Aridatece i Bronzi bulli e tamarri. Al TTG di Rimini edizione 2025 è nata MIA. Sarebbe l’ologramma che ha condotto i visitatori nel tunnel immersivo che anch’esso ha debuttato alla Fiera di Rimini. Ma per non essere rimproverati di denigrare e storpiare tutto quello che realizzano i boys di Occhiuto lasciamo la parola all’amministratore della Founder & CEO Media Engineering, Antonio Franzese: “L’idea è nata proprio per far sì che le persone potessero vivere un’esperienza, la stanza immersiva multisensoriale consente di apprezzare i suoni, gli odori e anche alcuni effetti visivi. Si cammina immersi nei borghi, nella natura e anche nel cibo della Calabria, si sentono i profumi tipici della regione”.
In pratica il visitatore entra in questo tunnel magico, multisensoriale e i suoi sensi vengono estasiati e stimolati. Per fortuna che è scoppiata la pace tra Israele e Palestina altrimenti ce lo davano loro il tunnel. La vista dalla bellezza delle immagini della Calabria in un’alternanza tra mare e monti, l’udito dalla musica diffusa con i moderni marchingegni che potete trovare solo nelle migliori sale cinematografiche e anche l’olfatto perché questi demoni dei nostri governanti si sono affidati ad un marchingegno moderno che spruzza l’odore del bosco, del muschio, la salsedine marina, il vento che soffia, eccetera eccetera. Una goduria.
In questa esperienza sensoriale totale a guidarci c’è l’ologrammo MIA che d’adesso in poi chiameremo solo la cara MIA che i giornali del bigoncio ci informano che ben presto E’ divenuta la mascotte dello stand. I tempi passano, le tecnologie si evolvono, oggi è arrivata anche l’intelligenza artificiale, ma in fondo siamo sempre lì. MIA ricorda tanto i Bronzi virtuali che debuttarono alla BIT di Milano nell’epoca della presidenza Scopelliti. Gian Antonio Stella dedicò alla questione uno dei suoi articoli pungenti sul Corriere della Sera. Titolo a nove colonne: “I Bronzi di Riace trasformati in bulli”. E poi sottotitolo:”questa prima parte della campagna promozionale è costata 2,5 milioni di euro”.
Perché oggi Occhiuto fa il gasato con lo slogan in 4 anni quello che non è stato fatto nei 40 precedenti ma in realtà lui non è altro che un allievo della Presidenza Scopelliti del 2010. Chi non ricorda le notti bianche sul lungomare di Reggio Calabria con stelle e stelline, le campagne pubblicitarie e promozionali faraoniche. Il mondo di Roberto Occhiuto che i giornalisti amici esaltano, nasce in realtà dai quei tempi. La differenza è che allora contro quella campagna oscena che dava vita ai Bronzi in una versione tamarra insorse buona parte della carta stampata calabrese, molti intellettuali e perfino la Confindustria Calabria. Tutti a gridare: «Presidente Scopelliti, ritiri questa grottesca pubblicità».
Purtroppo oggi c’è calma piatta. Certamente ancora MIA è solo al debutto, non sono stati spesi i milioni del tempo. Ma al vedere apparire questa MIA nei filmati che sembra avere le sembianze del Direttore d’Orchestra Beatrice Venezi ci viene da rimpiangere i BRONZI tamarri dell’epoca Scopelliti. Almeno avevano un’attinenza con la nostra regione. E poi a leggere le cronache entusisastiche della stampa amica che parla di immersione sensoriale che coinvolge tutti i sensi c’è venuto il sospetto che il duo Galabrese, l’assessore con la zeppola, e Raffaele Rio, l’uomo dei numeri ad minchiam, abbiano voluto offrire ai graditi ospiti e invitati dello stand Calabria un piacevole soggiorno tra passeggiate nei boschi, nuotate nei mari, scampagnate, e un’immersione di cur(l)tula… sì insomma avete capito.
E quando pensi che tutto sia finito, si attivano anche le papille gustative. Ed ecco a voi: “il peperoncino, la cipolla di Tropea, il Bergamotto di Reggio Calabria che ti convincono a restare”. In pratica piu’ che uno stand la Regione Calabria ha messo su un centro benessere sensoriale, teso ad attivare tutti i nostri sensi. Il tutto concluso con la cena di gala e questa volta non virtuale ma reale con tanto di ben di dio preparati da qualche chef di richiamo. Che mangiata. Per il solo giochino tecnologico con tunnel e MIA al seguito la regione ha speso 110 mila euro. Una inezia. Ma non preoccpatevi che ci sarà un seguito a dire degli interessati. Infatti l’amministratore ha dichiarato sempre ai giornaletti della corte Occhiuto: “Alcune cose non le posso ancora rivelare, posso solo dire che il progetto legato a “Mia” avrà un’evoluzione, ma non mi fare aggiungere altro…”. Attendiamo con ansia gli sviluppo. Comunque, chi non abbia letto il nostro articolo precedente non si avvilisca, anche a Rimini la regione Calabria è riuscita a spendere oltre 700 mila euro, sfiornado il milione di euro. Che sia chiaro: ai Bronzi tamarri di Scopelliti e alla Mia insipida di Occhiuto/Galabrese, noi preferiamo la MIA Martini di Bagnara Calabra. Di MIA ce n’è una sola.









