Calabria, fallimento acqua e rifiuti. Tavernise (M5s): “Manna vattene”

CORIGLIANO-ROSSANO. Lo testimoniano i rifiuti ammassati lungo le strade dei Comuni della provincia di Cosenza. Lo testimonia la recente perdita dei 105 milioni, fondamentali per contribuire a monitorare la rete idrica calabrese. Dalla gestione del sistema rifiuti alla gestione dell’autorità idrica calabrese, è un perpetrarsi di fallimenti e occasioni mancate che tra mille scuse, hanno un responsabile: il sindaco di Rende, Marcello Manna, che oggi risulta anche, presidente dell’Anci Calabria, oltre che presidente dell’Autorità Idrica della Calabria e presidente dell’ATO Cosenza. Tante poltrone, zero risultati. Rassegni le dimissioni irrevocabili, dunque, da presidente dell’ATO Cosenza e dell’Autorità Idrica della Calabria.

ATO Cosenza – Con una nota del Comune di Rende il 4 dicembre del 2019, in qualità di presidente dell’ATO Cosenza ha espressamente richiesto l’attivazione dei poteri sostituitivi della Regione, per come previsti dalla legge regionale n.14 del 2014, al fine di rimettere all’ente regionale  l’individuazione di siti da destinare alla realizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani e di smaltimento degli scarti. Compito che la legge regionale affida proprio all’ATO, e per la quale ha chiesto di essere sostituito dalla Regione. Intervento, questo, legittimato solo dall’inerzia di chi dovrebbe agire. Perché continuare a presiedere un organismo che si autodefinisce “incapace di agire”? Nel 1997 ha avuto inizio il commissariamento della Calabria nel settore rifiuti. Nel 2013 con ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri la cessazione dello stato di emergenza. Da allora quali passi avanti? I Comuni dell’ATO Cosenza, presieduti da Manna – sindaco di Rende, presidente ANCI Calabria, presidente ATO Cosenza, presidente AIC – passano il tempo a rimpallare responsabilità sulla mancata individuazione di un sito per l’ecodistretto, per la quale sono previsti 50 milioni fermi da anni nei cassetti della Regione e mai realizzato per l’impossibilità di individuare il sito.

Autorità Idrica della Calabria – E’ mancata una firma digitale. No, un allegato. No, in realtà è mancato il piano industriale. Regna il caos anche nella gestione del sistema idrico calabrese, e le giustificazioni si susseguono sulla perdita di 105 milioni di euro dal PNRR. Eppure Manna, nel mese di gennaio con annuncio trionfante ci ha informato che la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile ha permesso alla Calabria di poter accedere ai finanziamenti messi a disposizione dal Programma React-Eu. In realtà, se le risorse idriche calabresi entro il prossimo 30 giugno non verranno affidate a un soggetto gestore c’è la possibilità che non solo la Calabria, ma tutte le altre regioni perdano la possibilità di utilizzare i fondi PNRR destinati al settore. Per la fine di giugno sarebbe, infatti, prevista la scadenza per l’affidamento a regime del servizio idrico integrato e, a livello nazionale, l’Italia deve fornire talune condizioni abilitanti, ovvero pre – requisiti che gli Stati membri dell’UE devono avere per usufruire dei fondi europei. Condizioni che ad oggi mancano, in tutto o in parte, a quattro regioni: tra queste neanche a dirlo, la Calabria che ha un ritardo enorme nell’individuazione del soggetto gestore unico previsto dalla normativa nazionale e regionale.

Davide Tavernise Capogruppo M5S – Consiglio Regionale della Calabria

COMUNICATO STAMPA