Calabria, la protesta di Marco Cappato: “Non poter accedere alla cannabis terapeutica è violenza istituzionale”

epa09146560 Leader of the Luca Coscioni association, Marco Cappato prior to the filing of the referendum request for the legalization of euthanasia at the Court of Cassation in Rome, Italy, 20 April 2021. Luca Coscioni Association is an organization that advocates the legalization of physician-assisted suicide in Italy. According to Article 580 of the Italian penal code, assisting or convincing someone to commit suicide 'is punishable with a sentence between five and 12 years if the suicide occurs, or between one to five years if it does not occur but results in serious or very serious personal injury'. EPA/ETTORE FERRARI

Marco Cappato, leader dell’Associazione Luca Coscioni, si è presentato questa mattina davanti al Consiglio Regionale della Calabria per sostenere l’appello lanciato da Cristian Filippo tramite la campagna Meglio Legale.

“L’impossibilità di accedere liberamente e gratuitamente alla cannabis terapeutica è una violenza istituzionale” ha detto Cappato. Cristian Filippo, 24enne di Paola, comune del Cosentino, è scritto in una nota, è affetto da Fibromialgia, “patologia che provoca dolori lancinanti. In regolare possesso di una prescrizione medica, Filippo si è visto negare dalla Sanità regionale la sua medicina poiché non prevista dal Sistema locale. Il giovane – prosegue la nota – ha quindi deciso di coltivare due piante in casa: una scelta obbligata, spinta anche dalla volontà di non rivolgersi al mercato nero, che lo porta oggi a rischiare fino a sei anni di carcere” essendo stato arrestato nel 2019 per coltivazione di sostanza stupefacente.

“Legale da 14 anni – è scritto nella nota”, la cannabis terapeutica è riconosciuta a livello internazionale per la sua efficacia su molte patologie, tante delle quali riguardanti i sintomi del dolore cronico. Tra le malattie per le quali questo tipo di terapia è particolarmente indicato c’è anche la fibromialgia, patologia dalla quale è affetto il 24enne di Paola”. Prescrivere la cannabis medica in Italia, prosegue la nota, “è assolutamente lecito anche se molti cittadini che ne fanno uso denunciano da tempo la difficoltà a rintracciare il farmaco in maniera continuativa e in quantitativi adeguati. Queste difficoltà si trasformano direttamente in impossibilità in tre regioni italiane: Valle d’Aosta, Molise e Calabria. Queste tre infatti, non hanno un decreto regionale per recepire le direttive del Ministero della Salute che prevedono la possibilità di curarsi con questo tipo di terapia. Quella di Filippo è solo una delle tantissime storie che quotidianamente vengono raccolte da Meglio Legale e dall’Associazione Luca Coscioni”. “Seguiremo e aiuteremo le persone per liberarsi da questa violenza istituzionale” ha concluso Cappato. Una soluzione, conclude la nota, “sarebbe a portata di mano: in Commissione Giustizia è in discussione la proposta Magi-Licatini che permetterebbe la coltivazione domestica e consentirebbe ai pazienti e ai consumatori di non incorrere in problemi giudiziari ed avere libero accesso alla propria terapia”.