Il garantismo, secondo Occhiuto e i suoi lecchini, vale solo per lui. Per tutti gli altri, nemici e odiatori, va bene anche la galera senza processo. Quando si tratta di atti giudiziari che lo riguardano, l’ordine per tutti, specie per i giornali pagati con soldi pubblici, i mantenuti dalla pubblica amministrazione, e gli incaricati con i soldi dei caggi, è chiaro e perentorio: gridare al complotto. E anche questa volta così è stato.
Dice Occhiuto in merito all’inchiesta condotta da Gratteri denominata “Passepartout” che lo vede indagato per corruzione: “Credo che in Italia sia diventato molto difficile svolgere attività politica, professionale o imprenditoriale in questo momento storico in cui prevalgono atteggiamenti e movimenti populisti e ribellisti che hanno disseminato di odio e di rabbia il nostro Paese e che hanno di fatto occupato le istituzioni cercando (fra l’altro) di far fuori tutti gli avversari con violenza e condizionamenti vari”.
Ora, fermo restando che a condurre indagini e a chiedere misure cautelari sono le procure e non i movimenti populisti e ribellisti, è chiaro che Occhiuto, tra le righe, accusa la procura di Catanzaro di essere al servizio di chi ha “occupato le istituzioni” (dimenticandosi che gli italiani hanno votato questo governo). Gratteri, secondo Occhiuto, avrebbe assecondando il volere di chi ha “disseminato di odio e di rabbia il nostro Paese” lasciandosi strumentalizzare da chi pretende di “far fuori tutti gli avversari con violenza e condizionamenti vari” utilizzando certa magistratura.
Insomma, Gratteri ha agito nei suoi confronti non certo per motivi di Giustizia, ma solo per accontentare i suoi avversari politici.
Il che vuol dire (anche se Occhiuto non lo dice chiaramente per codardia): i populisti locali, ovvero i Morra e simili, accompagnati dai ribellisti, tutti coloro i quali criticano il suo operato truffaldino, in accordo tra di loro, avrebbero stipulato un patto con Gratteri per stroncare giudiziariamente la carriera politica di Occhiuto, chiedendo e ottenendo dalla Dda di inventarsi reati contro di lui per poter procedere al suo arresto. Non può essere diversamente, altrimenti come possono i populisti “farlo fuori” senza l’aiuto della procura?
Quindi, secondo Occhiuto, Gratteri lo ha inserito in questa operazione solo per far contenti Morra e i suoi amici, con la consapevolezza di accusare un innocente. E a conferma di ciò Occhiuto cita il gip che esclude l’associazione a delinquere tra gli indagati, dimenticandosi di dire, però, che l’impianto accusatorio messo in piedi da Gratteri deve ancora essere vagliato dal giudice che dovrà decidere sul rinvio a giudizio dei 20 indagati. Solo dopo questa pronuncia, a dal suo esito, capiremo da che parte sta la verità.
Concludendo: quello che non hanno capito Occhiuto e compari è che l’operazione di ieri è solo il preludio di quello che deve ancora arrivare. E Gratteri, di cui non siamo certo fan, non è mica uno sprovveduto. Del resto basta tradurre il nome che lo stesso ha dato all’operazione, “Passepartout”, ovvero la chiave che apre tutte le porte, per capire dove Gratteri vuole andare a parare. Lo diciamo sempre ai lecchini, servi e zerbini di Occhiuto: ride bene chi ride per ultimo.