Le tragicomiche vicende legate al ponte sullo Stretto sono tornate di grande attualità grazie a Report, che domenica sera ha confezionato un’inchiesta a 360 gradi, che ha raccolto quanto già si sapeva mescolandolo con intelligenza alle “novità” ed ha assestato un magnifico fendente a Salvini e a tutti i suoi compari. All’indomani della “mazzata” il colosso Webuild insieme ai compari di Eurolink lanciano strali contro la squadra di Ranucci tra annunci di diffide e minacce di querele ma è del tutto evidente che tutta la compagnia di giro del ponte è sempre più ridicola ed è sempre più col culo scoperto o se preferite… in mutande. Perché se Report ha potuto mandare in onda la sua inchiesta è chiaro che c’è un tacito assenso anche della premier Meloni rispetto allo sputtanamento delle menzogne e della magagne che stanno dentro un progetto ridicolo. Così ridicolo che si smaschera… da solo per quanto riguarda i rischi sismici. “C’è una faglia attiva sotto il pilone, lato Calabria, e lo dice lo stesso progetto della società Stretto di Messina sul ponte. Anche l’aggiornamento conferma che il pilone si trova in area di attenzione e suscettibilità. Di conseguenza, il progetto smentisce il ministro Salvini. Non viene rispettato quanto richiesto dalle linee-guida del Dipartimento della protezione civile, per la gestione del territorio, in aree interessate da faglie attive e capaci. Il progetto, quindi, non è approvabile. Elementare, Watson”. Già qualche mese fa il comitato “Invece del ponte” fotografava benissimo la situazione.

Il comitato faceva riferimento a un disegno (n. PB0010_F0 del PD 2011) emesso proprio dal “carrozzone” Stretto di Messina ed Eurolink. “Ogni volta che si parla delle faglie, la società Stretto di Messina e il ministro Salvini, anche nell’ufficialità della Camera dei deputati, ripetono le stesse identiche frasi: “Tutte le faglie presenti nell’area dello Stretto di Messina sono note, censite e monitorate”. E ancora: “I punti di contatto con il terreno dell’opera sono stati individuati, evitando il posizionamento su faglie attive”; dalle “circa 400 indagini geologiche, geotecniche, sismiche e rilevazioni puntuali risulta rispettato quanto richiesto dalle linee-guida del Dipartimento della protezione civile per la gestione del territorio, in aree interessate da faglie attive e capaci”. Ma questa rassicurazione è smentita, come abbiamo evidenziato, dallo stesso progetto della società Stretto di Messina”. C’è bisogno di aggiungere altro?