrare” il cartellino ogni tanto per dimostrare che… lavorano.
La voce che gira è che tra queste persone dovrebbero esserci anche quelle che sono state arruolate alla Sogesid e all’Eutalia. Funziona così: “lavori” non si sa bene su cosa per un massimo di 10 giorni in un mese e ricevi circa 300 euro per ogni giornata di “lavoro”. Un incarico fantasma da onorare in un ufficio almeno come presenza e invece a via Popilia queste persone non le ha mai viste nessuno: insomma, non andavano neanche a timbrare il cartellino. Almeno in questo atteggiamento c’è un minimo di coerenza: incarico fantasma in un ufficio fantasma, perfetto, non fa una grinza. I soldi però arrivavano puntualmente.
Sogesid S.p.A. è la società di ingegneria “in house providing” delle Amministrazioni centrali dello Stato. I suoi tecnici sono al fianco delle amministrazioni nazionali e locali nei processi necessari al risanamento ambientale e ad un nuovo sviluppo del territorio. Gli ingegneri, i progettisti, i tecnici e i professionisti della Società, sono il capitale umano indispensabile per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che la “green economy” pone a livello internazionale… E agisce in tandem con un’altra società, la Eutalia Srl, società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che svolge attività di assistenza e supporto all’analisi, programmazione, attuazione e valutazione di politiche pubbliche per lo sviluppo, in qualità di in house delle Amministrazioni Centrali dello Stato. La Società supporta, inoltre, le Amministrazioni centrali e le Agenzie pubbliche nazionali nella realizzazione di progetti pilota di capacity building per lo sviluppo territoriale, anche nell’ambito di programmi di cooperazione interregionale e transnazionale.
Le due società hanno messo nero su bianco un accordo quadro con il commissario della depurazione per l’affidamento diretto per l’acquisizione di prestazioni specialistiche di supporto tecnico al gruppo di lavoro operante presso gli uffici del commissario straordinario unico di Catanzaro. Con una ramificazione nell’ufficio “fantasma” di Cosenza. Con tutta la fantasia possibile e immaginabile, non riusciamo a capire cosa c’entrano con queste società tutti i clienti di Occhiuto e del suo cerchio magico che vi hanno trovato collocazione senza neanche preoccuparsi di timbrare il cartellino, tanto a noi non ci controlla nessuno…
Lo capiscono anche i bambini che la segretaria di Occhiuto, impegnata tutto il giorno ad andare dietro alle “piroette” del suo capo, non avrebbe il tempo materiale di andare a “lavorare” per una società che si occupa di… ambiente. E lo stesso vale per tutta la pletora di lecchini che in questi anni ha truffato allegramente lo stato. Ma se i lecchini si sono macchiati del reato di truffa, Occhiuto e Daffinà sono a tutti gli effetti colpevoli di corruzione, e anche di bassa lega, visti i metodi e gli obiettivi. E per affermare questo non serve una sentenza, serve solo seguire il flusso e la scia dei soldi che hanno lasciato sul loro squallido cammino.