Calabria. Il “caso Cesare&Vincenzo Pasqua” e la Regione: corsi e ricorsi storici

REGIONE CALABRIA IERI E OGGI

Quella di Cesare Pasqua – medico ed ex dirigente dell’Asp di Vibo incappato nelle inchieste della Dda di Catanzaro – è la storia “vera” delle degenerazioni nate e proliferate intorno al sistema sanitario regionale. E’ la versione raccontata dalla testimonianza del dottore Francesco Talarico nel processo che si sta svolgendo al Tribunale di Vibo Valentia per le minacce aggravate dal metodo mafioso da lui subite da parte di Cesare Pasqua. La testimonianza di Francesco Talarico risale al 4 agosto. Eccetto Cesare Pasqua, nessuno ad oggi ne ha smentito i contenuti a partire dall’ex presidente della Regione Agazio Loiero.

A noi interessa inserire la testimonianza di Talarico nel contesto politico dell’epoca per capire il potere detenuto in mano ai cosiddetti governatori e i compromessi nella migliore delle ipotesi, per non dire di vere e proprie degenerazioni etiche e morali che si compiono per conquistare la presidenza delle Regioni. Chiaramente non vogliamo generalizzare ma nemmeno si possono ridurre queste faccende a vicende personali o a scelte singole sbagliate. Spesso è un sistema di potere che le richiede e le permette.

Andiamo ai fatti. La Calabria va alle elezioni regionali nel 2005. Vince le elezioni Agazio Loiero della coalizione di centrosinistra con quasi il 59% dei voti contro Sergio Abramo che non raggiunge nemmeno il 40%. Ad appoggiare Loiero scendono in campo ben 10 liste. Ds e la Margherita con quasi il 15% dei voti prendono ben 7 seggi a testa, poi l’Udeur con 4, Socialisti con 3, Rifondazione Comunista due seggi. C’era anche la lista Progetto Calabria che prende anch’essa due seggi. Tra i candidati di questa lista c’era Cesare Pasqua che prende tremilacinquecento voti.

La sanità all’epoca non è ancora commissariata. Il 28 novembre 2005 Loiero e la sua giunta procedono alla nomina dei Direttori Generali delle varie Asl su proposta dell’assessore alla sanità di allora Doris Lo Moro da lui nominata subito dopo le elezioni. Come direttore generale dell’Asl di Vibo Valentia viene nominato il Dott. Francesco Talarico che era Direttore sanitario alla Fondazione ”Villa Betania”. Subito dopo le nomine, Loiero così commentò: ”Abbiamo effettuato una scelta di rinnovamento e di qualita’ cosi’ come avevamo promesso ai calabresi”. Doris Lo Moro da parte sua: “Ci sono gli elementi per pensare che si sia dato il via ad una squadra che può consentire un buon lavoro per il futuro e, comunque, abbiamo dato un segnale di novità alla Calabria, rinunciando anche a forti competenze per dare un segnale di discontinuità di cui questa regione aveva bisogno”.

Qui si inserisce la testimonianza di Francesco Talarico davanti alla corte del Tribunale di Vibo Valentia. Talarico afferma che dopo la sua nomina viene chiamato dal presidente Loiero che gli dice: “Si dovrebbe presentare Pasqua, Cesare Pasqua per una nomina, dovresti in qualche modo accontentarlo, perché è stato utile in campagna elettorale”. Queste le parole di Talarico che poi aggiunge: “A distanza di qualche giorno Loiero mi richiama allarmato e mi chiede di passare da casa sua che doveva dirmi determinate cose, e mi dice: “Guarda, lascia perdere quello che ti ho detto su Pasqua, perché è venuta fuori un’intercettazione da cui si desume che il clan Mancuso ha votato per lui alle regionali, quindi a questo punto praticamente non è nominabile. Comunque non mettere di mezzo me, assumiti tu la responsabilità di una mancata nomina”. E così è stato…”.

Naturalmente Talarico non procede a nessuna nomina a favore di Cesare Pasqua che non la prende bene, usiamo un eufemismo, e va da Talarico, sempre secondo la sua testimonianza, per “lamentarsi di questa mancata nomina, dicendo che secondo lui Loiero non era stato di parola, eccetera…”. Cesare Pasqua comunque tenta di ottenere la nomina a capo della Prevenzione dell’Asl al posto del veterinario Francesco Massara, sempre secondo la testimonianza di Talarico, e non riuscendovi scaglia la sua ira contro Talarico e il Massara stesso con presunte azioni di intimidazioni che andranno avanti fino al 2014.

La vicenda si intreccia con la tragica morte di Federica Monteleone avvenuta all’Ospedale di Vibo Valentia nel gennaio 2007. Per la morte di Federica, Cesare Pasqua presenterà una denuncia nell’aprile 2008 contro Francesco Talarico sostenendo che questi gli avrebbe chiesto un parere favorevole sull’idoneità della sala operativa dell’ospedale dove i lavori erano stati conclusi da poco. Queste le parole di Talarico davanti alla Corte: “Lo avrei avvicinato (a Cesare Pasqua, ndr) per chiedergli il parere preventivo sulla sala operatoria, parere che lui non era disposto a darmi, e che praticamente… io avrei, diciamo, a fronte di questo suo rifiuto, lo avrei minacciato che lui con me non sarebbe mai diventato direttore del dipartimento di Prevenzione£. Sta di fatto che Francesco Talarico è stato condannato a due anni e quattro mesi per omicidio colposo e tentata concussione. Il Dott. Massara successivamente racconterà a Talarico e alla Dda di essere stato fermato da Pasqua che lo avrebbe minacciato: “Se non la smetti di rompere le scatole io ti farò fare la fine di Talarico. Hai visto quello che ho fatto a Talarico? Gli ho fatto perdere il pane”. E poi: “Io troverò i modi e le pedine per rovinarti, come ho fatto con Talarico, e se non la smettete di dare fastidio tutti e due, io ho i miei amici potenti di Vibo che vi faranno sparire per sempre”.

Nell’agosto 2007 Talarico viene nominato sempre da Agazio Loiero all’Asl di Catanzaro e al posto suo arriva a Vibo Valentia come direttore generale Domencio Staltieri che nell’aprile 2008 nomina Cesare Pasqua Direttore Sanitario Aziendale attraverso un concorso interno per titoli. E qui non si capisce perché Loiero non informò Staltieri delle accuse della Dda contro Pasqua di essere un uomo dei Mancuso. Secondo Talarico perché “non aveva conoscenza o confidenza con Loiero, non si conoscevano, quindi Loiero non aveva la confidenza per dire guarda che c’è questa intercettazione che lo riguarda”. Una tesi un po’ deboluccia. Sta di fatto che anche la carriera di Staltieri durerà poco perchè prima verrà sospeso dall’incarico il 19 settembre dopo un ennesimo black out elettrico all’Ospedale di Vibo Valentia, black out che aveva provocato la morte di Federica Monteleone nel gennaio 2007. La revoca di Staltieri da Dg dell’Asl di Vibo Valentia arriva il 12 novembre 2008 su proposta del nuovo assessore alla sanità Vincenzo Spaziale.

La storia non finisce qui ma continua nel 2014 con le presunte minacce a Massara e Talarico di cui abbiamo parlato prima e nel 2020 quando dalle carte di Rinascita Scott escono fuori i legami di Cesare Pasqua con Luigi Mancuso e il clan Fiarè. Le varie vicende giudiziarie di Cesare Pasqua vedremo come andranno a finire.

Ma abbiamo detto che volevamo soffermarci su quel mondo di mezzo tra politica e ambienti massonici e ‘ndranghetisti che spesso fa da trait d’union. La politica vola alto, parla di grandi progetti e valori, poi si fa di necessità virtù. Negli anni della presidenza Loiero mentre da un lato si chiamava Talarico per accontentare Pasqua, anzi meglio di no, caso mai nelle stesse ore o qualche anno dopo si telefonava al grande regista Wim Wenders per fare un film tra Badolato e Riace sull’immigrazione. Poi dopo l’assoluzione di Loiero dal processo Rimborsopoli dobbiamo ascoltare l’attuale presidente Occhiuto affermare che Loiero e successivamente Oliverio sono caduti da presidenti per gli avvisi di garanzia della magistratura. Non invece per la cattiva amministrazione delle loro presidenze a partire dalla sanità, anche se con Oliverio era stata commissariata.

Ma restiamo ai fatti. Le vicissitudini di Pasqua iniziano nel 2005 quando Loiero, dopo la sua candidatura nelle sue liste, ne blocca la nomina di dirigente. Voi penserete che finisce lì la storia di Cesare Pasqua e della sua famiglia. Vi sbagliate e di grosso. I suoi pacchetti di voto fanno gola a tutti. Sempre Talarico spiega il potere di Pasqua: “Uno stuolo di fedelissimi che Cesare Pasqua avrebbe utilizzato “anche praticamente per scopi elettorali, per fare la campagna elettorale per sé stesso o anche per il figlio…”.

E infine: “… il clan Mancuso è vicino a Pasqua da tutti i punti di vista, anche elettorali”. Un conoscente di Talarico nel 2014 gli confido’ : “Vedrai, il clan Mancuso farà convergere i voti su di lui, sul figlio di Pasqua”. Vincenzo Pasqua, figlio di Cesare, fu candidato nelle elezioni regionali del 2015 nella lista Oliverio Presidente e fu l’unico eletto nella circoscrizione Catanzaro/Vibo valentia/Crotone facendo il pieno di voti tra Limbadi e Nicotera. Già nel 2017 capisce che l’epoca Oliverio sta per giungere a conclusione e passa in Forza Italia, rompe successivamente anche con FI e si candida nella lista di Santelli presidente dove però non viene eletto.

Di quante storie similari potremmo parlare? Tante, troppe. Nella storia della Regione Calabria non ci sono differenze sostanziali tra destra e sinistra. Oggi servirebbe una politica seria che puntasse a rinnovare l’istituto Regione, il massimo sarebbe scioglierlo ma andrebbe bene anche una limitazione di poteri che fanno dei cosiddetti governatori dei nuovi signorotti delle nostre regioni. Altrimenti nemmeno il 40% dei calabresi andrà più a votare. Solo portaborse, autisti, consulenti, progettistii e segretari. Non pensiate che questa storia sia altro rispetto alle prossime elezioni regionali. Le magagne del sistema Occhiuto stanno uscendo fuori in queste settimane. Purtroppo non per merito di un’opposizione inesistente e subalterna sia in consiglio che nella società. I partiti politici sono quasi tutti alla caccia dei nuovi “Pasqua” dei giorni di oggi. Non ci possono essere ambiguità, le forze progressiste e riformiste se vogliono vincere devono rigenerarsi e puntare su energie nuove e dinamiche. Ecco perchè noi sosteniamo la candidatura di Flavio Stasi: potrebbe portare un’ondata di rinnovamento e di novità. Tutto il resto è noia e trasversalismo.