Calabria, sanità allo sbando. Robertino al bivio tra il “bandito” e i “campioni”

Sin dall’inizio del suo mandato Roberto Occhiuto ha dichiarato, e ne siamo tutti convinti, che il suo futuro se lo vuole giocare proprio sul campo della sanità. In sintonia con questa idea ha ottenuto dal governo la nomina di commissario e quindi vuol dire che intende metterci la faccia.

La seconda mossa è stata il roboante annuncio della nascita di AziendaZero. Caspita, pensiamo, allora sono davvero finite le nefandezze messe ogni giorno in atto dagli uffici Asp periferici; altra mossa la nomina dei sub commissari. Il primo, Maurizio Bortoletti, proveniente dall’Arma dei carabinieri (nomina poco condivisibile viste le precedenti esperienze degli uomini in divisa che finora sono passati dalla Cittadella, in ultimo un inutile Guido Longo) con un trascorso che, però, fa ben sperare, considerati i suoi importanti successi sulla corruzione. Il secondo, Ernesto Esposito, medico, proveniente da Agenas. Esperienza di lungo corso nella malatissima sanità campana, una formazione specifica verso le analisi delle criticità e, cosa rara a queste latitudini, verso la soluzione delle stesse.

A questo punto mancava il capo del Dipartimento. La scelta è caduta su Jole Fantozzi, non una manager di lungo corso, ma con una valida esperienza in terra reggina (pertanto non poco). Verrebbe quasi da dire: forse Robertino questa partita vuole giocarsela veramente? Ma il dubbio è lecito, visto che di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno.

Viene subito selezionato un gruppo di dirigenti con, in primis, una dirigente di esperienza, stranamente gradita a tutti, buoni e cattivi, nella persona di Rosalba Barone. Ma allora Occhiuto vuole fare le cose in grande. Ma improvvisamente che succede? Immaginate una squadra di calcio con in campo Maradona, Messi e Ronaldo e immaginate, che in mezzo a questo fior di campioni, l’allenatore (Occhiuto) decida di far giocare il duo Trinca&Cruciani (per i più giovani e non avvezzi alle cose calcistiche, Trinca e Cruciani furono i protagonisti del calcioscommesse degli anni 80). Ed in maniera assolutamente analoga, in mezzo ai promettenti (almeno sulla carta) nomi sopra elencati, Occhiuto piazza come suo consulente Ettore Jorio, che ha militato in tutti gli schieramenti e che ha già tentato di farsi nominare sub commissario dal costruttore di macerie Mario Oliverio, sempre presente quando c’è di mezzo il denaro, per il quale non conosce ostacoli, neanche familiari, al servizio delle lobby.

Perché Occhiuto ha piazzato proprio in una postazione così delicata l’avvocato Jorio? E di quali interessi è portatore? Ma soprattutto: ha capito Occhiuto che l’ambigua presenza di Jorio incide pesantemente sulle vicende della sanità calabrese? Se Occhiuto manderà via Jorio è probabile che sia stato inizialmente ingannato dalle millantate capacità di Jorio. Se rimarrà al suo posto, sarà un remake del celeberrimo “La crema sulle mani sporche”, il reportage televisivo di Nemo che aveva rivelato la Cosenza corrotta ai tempi di Occhiuto, non Robertino, ma proprio il cazzaro suo fratello, ex sciagurato sindaco della città dei Bruzi.