“Il Ministro Grillo si sta rendendo responsabile di vero e proprio bullismo istituzionale contro la Calabria. Probabilmente glielo avrà suggerito il suo mental coach da 35 mila euro l’anno“. Lo affermava la deputata del Pd Enza Bruno Bossio, in merito alle condizioni della sanità in Calabria. La ministra ormai a tempo ha annunciato l’adozione di un provvedimento speciale per la Regione, dove la situazione della sanità, ha detto il ministro, è “da incubo“ ed è stata la promotrice del Consiglio dei Ministri che si svolgerà oggi a Reggio. “Sia il Ministro che il suo mental coach- commentava però la deputata del Pd – dovrebbero sapere che sono 10 anni che la gestione della sanità calabrese è decisa fuori dalla Calabria, per via del commissariamento. Così, dopo un anno di governo, invece di assumersi le proprie responsabilità, il Ministro la butta in rissa, invocando poteri straordinari. Tutto questo quando, sotto dettatura della Lega, si sta apprestando a votare il principio dell’autonomia estrema imposto da Veneto e Lombardia, che penalizzerà il Sud proprio sulla sanità”.
Fin qui la delirante dichiarazione di Enza Bruno Bossio, per noi di Iacchite’ semplicemente Madame Fifì, uno dei tanti politici “impresentabili” della martoriata Calabria. Uno degli scandali più grandi nelle elezioni politiche di un anno fa è stata proprio la riconferma tra i deputati della Nostra Madame Fifì, di cui sopra, moglie del pluriindagato Nicola Adamo ed essa stessa più volte indagata per questioni che hanno a che fare con fondi pubblici spariti e tangenti. L’ultima delle quali appena qualche ora fa in merito ai lavori di piazza Fera a Cosenza. Una vergogna che è stata ampiamente commentata da tutti i cosentini e calabresi onesti che non riescono a capacitarsi di come sia stato possibile avere ancora in mezzo alle scatole questa terribile magara. Il meccanismo che ha salvato dalla galera o quantomeno dall’interdizione perpetua dai pubblici uffici dei due coniugi diabolici si chiama prescrizione. E vanta decine e decine di altri protagonisti, tutti uguali e tutti truffatori tra i quali Mario Occhiuto.
Al processo Eolo, quello della maxi tangente da 2 milioni 400 mila euro per le pale eoliche incassata dai prestanome di Nicola Adamo, come da scontatissimo copione è andata in scena infatti la vergogna della prescrizione.
Il sistema giuridico italiano fa acqua da tutte le parti e grazie alla sua lentezza butta il solito salvagente ad una classe politica corrotta e impresentabile.
Nicola Adamo ormai da tempo rappresenta l’emblema della politica corrotta. Coinvolto in decine di processi, additato al pubblico ludibrio come simbolo del malaffare, si salverà dal processo Eolo solo perché il sistema giudiziario è lento e non certo perché è innocente.
Il trascorrere del tempo (in Italia la prescrizione arriva allo scadere dei 7 anni e 6 mesi) ha già cancellato dal procedimento il reato di corruzione, nel quale rientrava anche la maxi tangente da 2 milioni e 400mila euro per favorire la realizzazione del parco eolico. Prescritti anche l’abuso d’ufficio, i reati in materia urbanistica e gli illeciti amministrativi.
Contro Nicola Adamo erano rimasti ancora in piedi i reati di associazione a delinquere e falso ma stanno per andare in prescrizione anche questi e Capu i liuni o il signor Bruno Bossio come lo sfottono ormai i suoi avversari politici, gongola.
Le prescrizioni massime per questi due reati sono state ormai inesorabilmente superate. Sarebbe potuta anche arrivare una condanna di primo grado per Nicola Adamo e neanche questa è arrivata ma anche se fosse arrivata, sfruttando tutte le lentezze successive, non ci sarebbe stato nessun dubbio sul fatto che la prescrizione lo avrebbe salvato anche negli altri due gradi di giudizio.
Intanto, nel corso dell’ultima udienza, con lo stesso stratagemma della prescrizione, è stato assolto una delle tante meteore della politica calabrese, quel Diego Tommasi che aveva cominciato in modo promettente con i Verdi e che è finito indecorosamente a fare affari con il simbolo della corruzione in Calabria ovvero Nicola Adamo.
E tanto per non farci mancare niente anche la terribile Madame Fifì, sì insomma la dott.ssa Enza Bruno Bossio è uscita definitivamente, ovviamente per intervenuta prescrizione, dall’inchiesta di Lecce nella quale era stata indagata per avere redatto insieme ad altri ispettori del Ministero dell’Industria, una relazione falsa a favore di un’azienda pugliese beneficiaria della 488. E tutti ricordano perfettamente anche l’inchiesta Why Not nella quale Madame Fifì era accusata di aver saccheggiato i fondi pubblici per l’informatica. Per uscirne puliti, lei e tutti i suoi compari, hanno massacrato Luigi De Magistris. Anche questa è storia, che tra l’altro raccontiamo in perfetta solitudine da anni.
Auguri e soldi a Londra… Così ormai si dice nelle cricche della prescrizione, che sguazzano liberamente nel verminaio della politica calabrese. L’unica speranza è che la Calabria non consenta più a Madame Fifì di capeggiare queste cricche con l’unica arma possibile: quella del voto, visto che i magistrati non sono riusciti a fare quello che sarebbe stato sacrosanto. E non abbiamo ancora finito di raccontare tutte le “prodezze” di questi due papponi della politica calabrese… Ci vorrebbero un paio d’anni, uno a testa si capisce! Altro che “bullismo”.