Calabria. Orsomarcio fa 90 e attacca Stasi sul “Secolo fascista”: cresce la paura per la candidatura alla Regione del sindaco di Corigliano-Rossano

“C’è una città in Calabria che ha sperimentato la fusione di due comuni, Corigliano e Rossano, diventando la più grande della provincia di Cosenza, più del capoluogo. Oggi si chiama Co-Ro. Circa 70mila abitanti con un sindaco, Flavio Stasi, eletto il 2019 e rieletto cinque anni dopo. Ma sulla città aleggia l’ombra della pervasività della ‘ndrangheta, e il Comune, dopo sei anni, mostra le sue falle…”. Inizia così un delirante articolo apparso due giorni fa sul “Secolo d’Italia”, a firma di Renato Sandri che – chissà perché – improvvisamente si è ricordato dell’esistenza di Corigliano-Rossano, della ‘ndrangheta, ma soprattutto del suo sindaco Flavio Stasi, che è l’obiettivo politico dell’articolo.

Non scendiamo neanche nei particolari delle insinuazioni dell’articolista, anche perché non viene riportata una sola “notizia” ma soltanto chiacchiere di bassa lega, accoppiate al ricordo di sindaci fascisti come Geraci e Caputo che non sono certo ricordati come esempio dai cittadini corossanesi. Flavio Stasi invece, che è smaccatamente di sinistra, rappresenta un problema per il “Secolo d’Italia” ma soprattutto per Fratelli d’Italia, che in Calabria ha decisamente voltato pagina e dopo aver “pilotato” le inchieste che hanno ridotto in mutande Roberto Occhiuto è pronto a dare il via libera al suo candidato. In molti dicono che potrebbe essere Fausto Orsomarso, che ormai tutti in Calabria chiamano “Orsomarcio”, pessimo residuato di un passato allucinante e scadente politico della destra rapace e moderna che sta massacrando l’Italia. E’ del tutto evidente che l’ordine di attaccare Stasi parte da lui e dai suoi camerati e la sensazione che se ne ricava è quella di uno squallore infinito.

Flavio Stasi, dal canto suo, dopo essersi accorto dell’attacco, ieri sera ha pubblicato un post nel quale chiarisce bene la genesi di questa pagliacciata. 

𝗜𝗹 𝗦𝗲𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗱’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗳𝗮 𝟵𝟬.
Cari concittadini, devo ringraziare pubblicamente lo storico giornale “Secolo d’Italia”, per aver dedicato a me, vostro umile sindaco, un’intera pagina.
Il “Secolo” era organo ufficiale dell’MSI, poi di Alleanza Nazionale, poi del Popolo della Libertà, oggi della fondazione AN.
Se una storica testata nazionale della destra – quella del taglio di 10 miliardi per l’Alta Velocità in Calabria o della rinuncia a 15 milioni PNRR per l’idrogeno Enel, per fare qualche esempio – si sveglia a Roma col pensiero di attaccarmi, questo mi conforta e mi indica che la strada tracciata è quella giusta.
Provando a sintetizzare con un numero (ed un po’ di ironia) il sentimento che anima queste azioni, me ne viene in meno uno solo: 90.

Due sole battute a commento del post. Per chi fosse inesperto o poco preparato sulla materia, il numero 90 che evoca Stasi significa “paura” e ci riporta all’antica tradizione della Smorfia napoletana, dove il numero 90 – appunto – provoca quel sentimento. Ed è del tutto evidente che la “paura” si sta facendo strada in Fratelli d’Italia per il “pericolo” che rappresenta per Orsomarcio e camerati una possibile candidatura di Stasi alla Regione come leader del centrosinistra, che evidentemente i fascisti ritengono molto probabile. L’ultima battuta che consegniamo al panzone nero e ai suoi seguaci riguarda la condizione nella quale vive Stasi, che da tempo ormai è costretto ad avere una scorta perché qualcuno, un paio di anni fa, gli aveva sabotato i freni dell’auto e se non se ne fosse accorto, forse non sarebbe qui a cantargliele in faccia a ‘sti fascisti di merda. Altro che ombra della ‘ndrangheta e insinuazioni varie. Tanto vi dovevamo…