In queste ore ha preso piede sui media di regime la polemica sulla Calabria Film Commission, la cassaforte del potere di Occhiuto, per come scriviamo ormai da tempo. L’ha innescata una delle “corazzate” della pseudoinformazione calabrese, che ha tirato fuori un po’ di nomi nuovi di consulenti e tra gli altri si è soffermato su Gabriele Polimeni. Poche righe, a dire il vero: “… Uno dei curriculum più affascinanti appartiene a un altro fotografo (che è anche social media editor): skipper a Tropea, ufficiale di macchina a bordo di navi da crociera, pilota di droni e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia. È lui a guidare la Calabria Film Commission nei perigliosi mari del web…”.
L’ironia non è piaciuta a Occhiuto, che infastidito soprattutto da una pietosa interrogazione di tal Tavernise, ha tuonato in Consiglio regionale sulla bravura del suo consulente, dedicandogli persino un video, rispedendo al mittente le accuse di favoritismi e calandoci persino il carico, riesumando una vicenda del 2020 che si riferiva alle presunte parcelle d’oro per l’avvocato Pasquale Gallo. Parcelle che avrebbero superato i 500 mila euro e delle quali sarebbe al corrente addirittura la Procura.
Il silenzio della controparte lascia immaginare che qualcosa che non quadra ci sia realmente ma la circostanza paradossale è che l’autore della polemica sullo skipper è lo stesso che aveva tirato fuori la storia dell’avvocato Gallo. Ma lo aveva fatto quando militava in un’altra delle “corazzate” della pseudoinformazione calabrese, quella notoriamente vicina al governatore. Incredibile, ma vero. E immaginatevi per noi, umili rappresentanti della categoria giornalistica libera e senza editori, quale goduria possa essere riportare le parti salienti di quell’articolo ma anche, per doveroso diritto di replica, le giustificazioni della controparte. Che, naturalmente, nessuno si preoccupa di ripubblicare.
Questa storia inizia a settembre del 2020, il giorno in cui Jole Santelli e Giovanni Minoli presentano la loro “fabbrica dei sogni”, un nuovo progetto per l’audiovisivo in Calabria. Succede poche settimane prima della sua scomparsa. Santelli dichiarava testualmente: “I progetti della Film Commission andranno avanti, se sono regolari. Io non ho mai annullato nulla, mi sono fermata solo quando, vedendo le carte, ho trovato qualcosa che non funzionava”.
Non è chiaro a cosa si riferisca Santelli: non è detto che si riferisca a «carte» trovate spulciando gli atti della “vecchia” Fondazione. La frase resta sospesa, come i progetti che la governatrice non potrà realizzare assieme al giornalista di “Mixer”. Minoli getta la spugna neanche un mese dopo e nelle sue righe di commiato, c’è un’altra frase che resta sospesa. Minoli afferma di “aver chiesto una due diligence sul passato per essere certo – come credo – che tutto il lavoro fatto sia stato chiaro e trasparente e, quindi, si possa agire speditamente”. La due diligence è una verifica dei dati di bilancio di una società, è un atto quasi dovuto quando si materializza un passaggio di consegne.
La stessa Film Commission ha iniziato una revisione degli atti, partendo da consulenze e spese legali. Secondo i documenti consultati dal giornale amico di Occhiuto ma dal giornalista che adesso sta nel giornale nemico di Robertino, alcune delle pratiche in esame riguardano i pagamenti incassati dall’avvocato Pasquale Gallo, Lello per gli amici, e dallo studio Gallo&Gallo che, negli ultimi anni, ha gravitato nell’orbita dell’ente che si è occupato di rilanciare il cinema in Calabria. Dal passato, com’è ovvio che sia in questi casi, continuano ad arrivare richieste di pagamento. Il nuovo management della Fondazione ha deciso di verificarne la provenienza. E sulle scrivanie sono finiti incarichi, nomine, consulenze, progetti avviati da tempo.
Gli incarichi a manetta sono arrivati nel periodo in cui la presidenza è stata affidata a Giuseppe Citrigno (tra il 2016 e il 2020, prima della nomina di Minoli come commissario). In quel periodo, infatti, il ruolo di Pasquale Gallo all’interno della Fondazione sarebbe diventato preminente.
Nel 2017, Gallo avrebbe ricevuto dalla Film Commission oltre 80mila euro tra compensi, partecipazioni a eventi di settore, spese legali, spese di funzionamento, rimborsi e altro. Nel 2018 sarebbero arrivati servizi di consulenza, rimborsi e spese legali per provvedimenti pregressi per un totale di quasi 73mila euro. Nel 2019, il quadro delle collaborazioni si allarga anche a Fabrizio Gallo, fondatore dello studio Gallo&Gallo. E dalle casse della Film Commission escono in un anno circa 180mila euro.
Secondo l’articolo del giornale amico di Occhiuto, ma del giornalista che adesso è passato al giornale nemico di Robertino, una parte degli incarichi legali sarebbero andati ad avvocati riconducibili in qualche modo alla “galassia” dell’avvocato Gallo. Oltre ai soliti rimborsi (tra i quali quello per la partecipazione allo European Film Market di Berlino), l’avvocato riceve compensi per le proprie consulenze legali: si occupa, infatti, del Modello per la privacy e del Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e per la Trasparenza.
“… Dal 2017 a metà 2020, dunque, la galassia legale che fa capo a Pasquale Gallo, avrebbe ricevuto dalla Fondazione Calabria Film Commission una cifra compresa tra i 450 e i 500 mila euro. Il centro della questione non è (soltanto) la cifra, ma il sistema utilizzato. Che prevedeva, per il legale, diversi canali di pagamento e una nuova parcella per ogni causa assunta per conto della Film Commission. Pagamenti parcellizzati, dunque, non una convenzione (che avrebbe, forse, permesso di realizzare risparmi: è proprio questo uno dei temi della verifica interna)…”.
L’avvocato Daniele Romeo, scelto da Minoli per entrare nella squadra della “sua” Fondazione, spiegava così gli approfondimenti evidentemente ancora in corso: “Stiamo cercando di fare chiarezza sul metodo che è stato utilizzato prima, per capire se sia stato penalizzante per le casse della Fondazione». Ci tiene a evidenziare un passaggio nel nuovo corso: «Non è vero che Minoli ha aumentato i costi delle consulenze e dell’area legale – dice –. È il contrario: li ha contenuti. Perché non accadrà mai più che in due anni un consulente costi più di 450mila euro. Il metodo Minoli è un metodo basato sulla chiarezza e, soprattutto, è un metodo moderno, che premia il merito. Le aziende moderne si pongono degli obiettivi, e quelli bravi vengono pagati perché raggiungono gli obiettivi. L’obiettivo di una Fondazione non può essere quello di fare più cause possibili per poi, tra l’altro, perderle in maniera disastrosa. Deve essere quello di contenere i costi pubblici”. Il lavoro iniziato da settimane servirà proprio a capire se l’obiettivo sia stato quello. Romeo ha qualche dubbio: “Stanno emergendo diverse anomalie che hanno portato a un dispendio di risorse”.
Quante e quali siano le cause affrontate dalla Film Commission è materia di cui ora si occupano i tecnici. Certo il contenzioso è sempre stato uno dei tasti dolenti.
LA REPLICA DI GALLO
Non corrisponde al vero che io abbia avuto un ruolo preminente quale consulente legale della Film Commission dal 2016 al 2020, in quanto non solo non l’ho assistita con continuità, ma anche perché ci sono stati altri legali (ricordo a mente almeno 6 avvocati, esclusi quelli addebitati alla mia “galassia legale”). È falso che io abbia mai avuto per la mia consulenza le somme indicate (addirittura 450.000/500.000,00 euro in 2 anni!). Nel corso della presidenza Citrigno (da luglio 2016 a luglio 2020) il sottoscritto ha percepito quale compenso professionale per la propria attività di consulenza, un totale netto pari ad €. 121.757,84 con una media mensile pari ad €. 2.029,29. Sottolineo che Citrigno mi ha chiesto di collaborare all’esito di una valutazione comparativa, giusta short list pubblica, non avendo personali rapporti con lui prima che ritenesse di contrattualizzarmi.
Soprassiedo sulla mia presenza ai festival internazionali (solo 5 volte in 4 anni per conto della Film Commission) – come tutti i componenti di tutte le film commission del mondo – ai quali ho partecipato (assieme a tanti altri, anche dirigenti della Regione Calabria) su espressa richiesta ed autorizzazione del Presidente, per esporre tecnicamente le opportunità delle Legge Cinema calabrese e gli Avvisi pubblici banditi al fine di promuovere l’audiovisivo girato in Calabria (quali ad esempio “Padre Nostro” con Favino premiato a Venezia, “Aspromonte – La terra degli ultimi” tra i candidati a rappresentare l’Italia agli Oscar).
Altra attività professionale per la quale ho maturato onorari è quella relativa ai contenziosi in cui ho difeso la Film Commission, alla quale, per altro, in concomitanza dei rapporti di consulenza, ho applicato i tariffari concordati e disciplinati dal D.M. n. 55/2014. Sul punto, sottolineo che tutti i contenziosi patrocinati durante la presidenza Citrigno, rispetto ai quali ho ricevuto richiesta di assistenza in giudizio, sono relativi a vicende pregresse alla sua gestione, precedentemente, incardinati (in cui la Film Commission è stata sempre costretta a difendersi!), anche a far data dal 2008 o 2011.
Risulta a chi è dotato di competenza giuridica e buonafede, che gli onorari, maturati durante la gestione Citrigno, riguardano cause pendenti da diversi anni (in media 7) per le quali il compenso è stato corrisposto, sempre secondo il D.M. n. 55/2014, prima con un anticipo ed al termine del processo con il saldo, circostanza questa riscontrabile anche sul sito della Film Commission nella sezione Trasparenza. Per capirci, il fatto che, dopo tanti anni di processi, i compensi siano maturati in quel determinato periodo, non è dipeso né da Gallo, né da Citrigno, ma dai tempi fisiologici dei vari processi. Preme sottolineare, per capire le dimensioni delle questioni, che in diversi contenziosi, vinti dalla Film Commission, le domande giudiziali, avanzate dalle controparti, corrispondevano ad un importo totale pari ad euro 1.339.188,65. Cosa avrebbe dovuto fare la Film Commission? Non difendersi e soccombere! Si chiarisce, inoltre, che la formula contratto di consulenza oltre onorari sui contenziosi è in vigore in Film Commission, per propria policy, da almeno il 2011 ed è stata applicata da tutti i presidenti/commissari succedutisi nel tempo…