Calabria massomafiosa. Lasciate ogni speranza, la Restaurazione avanza

A qualche giorno di distanza dalla sentenza di primo grado del processo Rinascita Scott, a mentre fredda e dopo avere assistito all’imbarazzante silenzio della malapolitica senza distinzione di colori (Cinquestelle calabresi sempre più vergognosi e addirittura peggio dei partiti tradizionali), una serie di considerazioni vale la pena farle.

Com’era ampiamente prevedibile già dalle avvisaglie, la sentenza ci dice che l’unico politico e colletto bianco che aveva intrecci con la ‘ndrangheta e la massomafia vibonese fosse Pittelli. Che è sicuramente colpevole ma – vivaddio – non può essere il solo.

Pietro Giamborino, trattato per anni da “appestato”, ridotto allo stato di “uomo nero” persino dalla televisione e dai media di riferimento delle ‘ndrine vibonesi, si è trovato praticamente assolto. Da una richiesta di 20 anni di carcere siamo arrivati a… 1 anno e 6 mesi e senza reato di associazione… Viene da chiedersi: ma questi magistrati della Dda sono del mestiere? Altrimenti proprio non si spiega. E che dire dell’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, che sicuramente non è stato trattato come Giamborino grazie anche alle frequentazioni con i fratelli Occhiuto, ma che è stato addirittura assolto? Siamo davvero davanti ad un quadro imbarazzante.

Per non parlare dei due ex consiglieri comunali di Vibo, tali Lo Bianco e De Filippis, pedine e faccendieri rispettivamente del Pd e del centrodestra. Mai come in questo caso la corruzione è bipartisan e mai come in questo caso l’esultanza “trionfale” è doubleface (doppiafaccia). Il Pd urla al trionfo e Forza Italia… pure. E poi dicono che si fanno la “guerra”. Ma quale guerra, questi fanno solo finta e poi sottobanco rubano e delinquono insieme, come del resto accade da decenni in Calabria.

E togliamo dalla mischia l’ex assessore regionale Incarnato, del quale conosciamo vita, morte e… miracoli, ma che in questo processo aveva un ruolo decisamente marginale e di conseguenza anche lui è stato assolto.

Morale della favola. Checché ne dicano Gratteri e anche il suo amico Travaglio, qui in Calabria è iniziata a tutti gli effetti la Restaurazione, altro che soddisfazione… Si sono colpiti i cosiddetti “boss”, che però ormai hanno più un aspetto caricaturale che una reale funzione di comando ma sono stati assolti TUTTI – ma davvero tutti – i politici vibonesi e calabresi di medio e piccolo calibro. Sinceramente non sappiamo se, all’indomani del probabilissimo nuovo scioglimento per mafia dell’Asp di Vibo e del clamoroso voltafaccia di Robertino Occhiuto, il popolare Peppe ‘ndrina, al secolo Giuseppe Mangialavori, verrà sacrificato sull’altare della pseudo giustizia calabrese ma anche se fosse così, diventerebbe il solito capro espiatorio. E la massomafia non verrebbe minimamente intaccata da questa “perdita”, visto e considerato che i suoi “amici” lo hanno già mandato al massacro.

In tutto questo, tuttavia, non possiamo non rilevare come il primo a non aver fatto per intero il suo dovere è proprio Gratteri, che non ha mai affondato il dito nella piaga delle sue sue stesse inchieste e si è lasciato andare a imbarazzanti collusioni con soggetti che fanno finta di fare “informazione” per continuare a fare affari e ad arricchirsi con la sua complicità. Povera Calabria nostra!

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