Calabria. Robertino, la determina annullata e le allodole calabresi

Oramai lo sanno bene i politici intrallazzoni che basta qualche gesto “eclatante” di natura populista per apparire agli occhi dei cittadini come brave e oneste persone sempre al servizio della comunità, e della legalità. I politici hanno imparato bene che prima ancora di “essere realmente onesti” bisogna “apparire onesti”. E per “apparire onesti” ogni tanto danno in pasto all’opinione pubblica, oramai attenta solo alle “apparenze”, qualche notizia di spreco di denaro pubblico “scoperto e bloccato” per meglio coprire ogni sorta di traffico illecito messo in atto sottobanco a danno delle istituzioni e della comunità. Un po’ come fa la ‘ndrangheta con i poliziotti e i magistrati corrotti: ogni tanto gli fanno trovare qualche carico di cocaina che i corrotti utilizzano per avallare agli occhi dell’opinione pubblica “l’operatività” delle forze di polizia, a fronte di altri 100 carichi di cocaina arrivati già a destinazione, o in procinto di arrivare. Una “tecnica”che produce sempre lo stesso risultato: quello che arriva e percepisce la gente, guardando la tv o leggendo la notizia sui giornali, è solo la “brillante operazione di polizia” impegnata nella lotta al narcotraffico. Intanto la cocaina continua a girare che è una meraviglia, i poliziotti e i magistrati corrotti avanzano di carriera, e la ‘ndrangheta ringrazia per i milioni di euro che incassa. E tutti vissero felici e contenti.

Tutto questo Roberto Occhiuto lo sa bene. Sa che la gente, oggi, si nutre di superficialità, come a dire: guarda più alla buca sotto casa che ai conti della sanità. E vota, spesso, in base a questo. La Raggi, ad esempio, ha perso le elezioni per via dei cinghiali, e delle buche sulle strade di Roma. È bastato impostare la campagna elettorale su questi argomenti, per orientare il voto dei romani. Cinghiali e buche che, per la cronaca, ancora oggi insistono per le vie di Roma. Anche Franz Caruso ha vinto le elezioni sulla promessa di riaprire alcune vie cittadine chiuse dalla precedente amministrazione. Sanno bene che è questo quello che vogliono i cittadini da un politico: buche riparate e strade libere dai cinghiali, tutto il resto a nessuno importa. A nessuno importa sapere dal sindaco e dai vari politici, ad esempio, a quanto ammontano i debiti del Comune e dell’Asp, e qual è il progetto per risanarli (tra comune di Cosenza e Asp c’è chi dice che siamo attorno al miliardo e 200 milioni di euro di debiti). Per dirla con una famosa battuta: il problema di Cosenza, per tanti cosentini, “è il traffico”.  E infatti riaperto il tratto di strada di via Roma i problemi dei cosentini si sono quasi risolti. A questo basta aggiungere un po’ di “circo”, e il gioco è fatto: mentre tutti sono attenti ai cinghiali e alle buche, sottobanco il saccheggio delle risorse pubbliche può cominciare.

Da qui lo show messo in piedi da Robertino – desideroso di vestirsi dei panni dell’onesto politico al servizio della comunità – ad uso e consumo dei calabresi.  Un classico specchietto per le allodole, dove non è difficile “far specchiare i calabresi”. Dice Robertino: “la musica è cambiata”, e annulla una delibera firmata da un dirigente della Regione di oltre 164.000 euro per l’acquisto di gadget. Un evidente spreco di denaro pubblico. In un periodo come questo a cosa servono i gadget, solo la dirigente che ha firmato al determina lo sa. E, ovviamente, gli amici degli amici che, come gli ‘ndranghetisti, e con la complicità di Robertino, fanno scoprire alla pubblica opinione calabrese un bel malloppo di 164.000 euro con il meschino fine di potersene pappare poi, sottobanco, molti ma molti di più. E tutte le allodole calabresi a gridare all’onestà del presidente che si guarda bene, ad esempio, in materia di sprechi da abolire, dall’annullare le tante determine che conferiscono incarichi e consulenze a cani e porci, anzi a cani e cinghiali. Una spesa che in Calabria ammonta a quasi 2,5 milioni di euro. A dirlo i dati del progetto “Pitagora” elaborato per Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta amministrativa della Repubblica italiana, che mette sotto i riflettori i costi sostenuti da Regioni e capoluoghi di provincia per incarichi e consulenze.

Per capire lo spreco e l’inutilità di questa spesa destinata a papponi e parassiti sociali portatori di pacchetti di voti, basta fare un confronto (dai dati tratti dallo studio) tra le regioni, e la verità è presto detta: la Liguria che è una signora regione con tanta roba da gestire, tutelare e conservare spende in consulenze e incarichi (udite, udite) 48mila euro all’anno. La Lombardia 262mila euro all’anno. Solo Milano equivale all’intera popolazione calabrese. Il Lazio 297mila euro all’anno, con Roma che possiede uno dei patrimoni culturali più importanti al mondo. Per la Calabria invece occorrono quasi due milioni e mezzo di euro all’anno per soddisfare il bisogno di incarichi e consulenze di una pletora di parassiti e massomafiosi al servizio della mala politica.

Ecco, questa inutile spesa, come tutti possono capire, anche le allodole, per Robertino non si tocca. Di portare a 48mila euro all’anno questo spreco, come in Liguria, a Robertino non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. Tanto nessuno, ad uno onesto come lui, gli rimprovera niente, ha appena restituito 164.00 euro ai calabresi destinati a finire nel pentolone degli sprechi, e tanto basta. Una prova di onestà che tutti devono – chi per convenienza, chi per ignoranza, chi per bisogno, chi per ingenuità –  ammirare e decantare, e tutti devono comportarsi come le ingenue allodole che facilmente si lasciano attrarre dal riflesso “lusinghiero” della loro immagine allo specchio, con una differenza però: le allodole non sanno dell’’inganno che si cela dietro quella immagine, i calabresi sì!