Calabria, le magie della sanità: i livelli massimi (!) per l’assistenza e l’infermiere “macchina da soldi”

ASP COSENZA, CRONISTORIA DI UN FILM GIA’ VISTO

Il 25 novembre scorso con un nuovo decreto il Commissario ad acta della sanità calabrese, il capo dei capi e re dei parassiti Robertino Occhiuto, che punta ad un modello privatistico, che privilegi i soli amici del cerchio magico, se ne esce con un nuovo decreto, il numero 302, con il quale definisce i livelli massimi di finanziamento alle Asp per l’acquisto di prestazioni di assistenza riabilitativa psichiatrica, di assistenza sanitaria e socio-sanitaria e di assistenza extra–ospedaliera estensiva, ambulatoriale e domiciliare con oneri a carico del S.S.R., erogate dalla rete di assistenza territoriale privata accreditata–Triennio 2025-2027.

Tradotto in soldoni: si definiscono i fondi per le tre annualità 2025, 26 e 27 suddivisi per Aziende Sanitarie. Aumentano i milioni ma gli attori sono sempre gli stessi anche se sul decreto si riporta: “RILEVATO di dover garantire alle Aziende Sanitarie Provinciali (i) la possibilità di contrattualizzare l’erogazione di nuovi setting assistenziali, nonché (ii) la continuità dei progetti sperimentali terminati, al fine di favorire l’innalzamento del livello di qualità dell’offerta assistenziale…”

Nel DCA si legge che si dà mandato ai Direttori Generali entro i 15 giorni successivi dalla firma dello stesso, per stabilire il termine ultimo per la sottoscrizione dei contratti relativi al triennio 2025-2027 con i centri già accreditati.

Ma cosa si garantisce? Quali accreditamenti? Le Asp e il Dipartimento della Salute non permettono di poter essere accreditati, e perso il treno ti trovi ad aver effettuato un sacco di debiti senza che ti sia data la possibilità di poter erogare una prestazione o di poter usufruire dei finanziamenti per ben tre anni.
Viva l’Italia, di quelli che non ci lasciano manco le mollichelle e continuano ad abbuffarsi.

!Sciacqua rosa e bive agnese, ca ‘nce sta chi ‘nce fa e spese…”.  “Sciacqua Rosa e bevi Agnese, tanto c’è chi…  paga”. Questo è quello che pensano all’Asp di Cosenza, un unico motto, un unico pensiero: spendere, spendere. Ma non i propri soldi ma quelli dei poveri contribuenti, dei poveri malati, di quei poveri disgraziati che hanno dovuto rinunciare a curarsi perché non avevano manco ‘na lira, o di quei poveri malati che non sono stati curati perché mancavano i farmaci e gli andava bene se riuscivano a portarseli da casa.

Oggi, c’è ricchienza, ma tanta ricchienza, e chi gestisce l’Asp sa come spenderseli.
I fondi Covid, i fondi del PNRR, i fondi del Piano Sanitario Nazionale hanno portato tanti di quei soldi, tutti di botto, svincolati dal Governo Meloni e dal Dipartimento della Salute della Regione Calabria, tanti da non sapere neanche come spenderli, si fa per dire, perché all’Asp questi fondi li stanno spendendo, eccome se li stanno spendendo.

E in tutto ciò il maestro di ballo, lo scapolo d’oro, che proviene dalla lontana Rossano, sa come spendere: seratine, champagne, showgirl e chi più ne ha più ne metta.
Con tanto di accompagnatore, un infermiere che gli fa da autista, e da bancomat eh si! Perché se non si può avere un bancomat per le spesucce di rappresentanza per conto dell’Asp, allora si deve escogitare qualche altro marchingegno.
Strafalaria ha escogitato il metodo: ”io ti dò i soldi dei contribuenti e tu mi paghi tutto”.
Il metodo è semplice io ti pago con i soldini dell’Asp, straordinari, missioni, reperibilità, progetto obiettivo, prestazioni aggiuntive e tu mi paghi tutto, un po’ simile al metodo di Robertino e Posteraro. Io ti faccio avere i fondi comunitari e tu mi paghi la macchinina per i figli.

Ecco come Strafalaria e qualche altro dirigente, altolocato, dell’Asp ha risolto i problemi economici, tanto da non spendere una lira anzi un euro da quelli che gli entrano come stipendio.
Il giochino è semplice: si prende a caso un infermiere senza scrupoli, che lavora in contemporanea, su un distretto, un dipartimento, una direzione strategica e gli si fa percepire uno stipendio mensile da fare invidia ad un qualsiasi paperon dei paperoni dell’economia nazionale.

L’uomo attuale è l’infermiere Giuseppe Sabatino, a cui dapprima ha dato un posto fisso, co. co.co. assunto tramite Protezione civile durante il Covid e poi stabilizzato, successivamente è arrivata l’assunzione della moglie come giornalista, e poi è stato inserito in progetti obiettivi, in commissioni patenti speciali, con tanto di gettone di presenza, straordinari e missioni perché nei tempi morti fa da autista al magnifico Strafalaria da Rossano, durante le sue cenette e festini si rase rase.

Radio corridoi Asp racconta che l’infermierino è cosi dedito al lavoro che 24 ore per lui sono poche e va oltre. Si racconta che è così dedito al lavoro che ha lavorato anche durante un periodo prolungato di malattia per infortunio sul lavoro.
Il prode infermiere Giuseppe Sabatino, dedito al lavoro con il portafoglio pieno di euro è cosi buono da pagare tutto ma proprio tutto al caro Direttore Generale Strafalaria da Rossano. Alla faccia dei poveri disgraziati che non riescono ad arrivare a fine mese.