Calabria. Prezzi dell’olio extravergine di oliva a 6-7 euro/kg: “Solo speculazione”

La speculazione sull’olio extravergine di oliva italiano sta colpendo più fortemente in Calabria che non altrove con i commercianti che si sono precipitati a offrire prezzi stracciati sulla scia del ribasso, da loro stessi orchestrato, in Puglia

La Calabria è il territorio olivicolo italiano più colpito dalla speculazione sui prezzi dell’olio extravergine di oliva.

Dopo il calo vistoso delle quotazioni nei primi giorni di novembre registrate in Puglia, con mosse speculative operate su poche cisterne di olio di dubbia qualità, i commercianti e gli imbottigliatori italiani si sono riversati in massa in Calabria alla caccia di affari. Ogni frantoio e azienda agricola di medio-grandi dimensione è stata visitata, spesso più volte, con l’offerta di acquisti di olio extrravergine di oliva a prezzi stracciati.

“Gli agricoltori calabresi sono stretti in una morsa finanziaria insostenibile. L’impiego di operai specializzati dotati di mezzi scuotitori arriva a costare fino a 150 euro l’ora, mentre la frangitura, l’atto finale della trasformazione, tocca i 20 euro al quintale. A questi si aggiungono gli oneri essenziali per la sopravvivenza della pianta e della filiera, aggravati dalle emergenze climatiche: gli oneri crescenti per l’irrigazione resa necessaria dalla crisi idrica, la concimazione organica, le complesse operazioni di potatura, la gestione del terreno e, non ultimo, l’aumento nel costo dei materiali come l’alluminio per l’imbottigliamento. Un salasso economico che si scontra violentemente con un mercato sempre meno disposto a riconoscere il valore del lavoro.

Il paradosso più doloroso si manifesta nel settore biologico. Nonostante gli investimenti e i rigidi protocolli di coltivazione, il mercato, in molti casi, non vuole nemmeno acquistare l’olio biologico, costringendo i produttori a svalutarlo. Cooperative e intermediari offrono di acquistarlo come se fosse convenzionale, a non più di 7,50 euro al chilo: una cifra che non copre i costi, offende la qualità e calpesta la dignità di chi ha scelto di investire nella sostenibilità e nella tracciabilità. Questo è un chiaro disincentivo a produrre qualità” ha affermato Luana Guzzetti, coordinamento regionale Altragricoltura Calabria e olivicoltrice calabrese.

“Il calo dei prezzi – evidenzia Confagricoltura Calabria – scesi fino a 6/7 euro/kg, non ha alcuna base economica reale ed è evidente che dietro ci sia una manovra speculativa organizzata per condizionare il mercato e mettere in difficoltà gli operatori del settore nel periodo clou della produzione”.
La problematica è stata oggetto di analisi e approfondimento da parte dei presidenti provinciali di Confagricoltura Calabria nel corso di una riunione tenutasi a Lamezia Terme con il presidente Regionale dell’Organizzazione Agricola Alberto Statti il quale nell’introdurre il tema ha evidenziato come i costi di produzione, a partire da quello del lavoro, al costo del denaro, al costo dei carburanti, incidono sempre di più sui bilanci mettendo a rischio la stessa tenuta economica delle imprese olivicole.

I dirigenti di Confagricoltura hanno evidenziato come questa pesante situazione di incertezza che riguarda il settore primario dell’agricoltura regionale genera forte preoccupazione nell’economia del territorio, con significativi riflessi di carattere economico, sociale ed occupazionale. Nonostante rappresenti il pilastro principale dell’economia agricola calabrese, l’olivicoltura versa in una situazione delicatissima, in quanto le imprese trovano sempre più difficoltà a produrre reddito ed occupazione, e questa anomala fluttuazione dei prezzi crea ulteriore apprensione negli imprenditori olivicoli che chiedono maggiore e più qualificata attenzione da parte delle istituzioni pubbliche nazionali e regionali per affrontare con serietà i fattori della competitività al fine di potere operare in un clima di fiducia.