16 gennaio 2022. Ormai da un paio di mesi l’avvocato Ettore Jorio era stato nominato consulente del presidente della Regione Occhiuto nella sua qualità di “esperto esterno, in possesso di alta qualificazione professionale sui temi riguardanti: la formazione dei bilanci di competenza regionale e degli atti ad essi connessi e conseguenti; l’attività amministrativa e regolatoria; la tutela della salute, ivi compresa la ricognizione dei dati utili alla definizione dei bilanci e degli atti di programmazione ad essa afferenti; le politiche del welfare assistenziale e dell’assistenza sociale e dello sviluppo e le attività legate all’attrazione di risorse afferenti al PNRR”. Tradotto dal politichese, Ettore Jorio avrebbe continuato ma stavolta in maniera ufficiale a svolgere il suo ruolo di subcommissario-ombra della sanità calabrese. Ripercorriamo allora le tappe della scalata di Jorio.
A febbraio del 2021, il dirigente del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria Francesco Bevere (oggi tornato da dov’è venuto dopo aver incassato un bel po’ di dollaroni) aveva nominato consulente del Dipartimento Ettore Jorio. Che già negli anni passati, quando Loiero guidava la Regione, aveva fatto capolino nelle stanze dei bottoni della sanità calabrese. Più precisamente, Jorio fa parte del Comitato tecnico-scientifico istituito dal dirigente Bevere a novembre 2020.
Jorio è un avvocato affermato e secondo quanto si raccoglie nei corridoi della Cittadella, il suo collaudatissimo studio legale avrebbe in corso decine di cause contro la Regione. Quasi superfluo aggiungere che la circostanza avrebbe reso incompatibile la sua nomina di consulente. E forse è proprio per questo che il chiacchiericcio ormai dilagava, tanto che diversi consiglieri, anche di maggioranza, avevano “puntato” il supermanager Bevere, che da circa 8 mesi gozzovigliava in Calabria alla guida del Dipartimento Tutela della Salute senza fare una beneamata e per giunta alla “modica” cifra di 250 mila euro.
Ettore Jorio, dunque, nella sua qualità di consulente e componente del Comitato Tecnico Scientifico, aveva una stanza nella Cittadella di Germaneto, dove stazionava dal mese di novembre del 2020 per due volte a settimana. E a quanto pare non si limitava affatto a svolgere il suo compitino ma spargeva consigli a destra e a manca e aveva acquisito talmente tanto potere da decidere ben tre dei nuovi direttori generali della sanità calabrese. In particolare, la Mastrobuono per l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, Procopio per l’Azienda Ospedaliera di Catanzaro e Sperlì per l’Asp di Crotone. E non sono certo degli “scienziati” ma soltanto pedine utili a chi deve continuare a far bisboccia.
Faceva il purista, l’avvocato Jorio: questo sì, questo no… e detta legge a tutti gli effetti. Insomma, aveva iniziato a dare parecchio nell’occhio, tanto che erano in molti ad affermare che in Regione per la sanità comandava proprio Jorio, che avrebbe preso in tutto e per tutto il posto della “subcommissaria” Maria Crocco (quella che è diventata famosa per il caso di Cotticelli, il generale smemorato…), anche se non ufficialmente.
Tutti andavano da lui come una sorta di “guru” e chi voleva un favore o voleva ascoltare i suoi preziosissimi consigli doveva andare nel suo studio cosentino di via Roma 80, dove si trovavano spesso e volentieri “pezzi grossi”. Qualcuno lo avrebbe voluto persino commissario della sanità calabrese, ma poi è stata seguita un’altra linea e non certo perché Jorio non sia potente e influente: figuratevi che anche i media di regime sono ai suoi piedi. Gian Antonio Stella lo consulta sistematicamente quando deve scrivere di sanità calabrese e gli scritti del professore Jorio trovano sempre grande spazio sui media locali, che ovviamente lo venerano. Per non parlare delle trasmissioni di inchiesta, tipo Report, che non mancano mai di fare una “visitina” al “guru”…
L’avvocato Jorio, nativo di Napoli ma ormai trapiantato da decenni a Cosenza, 70 anni, non è solo un avvocato e un consulente della Regione. E’ anche un docente dell’Unical, visto che insegna Diritto sanitario e si diletta – per usare un eufemismo – anche nel settore delle farmacie. Ne controlla due: la Farmacia (ma sarebbe meglio definirla megafarmacia) Europa attraverso la moglie e la Farmacia Lourdes, una delle nuove farmacie “vinta” come per magia dall’amata figliola. Un’altra megafarmacia che come la prima – entrambe ubicate a Rende – fattura diversi milioni di euro all’anno.
E non finisce qui, perché il potentissimo avvocato Jorio è anche l’amministratore di decine di altre farmacie in Calabria e ne possiede anche quote importanti. Così, tanto per gradire…
E come se non bastasse, dirige uno studio legale appena aperto anche a Roma, ai Parioli naturalmente, insieme al figlio. Uno studio-boutique come si legge dalle markette giornalistiche che non gli mancano mai. “Studio Legale Associato Jorio: un’ambientazione raffinata, tra pezzi di design e opere d’arte. per consulenze che puntano sull’accoglienza e sulla professionalità”. Ideologia politica? Lui e i suoi adulatori continuano a dire che è “comunista”…
Ma nel giro di pochi mesi la “parabola” del mitico Jorio alla Cittadella si è clamorosamente ribaltata. Eh sì, perché a un certo punto della storia qualcuno gliel’ha giurata e gliel’ha fatta pagare, anche perché la situazione era diventata decisamente imbarazzante. A fine marzo 2022 al 3° piano della Cittadella, regno del Dipartimento Sanità, le pratiche inevase erano tante, ma poi magicamente qualcuna di queste saltava la fila, grazie ai buoni auspici della dottoressa Annamaria Lobello, naturalmente, Super “portata” da Giacomino Brancati, ma anche dall’allora subcommissario-ombra, referente diretto dei poteri forti, Ettore Jorio appunto, all’epoca consulente d’oro del presidente Robertino il parassita, che “gratuitamente” stava in Cittadella, come se i calabresi credessero ancora a Babbo Natale o alla Befana.
La dirigente generale dell’epoca Jole Fantozzi, che dal canto suo anelava alla nomina a subcommissario “reale”, non ci ha messo molto a capire che doveva tagliare delle teste e così ha “eliminato” nel breve volgere di qualche mese prima la signora Lobello e poi Cosimo Caridi, che assicurava soldi e soffiate ai boss della sanità privata dalla sua postazione privilegiata del Settore 2 Autorizzazioni e Accreditamenti.
Ma si sapeva bene che quella di Caridi non sarebbe stata la sola testa a cadere. Restavano in bilico altre due pedine importanti: la prima era la dottoressa Annamaria Lobello, punto di riferimento dei boss della sanità privata per “saltare la fila” e far passare subito le pratiche di questa gentaglia. E anche la Lobello è saltata. Quanto al subcommissario ombra Ettore Jorio. Radio Cittadella riferiva che dal 3° piano era stato spedito al 9° piano, laddove stanno i consulenti “papponi” di Occhiuto il giovane. In sostanza, era stato declassato e ridimensionato in tutto e per tutto e reso “innocuo”, tanto che i media di regime ci informavano che si era dimesso…
Sullo sfondo c’era ma c’è ancora la procura di Catanzaro, che ha ormai capito perfettamente i meccanismi corruttivi dei boss e dei loro colletti bianchi di riferimento. E oggi, sia pure a 3 anni e mezzo di distanza, quello stesso Jorio “abbaccaglia” e grida alla luna per le nomine… senza concorso all’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Certo che ce ne vuole di faccia tosta… Noi da anni combattiamo il “sistema Occhiuto” ma adesso c’è anche qualcuno che fa il “pentito” e con tutta sincerità sono davvero in pochi a conferirgli la patente di “credibilità”. Sempre e comunque, a futura memoria.










