Il ritorno della Democrazia Cristiana
di Francesco Cirillo
L’arrivo di Tajani in Calabria qualche giorno fa verrà ricordato come il passaggio di decine di sindaci prima indipendenti o addirittura di sinistra in Forza Italia. I 47 sindaci ed i 273 amministratori, non dovranno dar conto del proprio passaggio al partito di governo ai propri cittadini né si dovranno dimettere. Liberi di aderire a qualsiasi partito si intende ma se si è fatta propaganda elettorale asserendo nei comizi di essere indipendenti dalla politica stando in liste civiche, quantomeno una spiegazione ai propri cittadini bisognerebbe pur darla, anche perché necessariamente cambieranno gli equilibri politici interni alle amministrazioni essendovi nelle opposizioni aderenti allo stesso partito.
Tajani ha ricevuto a Reggio Calabria il premio Minatore d’oro, e difatti se lo è meritato, perché scavando nei territori calabresi ha trovato miniere d’oro, come le pale eoliche, il ponte sullo Stretto, la portualità da definire e completare, i fiumi d’oro della progettualità nel PNRR e per ultimo le adesioni in massa al referendum a favore dell’Autonomia differenziata ai quali i sindaci e gli amministratori “obtorto collo” dovranno aderire.
Partendo dalla Regione Calabria, il governatore Occhiuto in testa, si ricostituiranno o meglio si consolideranno i comitati d’affari che hanno sempre caratterizzato Forza Italia in Calabria così come lo fu la Democrazia Cristiana quando vigevano i poteri di Misasi e della sua banda. Tutti i 47 sindaci e i 237 amministratori adesso si metteranno in fila alla regione Calabria con il cappello in mano per elemosinare qualche finanziamento pubblico, chi il porto, chi una strada, chi una pala eolica, chi un fiume da cementificare, chi un lungomare da allargare, la politica lo sanno bene tutti è fatta di queste cose e se vuoi soldi per il tuo comune devi guadagnarteli.
E la cosiddetta sinistra che fa? Sta a guardare, assente da tutte le problematiche regionali, senza un leader, senza progetti e soprattutto senza presenze sui territori oramai in mano ai partiti di governo e con un Pd pronto ad entrare in qualsiasi comitato d’affari se non già presente.
Ci aspettano tempi bui quindi, dovremo ingoiare il ponte sullo Stretto a questo punto, dovremo ingoiare una probabile perdita o non partecipazione al referendum sull’autonomia differenziata dove questi sciagurati sindaci voteranno contro i propri cittadini destinando la regione a terra bruciata. E la ‘ndrangheta ? La ‘ndrangheta aspetta o è già dentro ai comitati d’affari per i rifiuti, il ponte, le eoliche e quanto interessi il mondo del cemento e della speculazione edilizia.