Calabria Scouting, un “film” tutto da vedere: “Prendi i soldi e scappa”

CALABRIA SCOUTING, UN FILM TUTTO DA VEDERE.

Il nostro magnifico assessore al Turismo Orsomarso detto anche Orsomarcio o se preferite Orsopanza ha lanciato l’operazione Calabria Scouting. Ha informato i mezzi di comunicazione che sono così ben disposti verso di lui, verso il presidentissimo Roberto Occhiuto, ma verso un po’ tutta la giunta regionale (a suon di determine e di “soldini”), che  in autunno partirà l’operazione CALABRIA  SCOUTING.

Tradotto in “soldini”, ha previsto una misura con le risorse  europee da destinare ad imprese che non hanno sede nella nostra regione. In pratica soldi destinati alla Calabria da parte della Comunità Europea dovrebbero andare a imprese italiane ed estere. Il vincolo assurdo è che non abbiano sede in Calabria. Solitamente le regioni tendono a privilegiare le imprese della propria regione mettendo paletti e vincoli che li privilegiano. No, qui invece il meccanismo è l’opposto. Si escludono le imprese calabresi! Ora capiamo anche lo spirito di voler attrarre capitali esteri e nazionali, ma questi già arrivano in Calabria utilizzando tutte le misure nazionali ed europee, non si è mai vista una normativa così demenziale, salvo non voler pensare male. Ma noi non siamo “complottisti” e abbiamo fiducia nei nostri governanti…

Siamo andati sul sito della Regione Calabria per capire meglio di cosa si tratta. Il primo capitolo parla delle finalità in cui ci spiegano che si vuole realizzare: “l’attivazione del regime di aiuto per l’attrazione sul territorio regionale di investimenti in ambito turistico (ricettività e servizi connessi”.

Al paragrafo 3 ci si spiega che si vogliono attirare investimenti in attivi materiali e immateriali relativi a: a) creazione di un nuovo stabilimento (a titolo di esempio, la realizzazione ex-novo di una nuova struttura ricettiva, della ristorazione, ecc.), b) ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente (a titolo di esempio, l’insieme degli investimenti, funzionali agli obiettivi ed alle finalità dell’Avviso, volti alla realizzazione di nuovi locali o nuovi spazi funzionali, nell’ambito della struttura ricettiva esistente (ovvero, a solo titolo di esempio: annessi, pertinenze, corti, dependance e similari, sale comuni, camere aggiuntive, area benessere, ecc.) c) diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti (servizi) mai fabbricati precedentemente o a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente; 2. acquisizione di attivi appartenenti a uno stabilimento che sia stato chiuso o che sarebbe stato chiuso senza tale acquisizione e sia acquistato da un investitore che non ha relazioni con il venditore.

E fin qui niente di speciale, anche se il nostro assessore dice che la misura sia coerente con il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) 2019-2021, cosa assolutamente non vera. Lo spirito del piano regionale di sviluppo sostenibile viene completamente capovolto e tradito. Il piano  di sviluppo sostenibile parla di turismo balneare attivo, di turismo rurale, di borghi, di avventure tra verde e natura, di paesaggio naturale. Si parla di progetti piloti per la riqualificazione alberghiera, ma anche di sostegno alla ricettività nei piccoli borghi e di valorizzazione dei nostri paesi. Invece con questa misura si parla espressamente e principalmente di costruzione di nuove strutture ricettive e della ristorazione e addirittura di ampliamento di quelle già esistenti. In pratica ritorna il vecchio amore per la cementificazione e per la distruzione del nostro territorio. Questa è la coerenza. Nel piano delle linee generali si fa poesia, poi nei bandi con gli spiccioli si torna al mattone. Tutto e il contrario di tutto.

Ma la cosa singolare è che queste operazioni le possono fare solo le  imprese esterne alla nostra regione. Al capitolo 3 dedicato a chi sono i beneficiari della misura si scrive:

“In coerenza con la finalità di attrazione di investimenti, possono presentare domanda a valere sul presente Avviso le seguenti tipologie di imprese: – Imprese che non abbiano sede legale o unità locale nella Regione Calabria al momento di pubblicazione del presente Avviso sul BURC; – Imprese (nel caso di imprese estere), che non abbiano una sede registrata al Registro delle imprese italiano competente né la relativa partita iva al momento di pubblicazione del presente Avviso sul BURC”.

Già la prima restrizione fa arricciare il naso, imprese italiane che però non abbiano sede in Calabria. E perché? Le nostre imprese hanno la tigna?

Poi la seconda è addirittura più stringente, imprese straniere che non operano in Italia e che non siano iscritte al registro delle imprese italiane. Per un momento ritorna  il sospetto che sia una misura tagliata su misura, ma poi la ragione ci dice che è una cosa impossibile conoscendo la trasparenza dei nostri amministratori. Siamo dei malpensanti incorreggibili.

Rimane un dubbio di fondo: perché i soldi destinati alla Calabria e ai calabresi devono andare a vantaggio di imprese esterne che non hanno nulla a che vedere con noi? Si vuole tornare alla colonizzazione della nostra terra? La nostra storia è piena di prenditori che sono venuti qui, hanno fatto i loro comodi e poi sono fuggiti. Non vorremmo che prima o poi alla Calabria Film Commission arrivasse la richiesta di finanziamento di un famoso remake: prendi i soldi e scappa.

Ps MA LA CONFINDUSTRIA  CALABRIA NON HA PROPRIO NULLA DA DIRE?