Calabria. La massoneria e la “pulizia interna”: protagonisti e retroscena del cambio di rotta dopo la destituzione di Seminario

di Saverio Di Giorno

In questi mesi abbiamo seguito le vicende che hanno riguardato il Goi e le sue contestate elezioni. Il tutto è culminato con la destituzione del calabrese Seminario da Gran Maestro e la nomina del suo principale sfidante Taroni. I malumori e le polemiche hanno prodotto una serie di fonti e carte di cui abbiamo dato conto in anteprima e che hanno documentato – qualora ce ne fosse ancora bisogno – di problemi contabili, poca trasparenza e dialoghi con ambienti criminogeni. Di seguito l’intervista con la Redazione del canale Telegram Notizie massoniche italiane dal quale, sebbene coperte per ovvie ragioni, sono emerse molte delle istanze. La redazione, oltre a riassumere gli ultimi eventi, anticipa quali saranno le prossime richieste e mosse della nuova giunta: una pulizia interna. E cominciano a fare nomi e cognomi e luoghi da cui partire.

Cominciamo dal dato più importante. Seminario non più Gran Maestro a favore di Taroni. Per i non addetti ai lavori: come si è arrivati a questo punto? Un po’ di veloce storia recente.

Intanto occorre aggiungere che dopo l’ordinanza cautelare emessa il 25 ottobre dalla XIIa Sezione Civile del Tribunale di Roma Seminario non solo non è più Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ma non lo è mai stato, essendo stato dichiarato nullo ab origine l’atto formale che ne ha consentito l’insediamento, ben sette mesi or sono, e cioè la delibera del Comitato Elettorale Nazionale.

Sebbene questa ordinanza non sia un pronunciamento di merito, tuttavia proprio nel merito entra pesantemente, affermando che i principi dell’ordinamento italiano – nella fattispecie il principio del favor voti – non possono essere derogati dalla fantasia di alcun organo associativo, e che quindi il Grande Oriente d’Italia non può considerarsi sovraordinato, al pari di ogni altra associazione presente nel nostro paese, alle regole che valgono per tutte le persone fisiche e giuridiche italiane. Ritornando all’ordinanza, mentre un pari ricorso effettuato dalla lista “Noi Insieme” di Taroni era stato bocciato nei mesi scorsi per un vizio formale, quello portato avanti da dodici “fratelli” del G.O.I. di Messina ha trovato accoglimento, cambiando radicalmente lo scenario della lunga contesa post-elettorale. L’ordinanza che ne è scaturita afferma che devono essere conteggiati a favore di Taroni alcuni voti in precedenza dichiarati nulli, perché inseriti nell’urna ancora muniti del proprio tagliandino antifrode. Questo fatto, che costituisce un errore puramente materiale del presidente di seggio e dei suoi aiutanti, non deve essere considerato, per il giudice civile, invalidante la libera espressione del voto.”

Noi di Iacchite’ abbiamo seguito dall’inizio le super controverse elezioni che avevano portato all’elezione di Seminario (delfino di Bisi) e l’ex Gran Maestro Di Bernardo ci aveva spiegato l’enorme spaccatura creata da Seminario nella piramide dei gradi (dopo l’espulsione di Bisi da parte del Rito Scozzese) e gli imbarazzi con l’estero. Come si recupera questa situazione? E ancora più importante: quali saranno i prossimi passi di Taroni? Le nomine fatte, le personalità borderline e le Logge più chiacchierate come saranno gestite?

La situazione con l’estero è tragica, con un crollo di credibilità senza precedenti. Come si recupera? Semplicemente riportando il Grande Oriente d’Italia nell’alveo della legalità, arginando ogni tentativo di farne un corpus separato dal resto del paese. Questa manovra è stata portata avanti, con un’ottica pesantemente corporativista, soprattutto nel corso del secondo mandato dell’ex Gran Maestro Stefano Bisi, in contrasto con le finalità ideali del nostro Ordine.

Armando Corona

Vede, noi massoni con il Gran Maestro Armando Corona abbiamo saputo rispondere dall’interno agli inquinamenti piduistici che ci hanno visto vittime, noi per primi, di manovre completamente estranee alle nostre finalità. Non sembra proprio il caso oggigiorno di ripercorrere sentieri che non ci hanno portato bene. Le scusanti ideologiche che nel dopoguerra avevano portato a derogare agli insegnamenti morali della Massoneria, che costituivano già allora un’aberrazione, si sono trasformate in una intenzionalità che mira ad uno sviluppo di affari economici del tutto estraneo al nostro Ordine. Un affarismo in conflitto con il nostro stesso tessuto iniziatico. Susseguentemente, va da sé che dove circolano ingenti somme di denaro e rilevanti interessi immobiliari è maggiore la possibilità di un attacco, nella forma della contaminazione, da parte di ambienti criminogeni (se non del tutto criminali), che possono riuscire a colonizzare l’ambiente infestato, per poi piegarlo ad interessi che non mirano certo alla spiritualità e all’amore fraterno.

In questo contesto, riteniamo che il prossimo Gran Maestro Leo Taroni debba innanzitutto “scacciare i mercanti dal Tempio”, riportando il nostro Ordine là dove esattamente dovrebbe stare, cioè in toto nell’ambito latomistico.

Come ha osservato il prof. Claudio Bonvecchio, nostro ex Grande Oratore e figura di prestigio della cultura italiana, in un’intervista rilasciata a Giornalia qualche anno fa, la spettacolarizzazione che ha assunto ogni evento associativo la dice lunga su ciò che si è perduto in questi lustri.

Da Taroni, noi di Notizie massoniche italiane, ci aspettiamo un taglio netto delle tante ipocrisie che invadono oggi il Grande Oriente d’Italia, a tutto vantaggio di una semplicità (diciamo pure di una frugalità) in grado essa stessa di allontanare quegli appetiti economici assunti a regola d’ingaggio dalla passata Giunta Bisi, ma presenti ormai trasversalmente nella nostra Istituzione.

Per quanto riguarda la gestione delle personalità problematiche e delle Logge che hanno presentato fenomeni infiltrativi, noi di Notizie massoniche italiane ne raccomanderemo l’unica cura possibile: allontanamento e demolizione.

Stiamo stilando, come sapete, una Lista di Proscrizione pubblica e nazionale che sta suscitando un aspro dibattito. Riteniamo che oggi il G.O.I. stia vivendo il punto più basso della sua secolare storia, e che questa situazione abbia alcuni colpevoli certi: Stefano Bisi, Antonio Seminario e le loro Giunte di stampo anti-massonico e contro-iniziatico. Impossibile pensare di poter “perdonare” comportamenti che inquadrano l’Alto Tradimento di figure come Michele Pietrangeli, Emanuele Melani, Domenico Bellantoni e Fabio Federico solo per citare alcuni nomi. Poi, naturalmente, occorrerà colpire gli affiliati raggiunti da sentenza definitiva di condanna (ad esempio per concorso in associazione mafiosa), come il Maestro Venerabile di Licata Vito Lauria, ancora non espulso dall’Ordine, ma anche “fratelli” per i quali è ormai chiara la colpa massonica, se non proprio quella penale, come il medico di Campobello di Mazara Alfonso Tumbarello, figura di raccordo tra il mondo della Massoneria regolare e Cosa Nostra, attraverso la figura del superboss Matteo Messina Denaro.

E non ci si venga a raccontare la storiella che Tumbarello “non sapeva chi fosse” il suo paziente! Va bene il garantismo, ma quando i fatti sono così eclatanti la bonifica va fatta con durezza ed urgenza. Se si sospetta un tumore si asporta la massa, non si attende che questa produca metastasi. Stesso discorso per una realtà problematica come la Loggia Michele Morelli di Vibo Valentia, più volte raggiunta (attraverso i suoi aderenti) dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, con gli affari della famiglia Licata, dell’orafo Tedeschi, del Gran Maestro Onorario Ugo Bellantoni, quest’ultimo poi archiviato in sede di inchiesta Rinascita-Scott, ma per il quale le risultanze processuali non depongono certo in modo adamantino, seppure al di fuori della rilevanza penale.

La Michele Morelli è una Loggia in cui a un affiliato è stato ritrovato, presso la sua abitazione privata, un arsenale da guerra con fucili d’assalto illegalmente detenuti, e il cui padre, sempre appartenente alla medesima Loggia, è stato perseguito per ricettazione e corruzione ai danni dello Stato (inchiesta Diacono). Ci chiediamo: merita di essere considerata un luogo sicuro per il proseguimento di un sereno percorso latomistico? Dal canto nostro sappiamo ciò che chiederemo noi al nuovo Gran Maestro Leo Taroni: con forza la sua immediata demolizione!

Sappiamo che analoga richiesta gli arriverà da alti esponenti della Massoneria nazionale, con i quali abbiamo già avuto modo di confrontarci. Sarà necessario dare segnali precisi e univoci, il nuovo corso non potrà permettersi colpi di spugna.

Andiamo alle questioni solo apparentemente locali. Voi con il vostro canale avete steso una diramazione di fonti e notizie (ormai il canale supera il migliaio di partecipanti). Quando abbiamo iniziato a collaborare eravate qualche centinaio. Nell’ordine abbiamo dato notizia dei fondi spariti a Vibo, dei dubbi sulla gestione cosentina, fino all’ultima inchiesta sugli incontri di Palmi. Una domanda personale: che effetto ha avuto pubblicare queste notizie nel processo?

Se intendiamo nel processo di una piena presa di coscienza delle storture oggi in essere in seno al Grande Oriente d’Italia, riteniamo parecchia. Il caso di Palmi è emblematico: la vostra inchiesta, per la prima volta, ha posto la lente d’ingrandimento su una rete di potenziali connivenze tra Massoneria regolare e Obbedienze spurie (forse addirittura la famigerata Santa), che si riuniscono negli stessi spazi per trattare finalità malavitose attraverso personaggi (spesso avvocati) del mondo “di mezzo”. Seminario avrebbe dovuto aprire immediatamente un fascicolo sulla Loggia coinvolta, la Benjamin Franklin di Palmi, come da nostra richiesta, ma non ha fatto nulla. Questo perché il negazionismo di marca bisiana ha ormai corrotto persino le coscienze di chi dovrebbe vigilare e non vigila, non soltanto chiuso gli occhi.

Secondo voi Taroni avrà le forze e il coraggio di agire su soldi e nomi e ripulire? La Calabria e la Sicilia sono solo i punti di partenza di dinamiche che coinvolgono la Toscana, Milano, Roma… c’è questa consapevolezza? Viceversa, con mediazioni e spugne si rischia solo un riciclo. Bisogna evitare la lezione del gattopardo: che tutto cambi per far sì che nulla cambi.

Leo Taroni avrà bisogno, per agire correttamente, di tutto il supporto possibile da parte della Massoneria italiana Regolare e Legalitaria. Sappiamo che Fabio Venzi, Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia è pronto a fornire il suo appoggio e contributo. Su questo versante occorrerà fare fronte compatto e condividere le differenti esperienze. Inoltre, ci aspettiamo che il nuovo corso nel G.O.I., fatte le prime bonifiche eclatanti, sia supportato dalla stampa antimafia e dalle Istituzioni del nostro paese. Deve essere inaugurata una stagione di piena collaborazione con la magistratura e il Ministero degli Interni. Siamo sicuri che già questi fatti porteranno all’allontanamento volontario delle mele marce.

Saremo inoltre promotori di un’iniziativa: Leo Taroni inviti ufficialmente a Villa il Vascello, che è la nostra sede nazionale a Roma, la signora Rosy Bindi, per un incontro amichevole, questo appena compiuti i primi atti di risanamento. Occorre rendere il giusto merito a colei che ci aveva visto giusto, su certi ambienti…

Ancora a questo proposito. C’è stata una minaccia di morte? E secondo altre notizie che abbiamo potuto raccogliere nelle scorse settimane c’è da monitorare i movimenti bancari, i mutui (si pensi al ruolo di Mps). Ci sono altri procedimenti che riguardano la giustizia ordinaria in corso?

La minaccia di morte a Taroni è stata proferita nei locali di Casa Nathan a Roma, sede operativa del G.O.I.: «Ditegli che ha pronte per lui due pallottole in fronte». Evitiamo persino di commentare.

Per quanto riguarda gli altri procedimenti Leo Taroni, una volta insediatosi, avrà in mano l’intera situazione dei rapporti economici, alcuni dei quali contestati, che fanno capo sia al Grande Oriente d’Italia sia alla Fondazione. Ad esempio: La spiegazione fornita dall’ex Giunta sull’ammanco registrato nella compravendita della Casa massonica di Vibo Valentia non ha convinto nessuno. Valga per tutte la risposta ufficiale venuta dal prossimo Grande Oratore Silverio Magno. Non è da escludersi che tanto altro possa venire alla luce. È una eventualità che non può essere esclusa.

Sarà forse il caso di una commissione di vigilanza anche con esterni ed esperti? È possibile?

Certamente sì. Sarà una delle nostre richieste alla nuova Giunta. Ci sarà da lavorare sul fronte investigativo interno, anche con l’aiuto di esperti non necessariamente appartenenti alla Massoneria, e ci sarà la necessità di creare un sistema informativo che possa connettersi direttamente al Gran Maestro, saltando le barriere finora imposte dai potentati locali, spesso interessati, per pura convenienza, a non far circolare le notizie.

Leo Taroni dovrà essere posto nelle condizioni di conoscere, in via diretta, ogni aspetto anche locale della vita dell’Ordine, al fine di avviare le opportune indagini, e se del caso prendere le adeguate contromisure. A questo proposito noi di Notizie massoniche italiane abbiamo inaugurato recentemente una e-mail: [email protected], il cui contenuto riservato giriamo direttamente su una casella di posta privata del futuro Gran Maestro. Taroni dovrà essere il più possibile blindato, nella sua azione di pulizia, da ogni indebito ostacolo o ingerenza.

Ci rendiamo conto che stiamo parlando di strumenti temporanei ed eccezionali, ma in questa situazione, di assoluta emergenza, reputiamo siano legittimi e pienamente giustificati anche metodi non propriamente “ortodossi”.

Considereremo pertanto come ostili tutti gli appelli a comode pacificazioni farlocche e furbesche “linee morbide”, tesi solamente alla continuazione del regime di contro-iniziazione prima delineato.

È importante mantenere una certa trasparenza nel nuovo corso per dare origine ad una vera svolta. Per fare una citazione evangelica “saranno aperte le porte degli armadi” e chiariti i dubbi finora da sempre evasi?

È quello che ci auguriamo, ed è a questo che ci stiamo adoperando: decapitare il Serpente.