Calabria. Malasanità, un circo senza dignità e una vergogna istituzionalizzata

LA SANITÀ CALABRESE: UN CIRCO SENZA DIGNITÀ, UNA VERGOGNA ISTITUZIONALIZZATA

Altro che Occhiuto: ecco chi tiene in ostaggio la salute dei calabresi

📌”Tutti dentro!”: è questo il commento più usato dai calabresi sotto i post che giornalmente informano della situazione disarmante in cui versa la sanità regionale.

📌Altro che “commissariamento”. Altro che “riforma sanitaria”. Altro che “Roberto Occhiuto salvatore della patria calabrese”. La verità — quella vera, nuda e cruda — è che la sanità in Calabria è una cloaca a cielo aperto, un sistema feudale dove a comandare non sono i presidenti o i ministri, ma i magnati locali della mala-gestione, travestiti da dirigenti, direttori, responsabili, commissari, primari, funzionari… Insomma: un carrozzone di signorotti della sanità, ben piazzati, ben pagati, e soprattutto ben protetti.

📌Perché sì, Occhiuto ci mette la faccia. Ma non è un Dio in terra, anche se si atteggia come tale… E nella sua onnipotenza presunta, si fida. Si fida dei report truccati, delle relazioni compiacenti, dei suggerimenti interessati di chi da anni controlla il sistema dall’interno.

📌Risultato? Una sanità capovolta: ospedali ridotti a cliniche, cliniche spacciate per ospedali, strutture pubbliche svendute al miglior privato amico. Il tutto condito da remunerazioni regionali che sembrano assegni in bianco per gli amici degli amici.

📌In Calabria, oggi, abbiamo più commissari che cittadini. Commissari che fanno politica. Politici che fanno i commissari. Dirigenti da scrivania che non vedono un malato da trent’anni ma si portano a casa stipendi da capogiro, mentre i medici di reparto, quelli veri, quelli che lottano ogni giorno con l’assenza di tutto (dai guanti alle barelle), sono trattati da pezzenti… e grazie al cazzo che, prima o poi, se la danno a gambe.

E che dire del pronto soccorso-spettacolo? Dove il paziente è solo un pretesto. Un oggetto scenico. Sta lì ore ed ore, giorni… con la scusa di essere monitorato (… ma da chi se nessuno viene a chiederti manco come stai?) e, quando vieni dimesso, due sono le cose:

Stai bene… perché ti sei riposato, non perché ti hanno curato. Stai peggio o, nel peggiore dei casi, schiatti dopo tre giorni perché, durante il tuo soggiorno in pronto soccorso, nessuno degli operatori si è chiesto davvero che cazzo ci sei andato a fare o perché ci sei stato portato.

📌Nel 118 è il caos più assoluto. Medici competenti, capaci di coordinare, lasciati per strada, in ambulanza, senza alcun rispetto del loro ruolo. Mentre nella centrale operativa trovi incompetenti elevati a coordinatori, solo perché amici di qualcuno o perché hanno imparato a recitare il protocollo a memoria… che peraltro nessuno ha mai scritto (quindi a discrezione de chìne si sveglia primu a matìna) ed è per questo che l’improvvisazione delle teste di cazzo la fa da padrona.

📌Infermieri che fanno i centralinisti. Centralinisti che si atteggiano da infermieri. Una baraonda tragicomica che in qualsiasi altro Paese porterebbe a una valanga di licenziamenti e arresti. Qui, in Calabria, porta solo a qualche passaggio sulla TV ufficiale (Teleuropa Network 118), a qualche intervista, e poi… tutto come prima.

📌Insomma un’organizzazione da far paura!

📌E si fotta pure il famigerato “piano di rientro” che, se da un lato prevede si taglino le spese superflue, dall’altro ciò che si risparmia non viene utilizzato interamente per qualcosa di più utile (anche se è quello che ci fanno credere…), ma viene diviso tra buoni compari o dato a qualcun altro che deve speculare…

E a farne le spese, sempre loro: i cittadini. I malati. I morenti.

📌Anche dopo le plurime uscite pubbliche di Occhiuto sugli imboscati, nulla è cambiato. Gli stessi parassiti sono ancora lì. Gli impastettati stanno ben saldi alla scrivania. Nessuno si muove. Nessuno paga. Nessuno si dimette.

📌In Calabria la sanità è diventata un cimitero di responsabilità, un luogo dove l’incompetenza è premiata, il merito è ignorato e saper… leccare fa punteggio! E il cittadino è solo un numero da ingannare.

📌Altro che Piano di Rientro. Altro che Decreto Calabria. Qui ci vorrebbe una rivoluzione. 📌Ma vera. Non quella in PowerPoint. 📌Chi ha la sfortuna di star male in Calabria, ha un solo dovere: non disturbare il sistema. Perché qui, il vero malato terminale… è lo stato stesso.