Calabria paese dei balocchi: Vigna comanda ancora (!) la Film Commission e la Montilla sguazza in segreteria

Il governatore-parassita della Regione Calabria ha affidato le sorti del personale a una coppia che ormai è vista con “terrore” nei corridoi della Cittadella ed è formata dal capo di gabinetto Luciano Vigna e dalla segretaria generale della giunta Eugenia Montilla, da anni la “pupilla” di Nicola Adamo per fatti che conosciamo bene… (https://www.iacchite.blog/calabria-corrotta-la-pupilla-di-nicola-adamo-in-corsa-per-la-dirigenza-generale-del-segretariato-della-giunta/). Ma alla Cittadella o Capu i Liuni o parassita c’è poca differenza, anzi nessuna.

Il presidente caro ai pidocchi, impegnato nell’ambito ruolo di commissario alla sanità, ha delegato tutti i poteri alla “cupola”, che liberamente, fuori controllo e indisturbata, decide le sorti degli uffici, del personale, dei dirigenti e persino delle nomine nelle partecipate, presentando al governatore un’immagine distorta dei processi amministrativi per seguire la logica dei propri interessi. Il tutto attraverso provvedimenti che adottano e fanno adottare al presidente e alla giunta. Esempio palese è la redazione delle delibere di giunta a quattro mani (Vigna-Montilla) che giungono pochi minuti prima dell’inizio delle sedute di giunta.

Luciano Vigna a Cosenza lo conosciamo bene, essendo stato sia vicesindaco sia assessore insieme al fratello di Occhiuto, quello famoso per essere il più grande cazzaro d’Italia. E nella città dei bruzi tutti sanno che Vigna una ne pensa e cento ne fa. Una per tutte: è lui il “padre” della “finanza creativa” di Occhiuto che ha portato Cosenza per la prima volta nella sua storia al fallimento.

Ma torniamo al presente. Il dottore Vigna alla Regione è, tra l’altro, in palese conflitto di interessi in quanto riveste contemporaneamente a quello di capo gabinetto il ruolo di direttore amministrativo di un altro ente di diritto privato ovvero la Calabria Film Commission, controllato dallo stesso ente – la Regione Calabria – per il quale fa il capo di gabinetto.

Luciano Vigna è stato già nominato Direttore Fondazione Calabria Film Commission con DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE N. 43 del 1 Giugno 2021. Il suddetto incarico è conferito con contratto di diritto privato con durata pari a cinque anni a partire dalla data di nomina. Luciano Vigna esercita anche il ruolo di capo di gabinetto del presidente della giunta regionale della Calabria e tra l’organizzazione di un film e l’altro, con tanto di “mazzette” per tutti, trova anche il tempo di occuparsi di una miriade di altre problematiche complesse, connesse al suo ruolo, ma anche alle attività della Fondazione Film Commission e delle numerose consulenze in capo alla fondazione stessa. Tra le quali, giusto per farvi incazzare anche oggi, quella del nipote del procuratore Gattopardo di Cosenza, il pappone capo Giampaolo Calabrese. 

Il capo di gabinetto, preposto alla gestione degli affari della presidenza della giunta, ha un ruolo fondamentale negli indirizzi politici e nei rapporti con i Dipartimenti, essendo quindi in grado di orientare percorsi, omettere controlli, agevolare iniziative di legge e così via. La prova lampante del suo enorme conflitto d’interessi è data dall’escalation che la Calabria Film Commission ha avuto negli ultimi tempi: pieni poteri al direttore amministrativo (cioè a lui… medesimo) dopo il “siluramento” di Giovanni Minoli e anche adesso dopo che – qualche giorno fa – il parassita ha nominato un successore sufficientemente “accriccato” con lui ovvero lo stilista (!) Anton Giulio Grande, che non a caso ha dichiarato di essere un “vecchio amico” di Robertino e che quindi obbedirà docilmente a tutti gli ordini che gli verranno impartiti…

E non solo: investimenti milionari (oltre 20 a quanto pare) per la realizzazione degli Studios a Lamezia e in ultimo la recente approvazione in Consiglio regionale della proposta di legge n. 38 “interventi di manutenzione normativa” che amplia i poteri e le competenze della Fondazione Calabria Film Commission persino in ambito turistico e di promozione della Calabria.

Vogliamo immaginare che non sia stato lo stesso Vigna a sollecitare l’innovativa norma a beneficio della Fondazione da lui stesso diretta: diciamo che ci vogliamo credere… E allora che cosa si inventa il ragioniere “nero”? Per esercitare il doppio ruolo si inventa il ruolo di “capo di gabinetto a titolo gratuito”, visto che percepisce dalla Film Commission un lauto compenso di 130.000 euro all’anno, per evitare noie da un conflitto di interessi grande quanto la sua capoccia… Ci sarebbe anche da dire che lo stesso Vigna avrebbe, per come sembra, il dono dell’ubiquità, stante una incompatibilità, oltre che di forma, anche temporale ma tant’è…

Ci sono poi da segnalare anche le diverse azioni vessatorie e denigratorie che lo stesso Vigna, con la Montilla complice, compie a discapito di funzionari e dirigenti non allineati ai suoi interessi e presentandoli come “capri espiatori” al presidente.

Quanto alla sempreverde Eugenia Montilla, le voci di corridoio sono unanimi: ha vinto la corsa alla segreteria generale della giunta in assenza dei requisiti. La legge 31 del 2002 prevede per l’esercizio del ruolo di segretario 3 anni di esperienza nella qualifica di dirigente generale. Requisito che la Montilla non ha e alla Regione lo sanno tutti ma nessuno parla per paura di azioni punitive. Pertanto, verrebbe da chiedersi: le retribuzioni erogate in qualità di segretaria generale della giunta configurano un danno erariale e per la stessa Montilla una appropriazione indebita?

La proposta di legge n. 38 discussa nel Consiglio regionale del 28 febbraio scorso, guarda caso, modifica i requisiti previsti dalla legge 31 del 2002 in merito all’incarico di segretario generale. E il caso ha voluto che la dottoressa Montilla, tra i diversi avvisi pubblicati per la nomina dei dirigenti generali, abbia presentato domanda solo per il segretariato, come se sapesse già che quel posto sarebbe toccato comunque di nuovo a lei. Tutto ciò in maniera sfacciata e certa di poter procedere, con la complicità di Vigna, alla modifica della norma che altrimenti ne avrebbe impedito la nomina.