Calabria parassita. Agenzia per il lavoro e nodi irrisolti: incertezza sui Centri per l’Impiego

L’istituzione dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro resta un obiettivo da raggiungere nel breve termine per la Giunta. Si tratta di un progetto messo a punto dal dipartimento competente – che non comprende, al momento, i Centri per l’Impiego -, trasferito al segretariato generale della Cittadella per farlo diventare un progetto di legge d’iniziativa dell’esecutivo e che punta a riformare la legge 5/2001, norma di riferimento per l’istituzione di Azienda Calabria Lavoro.

Ma se la svolta attesa ancora non c’è, molto dipende dall’assetto da assicurare alla nascitura struttura. Tra i nodi da sciogliere c’è proprio il coinvolgimento diretto dei Cpi con la loro “incorporazione” o meno nell’Agenzia. All’interno della Giunta, sull’argomento specifico, coesistono orientamenti divergenti. Tra i rischi paventati da chi è contrario al trasloco dei dipendenti dei Centri per l’Impiego calabresi – circa 900 in totale, contando i nuovi arrivi una volta espletati tutti i concorsi in cantiere – nel nuovo contenitore alcuni sono riconducibili ad analoghe esperienze vissute in Calabria, con la creazione di grandi “carrozzoni” che talvolta si sono rivelati centri di spesa senza produrre nessun risultato concreto, mentre il percorso istituzionale, organizzativo ed amministrativo di gestione diretta da parte dei Cpi, successivo all’attuazione della legge “Delrio” ed avviato nel 2018, inizia a dare i primi frutti in termini di erogazione di servizi e di raggiungimento di risultati, come attesta da ultimo l’importante target del Programma Gol raggiunto grazie al lavoro dei Dpi con la governance dipartimentale.

Qualche mese fa, quando venne presentato il progetto dell’Arpal, con un impianto normativo differente rispetto a quello attuale, furono diverse le perplessità espresse. “Un’idea, quella dell’istituzione dell’Agenzia, che era stata scongiurata – era stato l’affondo dei responsabili di Cgil, Cisl e Uil – in sede di applicazione della riforma degli assetti istituzionali dettata dalla legge Delrio, che aveva visto in altre regioni d’Italia il trasferimento di compiti e funzioni dai Centri per l’Impiego ad Agenzie regionali già esistenti. Richiediamo, invece, l’avvio di un serio e responsabile confronto sulla riorganizzazione dei Centri per l’Impiego, sul loro potenziamento e sulla piena applicazione di quanto disposto dalla normativa nazionale anche in materia di infrastrutture informatiche da connettere al resto del Paese”.

Altri interrogativi, poi, riguardano le modalità di passaggio dei dipendenti di Azienda Calabria Lavoro nella nascitura Agenzia. E’ allo studio, anche attraverso il preventivo confronto con il Dipartimento di Funzione Pubblica, il percorso normativo e amministrativo più idoneo e a prova di impugnativa che possa consentire a circa 280 dipendenti part time a tempo indeterminato – quelli rientranti nel bacino della ex legge 28 e che prestano servizio pure per i dipartimenti della Regione – oltre ai 67 a tempo indeterminato appena assunti e impiegati in diversi uffici regionali della provincia di Vibo, di provare a rientrare nella nuova realtà.

Senza contare, inoltre, il plotone degli oltre 100 ex stagisti e borsisti, i cui contratti sono scaduti nei giorni scorsi, speranzosi di riuscire a prevalere nel maxi concorso per funzionari indetto dalla Regione e ancora nelle fasi iniziali. In ogni caso il tempo delle scelte si avvicina. E il nodo politico del futuro dei Centri per l’Impiego andrà definitivamente risolto. Fonte: Gazzetta del Sud