Calabria. Il buco nero del M5S

A PROPOSITO DELLA CRISI DEL M5S IN CALABRIA E NON SOLO

di Pino Tassi

Chiara Appendino si è dimessa da vicepresidente del M5S. Per dimettersi è andata via anche dal Consiglio Nazionale. Ora, dopo i risultati negativi in Calabria, Marche e Toscana valutiamo un’ipotesi assolutamente teorica: ae Anna Lauro Orrico un bel giorno volesse dimettersi da coordinatrice regionale in Calabria, Anna Laura Orrico dovrebbe dimettersi nelle mani di Giuseppe Conte anche nella sua qualità di presidente del movimento.

Se pensassero di dimettersi anche Giuseppe Giorno a Cosenza, Luigi Stranieri a Catanzaro, Elisabetta Barbuto a Crotone, Luisa Santoro a Vibo Valentia e Giuseppe Fabio Auddino a Reggio Calabria, in questo caso da coordinatori provinciali, tutti dovrebbero dimettersi nelle mani di Giuseppe Conte. Siccome qualcuno puo’ pensare che ho questioni personali con tutti loro, che nemmeno conosco, allarghiamo il giro.

Se Marta Ruggeri, dopo la batosta elettorale, e dopo aver festeggiato la sua elezione nelle Marche – che c’era da festeggiare non si sa: forse lo scranno riconquistato? – volesse dimettersi da coordinatrice provinciale di Pesaro-Urbino dovrebbe presentare le dimissioni in mano a Giuseppe Conte. Se Irene Galletti, decidesse di dimettersi da coordinatrice regionale in Toscana dopo il flop elettorale e il ribaltone politico, dovrebbe presentare le dimissioni nelle mani di Giuseppe Conte.

Se fosse così Giuseppe Conte, nella qualità di presidente del M5S, procederebbe quindi alla nomina dei nuovi coordinatori con la ratifica del Consiglio Nazionale. Ora ditemi voi come fa un partito o movimento, chiamatelo come vi pare, a radicarsi in una regione o in una provincia se non prevede alcuna forma di organizzazione democratica a questi livelli. Con il nuovo statuto il M5S si è dato una struttura organizzativa ben articolata a livello nazionale e una forma organizzativa a livello comunale con i gruppi territoriali.

Nel mezzo c’è un buco gigantesco, nessun livello organizzativo è previsto anche nel nuovo statuto. Come sappiamo bene i buchi vengono sempre riempiti. Nel M5S i buchi vengono riempiti dal controllo dei parlamentari del posto, in accordo o in lotta tra loro, che fanno da filtro con Roma. Le conseguenze sono che mentre nel Pd c’è l’anarchia assoluta con cacicchi, chiamateli come vi pare, vecchi e nuovi in competizione permanente, nel M5S hai il controllo assoluto del territorio da parte di pochi, molti di questi guardano spesso con sospetto chiunque tenti di entrare e di allargare la partecipazione. Ci vedono un potenziale avversario. Per molti è meglio un movimento al 5% con uno o due eletti di fiducia che un movimento che si allarghi alla società civile uscendo dai palazzi e facendo politica tra la gente. E guardate che questo è un problema non solo organizzativo ma che riguarda il modo di essere e di vivere di un movimento. PS Comunque non preoccupatevi che nessuno ha intenzione di dimettersi.