Ci sono voluti sedici (16!!!) anni prima che il Ministero si accorgesse che non era più il caso di far sguazzare nei posti di sottogoverno per l’ambiente Domenico Pappaterra detto Mimmo, uno dei politici più impresentabili e trasformisti di tutta la Calabria. La classica figura dell’uomo per tutte le stagioni e per tutti i colori politici. Un opportunista di bassa lega, senza nessuno spessore politico.
Pappaterra è stato presidente del Parco del Pollino per 16 anni ma non solo. Nel corso di questi anni era stato nominato anche direttore generale di Arpacal, cioè dell’ente che deve controllare lo stato dell’ambiente su tutto il territorio regionale, compreso perciò il versante calabrese del Parco del Pollino, dove si trova la centrale a biomasse, già Enel, della Valle del Mercure. Insomma, un caso di scandalosa coincidenza tra controllato e controllore.
Ma non basta. Pappaterra era anche presidente del famigerato Osservatorio Ambientale della Valle del Mercure, organismo finanziato da Enel, cui toccava il compito di produrre periodici report sull’impatto dei fumi della centrale su Ambiente, Biodiversità del Parco e Salute delle popolazioni residenti. Questo Osservatorio era uno dei cardini dell’accordo siglato al MISE che, di fatto, ha consentito l’entrata in funzione della centrale del Mercure. E questo Osservatorio, presieduto da Pappaterra, un primo report sull’attività della centrale l’ha pure prodotto – a giugno 2018 -, rapporto che univa l’imbarazzante inconsistenza scientifica del contenuto all’ennesimo conflitto di interesse. Infatti la Fondazione incaricata dello studio annoverava l’Enel tra i suoi Soci! Eravamo perciò in attesa di uno studio in qualche modo attendibile e scientificamente consistente, annunciato per l’anno successivo al primo, e dunque per il giugno 2019.
Sono passati anni, ma ovviamente dello studio sulle emissioni neanche l’ombra! Pappaterra aveva annunciato di essersi dimesso dall’incarico di Presidente dell’Osservatorio (evidente l’incompatibilità) a fine giugno 2019, quando il nuovo studio avrebbe già dovuto essere stato presentato. Nulla di tutto questo. Nessuno studio, nessuna valutazione di impatto da parte di un organismo- l’Osservatorio- la cui costituzione era stata portato a garanzia e simbolo di trasparenza e sicurezza per la gente della Valle al tavolo del MISE. Con buona pace di tutti quelli -Istituzioni, Sindacati, Enti- che hanno fatto una vergognosa gara per “dare una mano” all’Enel a riaprire il “mostro del Mercure”, e che anche ora continuano a rimanere in rigoroso silenzio.
Né abbiamo mai capito quale sia stato il motivo per il quale Pappaterra, da un lato si dimetteva da presidente dell’Osservatoria e dall’altro continuava a mantenere la Presidenza dell’Ente Parco, incarico che pure presenta, di fatto, gli stessi profili di incompatibilità.
L’Osservatorio funzionava e funziona con i soldi dell’Enel (100.000 euro l’anno) ed è governato dai Rappresentanti di Enti e Istituzioni che ricevono da Enel un totale di oltre 17 milioni di euro, a “compensazione” dell’attività della centrale.
La sua sede è stata ubicata nella sede dell’Ente Parco, a Castrovillari. Quasi una fisica rappresentazione dello strabordante potere dell’Azienda elettrica. Per fare i suoi studi l’Osservatorio si dovrebbe avvalere di studiosi ed esperti indipendenti, per ovvia garanzia di imparzialità, vista la durissima vertenza che contrappone Istituzioni, popolazioni e Associazioni ambientaliste ad Enel e che va avanti da oltre 15 anni.
La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, presieduta da Edo Ronchi, è stata incaricata di effettuare uno studio sulle ricadute della centrale ed ha prodotto una relazione – presentata nella sede del Parco di Castrovillari – di una non condivisibile indeterminatezza scientifica. Ma non è questo il punto. Il punto è che la Fondazione in parola a cui l’Osservatorio presieduto da Pappaterra, Presidente del Parco e Presidente dell’Osservatorio, ha affidato l’incarico, annoverava Enel addirittura tra i suoi Soci Fondatori. Ed era davvero la goccia che faceva traboccare il vaso! Controllati e controllori appassionatamente insieme.
Ultimi episodi di una vertenza che mentre ha visto il Direttore dell’Ente Parco, Formica, difendere diritti e interessi del territorio e delle sue popolazioni, ha anche visto il Presidente dello stesso Ente, Pappaterra, troppe volte contrario agli stessi interessi e a supporto delle ragioni predatorie e speculative di Enel, assolutamente confliggenti con la stessa “mission” dell’Ente Parco Nazionale del Pollino che meriterebbe, con ogni evidenza, un Presidente ben diversamente motivato. Un presidente al servizio del Parco e dei cittadini e non, come avviene con tutta evidenza, il contrario.
Vorremmo ricordare, ancora una volta, a chi ha responsabilità di controllo e intervento, che stiamo parlando di impatti su Ambiente e Salute -oltre che della credibilità delle Istituzioni di Governo- cioè di aspetti non propriamente irrilevanti e che meriterebbero ben altra attenzione ed atti concreti da parte di chi è a ciò deputato. E che non è veramente possibile che per tutti questi anni sia andata avanti una schifezza del genere.