Inail contro Protezione civile per i nove ospedali di Occhiuto
di Marco Palombi
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Il linguaggio è quello paludato delle comunicazioni interne all’apparato statale, la sostanza è che l’ordinanza di Protezione civile che ha affidato al presidente calabrese Roberto Occhiuto poteri specialissimi per spendere oltre 1 miliardo in edilizia sanitaria ha aperto un pesante conflitto dentro l’Inail, l’ente pubblico che assicura i lavoratori, col Cda che in una lettera ufficiale attacca la Protezione civile e di fatto il suo stesso direttore generale Marcello Fiori per il via libera all’ordinanza che in Calabria metterà l’istituto al servizio di Occhiuto proprio nell’anno che lo porterà alle prossime elezioni regionali, previste nel 2026.
Ripartiamo da capo.
Come Il Fatto ha scritto sabato scorso, il 7 marzo il governo ha commissariato la rete ospedaliera calabrese affidando alla Protezione civile la nomina di un commissario ad hoc e la determinazione dei suoi poteri. La relativa ordinanza è datata 13 marzo e affida al presidente Occhiuto – peraltro già commissario della sanità regionale nel suo complesso – poteri vastissimi, in deroga a “ogni disposizione vigente”, per costruire nove strutture sanitarie. In sostanza il grande ritorno del “modello Bertolaso”. E qui veniamo all’Inail, che contribuisce finanziando per oltre 600 milioni la costruzione di cinque ospedali su nove.
All’istituto assicurativo è dedicato l’articolo 3 delle norme firmate dal capo della Protezione civile Fabio Ciciliano, “sentito l’Inail”, assicura l’ordinanza e cioè sentito il dg Fiori – ex dirigente del dipartimento di Palazzo Chigi e pure ex dirigente di Forza Italia (il partito di cui Occhiuto è un peso massimo) – senza coinvolgere il Cda, com’è ormai ufficiale. Le previsioni sono bizzarre: l’ente pubblico potrà anticipare anche i costi di progettazione, fatto inaudito perché l’Inail investe le sue riserve e può finanziare solo operazioni che abbiano un rendimento del 4% (la progettazione non garantisce l’effettiva costruzione, necessaria per dare poi in affitto le strutture ad Asl e Regione…). Di più: l’ordinanza mette le mani pure nell’organizzazione interna dell’Inail, prevedendo la creazione di due strutture dedicate all’operazione calabrese – una per gli investimenti e una per il centro protesico di Lamezia Terme – con tanto di assunzioni (52, tra cui due dirigenti generali), mettendo il tutto in carico al “bilancio dell’Istituto”, fattispecie di copertura vietata (e da tempo) per le pubbliche amministrazioni.
Tutte cose che non sono affatto piaciute al Cda dell’Inail, come si evince da una letteraccia, che Il Fatto ha potuto leggere, inviata venerdì scorso a Ciciliano e firmata dal presidente Fabrizio D’Ascenzo. Il testo parte ricordando come “la funzione di indirizzo politico-amministrativo sia demandata al Cda” e solo “la gestione e l’amministrazione al direttore generale”: insomma, bilancio, organizzazione, pianta organica e conferimento di incarichi dirigenziali, impiego dei fondi e altre cosette sono del Consiglio, mentre “l’Ordinanza in maniera inusuale attribuisce al direttore generale taluni poteri esorbitanti dalla sfera di ordinaria competenza”.
Anche nel merito non mancano rilievi urticanti, soprattutto dal punto di vista delle coperture finanziarie: “Le eventuali anticipazioni di cassa a favore della Regione Calabria (…) generano impatti sul bilancio dell’Ente, la cui salvaguardia dell’equilibrio è di compiuta responsabilità degli organi di indirizzo politico” (tradotto: seppure avete avuto l’assenso del dg Fiori, questa è materia del cda). E quanto poi alle assunzioni, “seppur a tempo determinato”, si imputano “i relativi costi sul bilancio Inail”, che pure come ente statale “concorre al mantenimento degli equilibri di finanza pubblica”: non si può assumere, insomma, senza dire come si pagano quelle assunzioni e il governo aveva stabilito che dall’ordinanza “non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. D’Ascenzo e il Cda Inail chiedono dunque – e “con cortese sollecitudine” – “opportuni chiarimenti interpretativi” che siano coerenti con le leggi in vigore.
Adesso la Protezione civile, che sta a Palazzo Chigi, e il dg dell’istituto Fiori devono decidere se andare allo scontro frontale, confermando l’assetto dei poteri concessi al commissario Occhiuto: senza le anticipazioni dell’Inail, per dire, le mille deroghe in materia edilizia rischiano di servirgli a ben poco nella sua prossima campagna elettorale.