Calabria, mantenerla arretrata è un disegno ben architettato (di Domenico Canino)

di Domenico Canino

Se una persona qualunque cerca di fare un’analisi dei motivi dell’arretratezza della Calabria e unisce i puntini, salta fuori un disegno.

Classe politica fatta da persone della peggiore specie ad ogni livello? E ci siamo.

Tendenza a parlarci male addosso e dare la colpa a tutti tranne che a noi stessi? E ci siamo.

Mancanza di visione e progettualità sul lungo termine? E ci siamo.

Mancanza di risorse finanziarie? No, non ci siamo.

Nel corso degli anni sono arrivati fiumi di soldi per sanità, infrastrutture, depuratori, strade, energie rinnovabili, etc.

Ma c’è un MA grosso come una casa. Tutte queste ingenti risorse finanziarie sono arrivate già destinate dal governo centrale, ben affiancato dai RAS locali, in capitoli fallimentari. Ovvero, si sapeva già dall’inizio che non avrebbero portato nessuno sviluppo, né miglioramento della vita dei cittadini.

Formalmente il governo centrale o la comunità europea dicevano: “Ti diamo queste risorse perché tu possa spenderle per migliorare vari settori”. Ma le modalità e i settori a cui queste risorse erano destinate erano tutti sbagliati.

Un disegno chiaro: la Calabria deve essere mantenuta sotto una soglia di sviluppo.

Abbiamo innumerevoli esempi:

1) La CE destina 160 milioni di euro per i trasporti e la Regione Calabria fa un progetto di metro leggera su Cosenza- Unical. Progetto totalmente sbagliato e inutile, poiché avrebbe costi di gestione altissimi a fronte di nessun vantaggio sui tempi di trasporto e sul miglioramento del traffico, oltre a non avere un bacino di utenza necessario. Eppure la CE approva e mette i soldi a disposizione per 5 anni, nonostante il progetto sia totalmente sbagliato! Poi, per fortuna, l’incapacità totale degli amministratori regionali e comunali, fa saltare il progetto, perché non si mettevano d’accordo su come dividere la torta.

2) La statale Jonica 106. È la prova ‘provata’ che il governo centrale non vuole nessuno sviluppo dell’area jonica della Calabria. La si vuole tenere arretrata. C’è ancora in gran parte il tracciato di Michele Bianchi degli anni ‘30. E meno male! In quasi 100 anni non si è stati capaci di fare una superstrada a due corsie dello Jonio, come quella che c’è da Sibari ad Amendolara dal 1978. Ora il governo manda altri soldi e che fa? Invece di fare un pezzo di superstrada da Sibari ad andare verso Sud, verso Mirto, Cariati, che fanno? Destinano i soldi a rifare il pezzo che già va bene da Sibari ad Amendolara, aggiungendo un nuovo pezzo a Nord sopra Roseto. Lampante, non ci deve essere sviluppo e viabilità a Sud di Corigliano-Rossano.

3) Ferrovie. Capitolo impietoso. Funziona bene solo la tirrenica. E però senza alta velocità, che sennò magari ci abituiamo bene. La ferrovia jonica è pietosa. Inoltre, la rete ferroviaria interna della Calabria è inutile e costosissima e con pochissimi viaggiatori. Tutti prendono gli autobus, più veloci e meno costosi. Perché non si chiudono le ferrovie secche e si destinano le risorse alla gomma? Perché così le aree interne hanno sempre poche corse e non c’è possibilità che si sviluppino troppo.

4) Autostrada. Il tracciato originale era costiero, quello attuale è zeppo di viadotti e gallerie, con costi altissimi se si vuole rifare un pezzo ex novo. Infatti, nei punti difficili tipo Cosenza-Falerna, non è stato rifatto il tracciato. Errore madornale cambiare il tracciato.

5) Porto di Gioia Tauro. Nato negli anni 70, è costato una barca di soldi e serve solo per transhipment. In 50 anni non è stato dotato di vere aree industriali e collegamenti alla rete ferroviaria. Magari fra altri 50 anni… La rete portuale, per una regione tutta coste è inadeguata: tanti piccoli approdi, ma pochi porti veri dove possono approdare grandi navi per turismo e merci. Corigliano è un esempio positivo, ma non basta.

6) Rete stradale interna ormai sufficiente perché la popolazione è sempre di meno. Non c’è bisogno di nuove bretelle, basta quello che c’è, purché sia tenuto bene. Eppure tutti vogliono una superstrada che arrivi sotto casa!

7) Aeroporti, funziona solo Lamezia. È un chiaro disegno affossare Crotone e Reggio. Hai visto mai che quelle aree possano avere sviluppo? Un aeroporto a Sibari sarebbe molto positivo, magari avrebbe un basso bacino di utenza, ma avrebbe un costo di costruzione e gestione molto basso e l’area, come Lamezia, è per natura e clima chiaramente vocata. Ma non si fa. Eppure i soldi in ballo sarebbero molto meno dei 160 milioni della metro di Cosenza. Meditate, perché si tenta di finanziare opere sbagliate e non quelle che portano sviluppo. E la mancanza di una rete di eliporti ed elisuperfici? Città come Cosenza, Corigliano-Rossano, Vibo, Tropea, Basso Jonio, Sila, Aspromonte, Serre Vibonesi, avrebbero bisogno di elisuperfici attrezzate per trasporti di protezione civile, eliambulanze, servizi antincendio, etc. Ma costano troppo poco e portano tanti vantaggi. Non sia mai che un turista ricco possa farsi accompagnare in elicottero in Sila o in Aspromonte da Lamezia, magari in un resort di alto livello. I turisti ricchi senza aeroporti ed eliporti ce li sogniamo. Magari passano con le megabarche sul mare e non sanno dove approdare.

Nuovi Ospedali. Anche qui si costruirà il recinto dopo che le vacche saranno scappate. Sono specchietti per le allodole. La Calabria ha un forte spopolamento, non ha bisogno di megastrutture ospedaliere, ma di buoni piccoli ospedali funzionanti, con adeguato numero di medici e personale di supporto. Invece i soldi andranno sul nuovo cemento e quando saranno finiti, tra 20 anni, non ci sarà rimasto più nessuno qui.

9) Il mare. Grandissima risorsa per una regione tutta coste. Ma bisogna tenerlo pulito per i turisti, visto che non abbiamo l’organizzazione e le strutture ricettive di altre regioni. Eppure, dappertutto i depuratori non funzionano e nonostante le pezze e i finanziamenti il mare è sporco. Se si volesse davvero fare, si potrebbe fare.

10) Si può continuare per tanti altri settori, dall’agricoltura, ai trasporti privati, al turismo, dove i soldi vengono spesi su progetti di immagine e non su iniziative concrete. Le clientele del settore agricoltura delle Regione sono enormi, soldi a fondo perduto, che hanno generato piccoli imperi, mentre i piccoli agricoltori non hanno i soldi nemmeno per il gasolio dei trattori. E poi il lavoro nero, gli immigrati sfruttati a morte, e tutti lo sanno, e ogni tanto si fa un servizio in tv per lavarsi la coscienza.

Per me il disegno è: “Vi teniamo sotto sviluppo, ma siccome i soldi li mandiamo la colpa è vostra”. Troppo comodo, non basta mandare i soldi, bisogna mandarli nei settori giusti e seguire il loro percorso sino all’opera realizzata. Altrimenti è chiaro che essi diventano solo una alibi.