La Calabria è terra di ‘ndrangheta e massomafia, quella che ha fatto il salto di qualità e si è posizionata nei meandri del sistema e che usa la politica come strumento di gestione in un’alleanza allargata alla massoneria ed anche alla chiesa corrotta, quella che da sempre è imbrattata nei coni d’ombra dove le porpore e le liturgie sono scritte e cantate solo e soltanto in virtù del business e mai per la salvezza delle anime. E’ sempre una questione di un cattivo esempio storicamente consolidato.
Il banditismo è la garanzia e la qualità delle liste “sanificate” dai vari codici etici scritti con l’inchiostro simpatico (quello che si cancella… a richiesta), basta avere la pazienza di leggerle e pochissime sono le oasi di credibilità, mentre c’è sempre un solo comune denominatore che riunisce tutti nell’allegra gestione della sanità calabrese, il vero core business della politica regionale, la pappatoia a buon mercato che garantisce successo e conto economico.
Parliamo delle “cricche” che passano da Robertino Occhiuto, noto compare di affari e non solo… di Carminuzzu Potestio e Michele Di Tommaso, che ammaccano soldi a dire basta, dal boss delle cliniche fasulle Claudio Parente, dei Morrone “mammasantissima”, da iGreco, passati dalla protezione di Renzi e Gratteri a quella della Lega di Simona Loizzo e dei socialisti di Giggino Incarnato, dell’usuraio Pierino Citrigno, il cavallo vincente di Nicola Adamo “Capu i Liuni”, Enza Bruno Bossio “Madame Fifì” e ora anche Mimmo Tallini, senza dimenticare la vestale delle ricerca criminale Amalia Bruni, il grano tossico di Calabria, non certo ultima in questa rassegna di criminalità legata alla sanità. Tutti hanno imbottigliato il nuovo vino doc di terra calabra, un minuto dopo che Robertino il parassita si è fatto nominare commissario alla sanità per continuare il saccheggio della sanità pubblica calabrese.
Al tavolo per la degustazioni si sono già seduti e si siederanno tutti, magari facendo finta di litigare, secondo una logica santificata e benedetta dalla massomafia e dalla chiesa criminale di Calabria. C’è posto per tutti e tutti hanno diritto al loro tornaconto sanitario secondo il codice criminale, dove la bocca tace se è sempre piena, ecco perché non sono ammesse esclusioni clamorose nella costruzione delle liste dove i big dei front-office portano nel bagagliaio la continuità dell’affare di altri, altrettanto pesanti commensali: aggiungi un posto a tavola!
Pensate davvero – giusto per fare un esempio – che qualcuno possa mettere fuori gioco e fuori dalla corsa dell’affare sanità i fratelli Gentile della famiglia dei Cinghiali di Cosenza? C’è un problema di rispetto dei “diritti umani” della massomafia e questo non consente a nessuno di escludere dalla torta nonostante la clamorosa “trombatura”, Baldo Esposito l’altro topino del buco economico della Fondazione Campanella ed il suo mentore, l’ex senatore Piero Aiello forte della sua “storia” nella sanità e delle sue truppe cammellate catanzaresi «Whatever it takes» (ad ogni costo).
Ed eccoci alle notizie attuali, quasi fresche di giornata. Il 15 aprile scorso, neanche dieci giorni fa, l’Asp di Cosenza ha “recepito” (così dicono quelli bravi) il contratto di assistaneza domiciliare integrata da privato accreditato per l’anno 2025. E sono usciti fuori i “dollaroni” per come si legge qui sotto…
Per questa magnifica infornata, i maggiori privilegiati sono i Baffa ovvero il Gruppo Sadel, che tra il gruppo principale e l’affiliata Villa San Francesco, hanno “conquistato” addirittura 7 milioni per l’assistenza domiciliare integrata. Ma non sono andati per niente male i Morrone “mammasantissima” che con la loro corazzata, Villa Sorriso, arrafferanno quasi 2 milioni. Ma in questa sede ci occupiamo esclusivamente dei Baffa’s di Cotronei.
Passa da Piero Aiello e Baldo Esposito un’altra storia di ordinaria truffa alla sanità calabrese consumata nelle ridente cittadina di Cotronei, roccaforte del consenso ai piedi della Sila.
Esiste una legge in base alla quale se tu vuoi fare una “scuola di specializzazione” in medicina – in questo caso in Reumatologia – bisogna superare un concorso pubblico di ammissione nazionale, e quindi essere sottoposto a una selezione abbastanza difficile, tanto che non è mai scontato l’ingresso. Se invece si viene assunti come “medico generico” in una struttura privata, ma convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale, si può usufruire dei posti di riserva, facendo così la scuola di specializzazione che si vuole, fermo restando che la struttura privata sia convenzionata per la disciplina scelta per la cosiddetta scuola di specializzazione…
E’ cosi che il dott. Vincenzo Aiello, figlio dell’ex senatore Piero Aiello, viene preso nella scuola di specializzazione in Reumatologia di Napoli, mentre di fatto va (ma in realtà non ci va!) a Cotronei, nella clinica prescelta degli “amici” perché convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale per la Reumatologia: così rimane formalmente nella sua stessa sede andando a Napoli solo per effettuare gli esami.
Il tutto è stato organizzato del prof. Clodoveo Ferri, nativo di Cropani, ex ordinario di reumatologia di Modena e direttore scientifico presso la struttura “amica” di Aiello ed Esposito convenzionata di Cotronei di proprietà dei Baffa, il Gruppo Sadel. C’è da domandarsi qual è l’utilità dei Baffa nel reggere il gioco del professore Ferri e della scuola di specializzazione di Reumatologia, quella che sembra essere funzionale alle necessità familiari dell’ex senatore Piero Aiello?
La risposta appare semplice e peraltro scontata nella giungla di corruzione e truffa che caratterizza al sanità privata in Calabria: i Baffa hanno l’utilità economica ad assecondare ricoveri “fittizi”, che spesso, anzi quasi sempre non corrispondono al vero, lucrando così su dei DRG fasulli che sono sempre più elevati e sempre pagati dalla regione Calabria. Mentre il commissario Longo sonnecchiava nel suo ufficio e garantiva la “legalità” del mandato ricevuto prima di cedere il passo al Robertino di Forza Mafia…
Il professore Clodoveo Ferri fa studio privato a Catanzaro, in un appartamento in Via Daniele, la cui proprietà è della famiglia del senatore Aiello, pare intestato alla moglie ed affittato stranamente agli stessi Baffa come ufficio nella città capoluogo, non si capisce perché, mentre è pure punto di riferimento del professore in Reumatologia.
Riepiloghiamo. Il professore Ferri, che ha inventato la scuola di specializzazione nella clinica dei Baffa, fa studio privato a Catanzaro in una proprietà di Aiello, l’ex senatore, ricoverando i pazienti in quel di Cotronei, a volte ricoveri cabriolet tanto paga sempre lo Stato, mentre la famiglia Aiello incassa il fitto ed incassa il favore per la specializzazione-truffa del figlio Vincenzo…
Con buona pace dell’ormai deposto commissario Longo, quello dalla digestione lenta e delle procure distratte di Calabria, i Baffa incassavano, continuano ad incassare e garantiscono anche i voti a Robertino il parassita e ai seguaci di Baldo Esposito, che sarà anche ormai ex presidente della commissione Sanità della regione Calabria ma continua ugualmente a immolarsi in maniera naturale nel mantenere gli imbrogli, le convenzioni cucite su misura, i falsi controlli e quant’altro, leggasi accreditamenti per ricoveri, con la complicità autentica dell’Asp di Crotone e adesso anche con quella dell’Asp di Cosenza, ovviamente “affiliata” con il beneplacito di Robertino.
Il gancio della carrambata è una vecchia conoscenza anche delle cronache giudiziarie, ne è testimone la vicenda di Villa Giose, del già dirigente del dipartimento assistenza ospedaliera, Giuseppe Fratto, che ha sempre “controllato”, diciamo pure così, con occhio benevolo gli accreditamenti delle cliniche dei Baffa, gli amici di Piero Aiello e Baldo Esposito. Si avvaleva nel controllo benevolo anche della collaborazione di altri personaggi, sempre dipendenti dell’Azienda sanitaria crotonese, peraltro molto vicini allo stesso prof. Clodoveo Ferri.
La storia si conclude sempre allo stesso modo. La figlia di Giuseppe Fratto lavorava e lavora nelle strutture dei Baffa, e lui una volta pensionato è ritornato a casa come Lassie, portando le sue competenze, diciamo professionali, in quel di Cotronei, a casa Baffa. E’ questa un’altra triste storia di ordinaria truffa sanitaria con la complicità della politica che si definisce presentabile, solo perché lucra come si faceva con i topini della Fondazione Campanella, sulla pelle dei calabresi tanto da ostentare la patente di credibilità e le migliaia di voti di Robertino il parassita e di compare Braccobaldo pescati nel mare magnum della massomafia anche sanitaria, quella che proprio il buon procuratore Gratteri avrebbe dovuto sradicare e invece non solo ha tollerato ma anche sostenuto, alleandosi con Robertino il parassita, oggi commissario alla sanità in quota massomafia, in cambio dei locali della nuova procura di Catanzaro offerti “aggratis” per garantirsi l’impunità.
Non abbiamo ancora finito, però. Per essere completi fino in fondo, dobbiamo necessariamente rivelare a chi ci legge che i Baffa ultimamente, per cementare la loro alleanza strategica con Occhiuto, si sono alleati ufficialmente con Michele Di Tommaso e Carmine Potestio, i grandi “capi” dell’Anmi, rilevando insieme in società lo Studio Radiologico “Riga” di Vibo Valentia ed entrando anche nel “mercato romano” grazie ai buoni uffici del prode Francesco Amato, che da Cosenza adesso distribuisce denari all’Asl di Roma 2, della quale è direttore. Perché le logge continuano a dettare… legge! E infatti, quasi come se i “signori” dell’Asp ci avessero letto, qualche giorno fa ecco che è arrivata l’opportuna rettifica dell’Azienda sui fondi per l’assistenza domiciliare integrata. In pratica, si erano “dimenticati” di inserire nella torta i soldi che spettavano all’Anmi di Di Tommaso e Potestio. E così i Baffa’s, da bravi “fratelli” hanno ceduto 2 milioni e mezzo dei loro 7 milioni di guadagni ai colleghi. Il totale resta sempre lo stesso: quasi 10 milioni buttati al vento per un’assistenza domiciliare che in pratica non esiste e che riguarda i pazienti ormai dimessi dagli ospedali, molti dei quali neanche fanno “assistenza”… E vissero tutti felici e contenti.